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Spalanco la porta di casa imbattendomi nello sguardo dell'ultima persona al mondo che pensavo sarebbe mai entrata in questa casa. Mia madre.

Nonostante fossero passati cinque lunghi anni da quando ci siamo viste l'ultima volta, non è cambiata minimamente. E' uguale a come la ricordavo, forse con qualche segno della vecchiaia in più.

E' in piedi in mezzo al salotto con un tubino rosso fuoco che mette in mostra le sue forme, le quali non hanno nulla a che invidiare a quelle di una teenager.

I lunghi capelli biondi sono raccolti in uno chignon impeccabile, lasciando in bella vista i costosi orecchini di perle che sicuramente le avrà regalato il suo nuovo compagno.

<<c-ciao>> dice lei con tono esitante, << sei cresciuta.>> continua subito dopo con voce tremante.

Lascio andare di scatto la porta, vendendola sussultare quando un tonfo abbastanza rumoroso ne annuncia la chiusura.

<< Cosa ci fai qui?>> il tono con cui ho pronunciato queste parole oltre a far trasalire mia madre, ha stupito anche me <<oh...>> cerca di alzare una mano nella mia direzione ma subito dopo l'abbassa esitando.

C'è un attimo di silenzio tra di noi << andrà tutto bene>> dice poco dopo di punto in bianco con la testa china e lo sguardo fisso sul pavimento,

<<cosa ci fai qui?>> ripetei con tono ancora più freddo <<ti ha fatto entrare papà?>> chiesi più a me stessa che a lei. Mio padre sapeva perfettamente che non potevo vedere mia madre, anche se lui cercava sempre di convincermi a riappacificarmi con lei e provare a recuperare i nostri rapporti. Ma di certo non me l'avrebbe fatta trovare in casa senza avvertirmi, non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mai.

Quando pronuncio la parola "papà" sussulta nuovamente e il suo sguardo diventa subito lucido.

Mi guardo intorno, lo svuota tasche sul mobile all'ingresso è vuoto, non ci sono ne le chiavi di casa, ne quelle della moto di mio padre.

Mi volto nuovamente verso di lei, trovando la forza di guardarla dritto negli occhi dopo anni che non lo facevo << dov'è mio padre?>> chiedo con un nodo stretto in gola. Mia madre mi fissa senza dire una parola, il suo viso è diventato pallido, << Mamma?!>> la incalzo allontanandomi dall'ingresso in sua direzione.

Lei di tutta risposta si aggrappa al bracciolo del divano, quasi come a trovare un sostegno.

<<Mi vuoi dire che cazzo sta succedendo?! Dovè mio padre?>> urlai precipitandomi in salotto e posizionandomi davanti a lei << parla cazzo! Parla!>> urlo, avvicinandomi sempre di più al suo viso pallido che nel frattempo aveva assunto un colore talmente chiaro che avrei potuto paragonarla ad un lenzuolo.

<< Tuo p-padre... ha avuto un incidente...>> dice, cercando di prendermi per un braccio, ma io mi scosto subito. L'ultima cosa che voglio in questo momento è un contatto fisico con lei <<... è morto>> dice tutto d'un fiato per poi scoppiare in un pianto dirotto. << cosa?>> chiedo incredula.

Mia madre si alza nel tentativo di avvicinarsi a me, ma io mi allontano di scatto << Non è vero! Non può essere vero... stai mentendo!>> urlo a squarcia gola,

<<tesor...>>

<< non chiamarmi tesoro, non sono niente per te. Non lo sono mai stata e non inizierò tantomeno ad esserlo adesso!>>.

Prendo la mia borsa che avevo lasciato cadere sul pianerottolo di casa e corro in camera mia.

Entro dentro e chiudo a chiave la porta, per poi lasciarmi cadere lungo di essa fino a toccare il pavimento.

Prendo il telefono dalla borsa e compongo il numero di mio padre << Servizio di segreteria telefonica, il numero da lei chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile...>> dice la voce metallica della segreteria dopo soli due squilli. Sento gli occhi pizzicare e le lacrime scendere ininterrottamente. Mi copro il viso con le mani portandolo tra le gambe.

Deve essere un sogno, un brutto sogno... tra qualche ora mi sveglierò con il profumo di caffè e mio padre in cucina che mi prepara quei pancake orribili con il latte di soia, ma che mangio ogni volta solo perché sono pigra e non ho voglia di farne altri. Stetti ore ad autoconvincermi che fosse tutto un sogno, ma più ripenso alle parole di mia madre, più mi rendo conto che non lo è.

Sono sveglia, e questa è la sola e unica realtà.

Biker's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora