IIIX Capitolo

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Arrivato il giorno prestabilito, aspettammo la sera. Erano circa le 11.00 quando ricevemmo il segnale dal gruppo che stava ai computer e partimmo con il piano. Sarah e Zoey rimasero al cancello, io, Liz, Matt e Theo andammo avanti. Matt passò avanti a tutti noi e andò a farsi vedere
Dalla guardia davanti all'ufficio, ovviamente con la faccia coperta, lì vedemmo sfrecciare via, Matt aveva un vantaggio notevole. Io, Lizz e Theo andammo davanti alla porta, la aprì.
Theo rimase lì fuori, io e Liz entrammo. Andai dritta verso il punto in cui ero inciampata.
Scoprì il pavimento e come avevo intuito c'era una botola, solo che era ovviamente chiusa a chiave. ci mettemmo a cercare la chiave. aprì i  cassetti e alzai i fogli lì sotto c'era una chiave, la presi e la provai; era la sua. Dentro c'erano diverse scartoffie e un taccuino di pelle.
Fotografammo tutti i fogli presenti, non volevamo che si accorgessero che eravamo stati lì.
Ci mettemmo 10 minuti, non potevamo strafare con il tempo.rimettemmo tutto a posto esattamente come era prima ed uscimmo.
Theo era ancora lì. Andammo direttamente al cancello dalle ragazze, chiamammo Matt che corse fin verso di noi e scavalcò il cancello. La guardia non face in tempo a prenderci. Arrivati ai dormitori chiamammo la squadra computer che ripristinò le videocamere.

Stampai tutti i fogli fotografati con la stampante di Mary.
Poi andammo tutti nel salotto del mio dormitorio, gli altri si erano già sistemati.

Eravamo stanchi ma sapevamo che nessuno di noi sarebbe riuscito a dormire se non avessimo almeno cercato di risolvere questo mistero.

Presi i fogli che formavano il taccuino, li avevo sistemati tutti in ordine e divisi in gruppi come gli originali.
Era tutto scritto con quell'alfabeto strano, ma fortunatamente sul fondo del taccuino c'era la traduzione lettera per lettera.

Ci mettemmo un paio d'ore ad impare l'alfabeto segreto. Verso le due andai a  preparare caffè per tutti, Theo si offrì di darmi una mano e io accettai.

Ero spaventata, anzi proprio in panico, le mie mani tremavano più pensavo a questo, più ricordavo l'incubo, la sensazione della mano della preside alla mia gola tornata ogni singola volta, quindi quella notte per me era Permanente.

Evidentemente Theo lo aveva notato, e gli ero infinitamente grata per questo, era forse l'unico che poteva capire avendo passato tutto quel tempo con me.

Stavo versando il caffè nelle tazze, le mani tremavano così tanto. Theo le vide, mi si avvicinò e le prese nelle sue.
Ero sul punto di piangere, avevo trattenuto così tanto in quelle settimane, la stretta alla gola costante che non mi faceva respirare, e la pressione nello scoprire cosa fosse successo a Liam.
Mi guardò dritto negli occhi: erano così belli che mi ci persi dentro, non erano azzurri, né verdi, ma di un castano così profondo, mi sentì fluttuare per qualche secondo.

-ce la faremo, ok?- le sue parole mi riportarono alla realtà.

Distolsi lo sguardo, abbassai la testa, lui tolse una delle sue mani dalla mia, ci prese delicatamente il mio viso, ri costituendo il contatto visivo.

-va bene?- disse gentilmente.

Scossi leggermente la testa per dire "sì"
E mi abbracciò. La stretta attorno al mio collo si allentò sempre più, ma le lacrime uscivano lo stesso.
Ci staccammo solo di pochi centimetri così che mi desse un dolce bacio sulla fronte. Mi asciugai le lacrime con la manica della mi maglietta, ero molto in imbarazzo, non ero mai stata abituata a mostrare le mie emozioni.

Tornammo in salotto con le tazze per tutti e ci rimettemmo a lavoro.

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