Fin da piccola mi sono sempre sentita diversa. Avevo qualcosa in più rispetto ai miei coetanei, ma col tempo capii che era meglio non farsi notare, ma a volte mi risultava difficile calmare i miei impulsi di scaraventare via i bulletti che importunavano le persone indifese... fu così che fui notata dal dottor Brenner.
Un giorno stavo tornando a casa da scuola col mio amato walkman e notai un gruppetto di ragazzi intorno a qualcuno, li riconobbi, facevano parte della squadra di basket della mia scuola, erano tutti dell'ultimo anno come me e spesso si divertivano a tormentare i malcapitati.
Mi avvicinai per capire meglio la situazione e vidi che si stavano passando tra di loro come se fosse una palla, il diario segreto di questa ragazzina in lacrime, credo che anche lei fosse del mio liceo, ma era più piccola, probabilmente del primo anno.
Non potevo far finta di niente, non è da me, quindi mi avvicina a loro per aiutare la ragazza a riprendersi il diario.
<ma non avete nient'altro da fare?> domandai infastidiata toccando la spalla di uno di loro
<e tu chi saresti?!> si girarono cercando di intimidirmi
<ridate il diario alla ragazza e scusatevi> risposi
<e perchè mai, ci stiamo divertendo; non è vero Sara?> chiesero ridacchiando rivolgendosi alla ragazza
<ridatemi il diario> piagnucolò lei
<smettetela> intervenni cercando anche io di strappargli il diario dalle mani
All'improvviso iniziò una specie di lotta tutti contro tutti per appropriarsi del diario e in questa baraonda, Sara venne spintonata a terra, subito cercai di rialzarla ma mentre ero china, qualcuno mise il piede sulla mia schiena nell'intento di tenermi a terra.
Subito qualcosa nel mio cervello scattò e il piede del ragazzo iniziò a fluttuare insieme a tutto il suo corpo, trovandosi a mezz'aria .
Il ragazzo urlò spaventato e anche gli altri si aggiunsero dandomi del mostro; cercai di far scendere il ragazzo, ma non riuscivo.
<fallo scendere, fallo scendere> continuavano ad urlare
<non riesco, non riesco> ripetevo il lacrime; la ragazza scappò via terrorizzata, lascandomi lì in preda al panico.
Si avvicinarono a me continuando a minacciarmi < sei un abominio>
<state zitti> urlai disperata e in quel momento vennero tutti spinti via cadendo a terra da una d'onda d'urto, anche il ragazzo che fluttuava; approfittai di quell'attimo di confusione per scappare via.
Corsi e corsi senza mai voltarmi indietro; una volta arrivata a casa mi chiusi in camera, tanto mamma non c'era, come sempre, chissà forse sarà a sbronzarsi il qualche bar al confine della città, pensai.
A notte fonda rientrò mia madre, la sentii, ma feci finta di niente; pensai all'indomani e al fatto che non volevo tornare a scuola, convinta che la squadra di basket avesse raccontato a tutti cosa avevo fatto.
<Rachel, devi andare a scuola> venni svegliata dalle urla furiose di mia madre <non la senti quella maledetta sveglia?!>
<non ci voglio andare> biascicai assonnata
<invece ci vai, oggi ho ospiti e non ti voglio tra i piedi>
Che madre amorevole, pensai ironica sbuffando. Mi vestii di corsa e scesi di casa, non presi il bus per evitare scenate da parte di qualcuno, anche sarebbe stato inevitabile...ormai ero rassegnata a subirmi occhiatacce e altre forme di torture che mi facevano uscire di testa.
Una volta giunta a scuola successe quello che mi aspettavo. Venni circondata da alunni di tutte le classi con l'accusa di essere uno strano alieno giunto sulla terra per distruggerla... che bell'inizio giornata, pensai cercando di dirigermi indisturbata in classe, sperando di stare tranquilla almeno lì. Ma così non fu, infatti iniziarono a volare bigliettini con mie caricature disegnate sopra e frasi come se fossero vignette di un fumetto e tutti ridevano guardando verso di me; volevo sprofondare, ero impaurita ed arrabbiata, ma dovevo resistere, dovevo trattenermi dal fare un altra scenata, ma i rumori nella mia testa aumentavano sempre più, rimbombavano insieme alle risate e sguardi dei miei compagni che diventavano sempre più assordanti.
Misi le cuffie nelle orecchie ma era tutto inutile, la testa mi girava, non riuscivo a sentire altro che le risate che rimbombavano sempre più nella mia testa.
<che c'è Rachel? i tuoi amici alieni ti stanno parlando?> ridacchiò un mio compagni di classe avvicinandosi al mio banco.
<basta> urlai in lacrime cercandomi di nascondere la testa tra le braccia sul banco; mi isolai nella mia mente cercando la tranquillità, ma i miei compagni non volevano arrendersi e qualcuno iniziò a tirarmi i capelli di dietro
<BASTA> urlai in lacrime, ma questo peggiorò la situazione perchè la prof di biologia si avvicinò a me rimproverandomi
<signorina Bucher è questo il modo di comportarsi? e cosa sono questi disegni? non siamo mica nell'aula d'arte>
<prof stia attenta sennò Rachel chiama i suoi amici alieni> cantilenò qualcuno e tutti gli altri si accodarono ridendo ed indicandomi.
<BASTAAA!!> mi alzai di scatto dalla sedia e dalla mia voce partì un altra onda d'urto che travolse l'intera classe facendo schiantare tutti banchi verso il muro travolgendo tutti, ferendo qualcuno.
<Rachel cosa hai fatto?> chiese la prof sconvolta. Non ci volle molto per allarmare l'intera scuola e chiamare subito mia madre e la polizia.
Attesi nell'ufficio del preside che la polizia e i professori decidessero cosa farne di me; di certo non l'avrei passata liscia stavolta, ero un pericolo per tutti.
<andiamo a parlarne in centrale> mi spiegò un poliziotto avvicinandosi alla mia sedia, con mia madre in lacrime di fianco a lui.
<o-ok> risposi con voce tremante e mi scortò nella sua volante.

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Subject 020// Stranger Things 4
FanficRachel è una studentessa dell'ultimo anno di liceo, ma c'è qualcosa di diverso in lei: una forza che non controlla che all'improvviso la sradicherá dalle sue certezze. Si ritroverà sotto le cure di un dottore che promette di aiutarla, ma capirà pre...