"Basta, Luke Hemmings, mi hai stufato, fuori dal mio bar"
"Ma Joe! Se sicuro? Stai buttando via l'anima del locale"
"Anima del locale, sentilo che sbruffone!"
"Quindi, non posso più entrare?"
"Ma che dici scemo, ci vediamo domani"
Luke ride e abbraccia il proprietario del bar, che è come un secondo padre per lui. i suoi amici se ne erano andati da una mezz'oretta, quindi si incammina verso casa. Si guarda intorno e non vede niente di vivo girare per Sidney. "Ma che ore sono?" si chiede. Torna a casa, ma sua madre non lo sente, è imbottita di sonniferi. Vede l'orologio, sono solo le quattro di notte, si aspettava di peggio. Sale le scale e si ritrova in un buco di stanza. Sta per mettere su un po' di musica, ma non lo fa perché vede una scatola sulla sua scrivania: sembrava un regalo. Si alza e si avvicina cautamente, non era un granché abituato alle sorprese. Erano dei CD, il tempo di riconoscere la faccia di Billie Joe Armstrong e Luke capisce che si tratta dei Green Day, sorride e sta per mettere un disco nello stereo, ma si ferma e ad alta voce dice "Come cazzo ci sono arrivati?"
Luke odiava non sapere, era abituato a sapere tutto, a conoscere quel poco che gli bastava. Guarda il giorno sul cellulare e capisce: Jack e Ben, i suoi fratelli più grandi, sarebbero dovuti tornare quel giorno. Appena Luke se ne ricorda va nella loro stanza, ma non li vede, scende velocemente le scale e pensa che se ne siano fregati di salutarlo e siano andati a salutare la dolce e bella Sidney.
"Piccola, sei l'unica che mi batte in conquiste" Luke ama così tanto la sua città da personificarla. Sta per uscire a vedere se i fratelli sono andati al locale dietro casa, poi sente dei rumori dalla cantina, quindi sorride, non troppo però, perché non vuole ammettere che gli sono mancati, scende ed eccoli lì: Ben era alto, molto alto, e così il fratello, stanno preparando delle casse e intanto canticchiano qualche vecchia canzone. Luke scende piano gli scalini ed esclama "Ascoltate ancora la stessa merda"
Jack scoppia a ridere e lo avvolge in un forte abbraccio, che quasi soffoca il ragazzo appena arrivato nella polverosa cantina, Ben gli dà un pugno per scherzo e gli fa "E tu non sei cambiato per niente"
"Quando siete arrivati, allora?"
"Tre ore fa, bello" risponde Jack con un sorrisone enorme.
"Bello, non si dice più un granché Jack."
Ben ride sottovoce, era molto più timido di Jack, che invece sembrava essere sempre super contento e soddisfatto della vita. Ben era andato in America a studiare legge, mentre l'altro per non fare niente dalla mattina alla sera.
"Scuola?" dice Ben.
Luke sospira e ride amaramente. "L'ho lasciata da un anno"
"Davvero?"
Luke fa si con la testa.
"E ora cosa fai?"
"Niente di che, noi, suoniamo qualche cazzata, facciamo qualche concerto"
"Fate dei concerti? Ma chi tu e quei tre?"
"Si, ne abbiamo uno al Rock Arena"
Ben strabuzza gli occhi e ride guardando il fratello che sta sudando: Luke sta mentendo, perché non vuole far vedere al fratello di essere e sentirsi uno sfigato. Un tempo lui e Ben erano molto uniti, poi si era trasferito e per tre anni non si erano fatti sentire un granché.
"Ho sentito che devi pagare un bel po' per entrare"
"Beh, ce l'abbiamo fatta" Luke si gira e sale le scale, attraversa il salone e velocemente ed esce fuori di casa, corre con l'aria fredda che gli arriva in viso e le lacrime che cominciano a scendere sulle guance. Vede arrivare qualcuno e allora cambia strada, imboccando una via molto familiare e comincia a rallentare. Luke ama le persone, in generale, ma odia come si comportano certe volte. Abbandonare un fratello così, se lo sarebbe aspettato da Jack, ma non da Ben. Lo aveva sostenuto sempre, lo avevano fatto a vicenda e poi di colpo non era rimasto niente. Poco a poco, non stava rimanendo più niente.