56. Un aiuto inaspettato

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«Tesoro, sei sicura che sia la strada giusta? Non voglio criticare il tuo senso dell'orientamento, ma ho la netta sensazione di essere già passata di qui almeno un paio volte».

Le due donne stavano vagando nella Foresta Dei Folletti da qualche tempo e purtroppo i timori di Sephyr si erano dimostrati fondati. Nonostante riuscissero a sapere la posizione del sole grazie alla magia di Shayra, dopo pochi passi in quell'intrico di rami e tronchi tutti uguali, smarrivano nuovamente l'orientamento ed erano costrette a ricorrere ancora all'incantesimo. Sephyr cominciava a perdersi d'animo, forse si era fidata troppo di se stessa ignorando gli avvertimenti della donna. Non le era mai successo di non riuscire ad orientarsi in mezzo agli alberi, forse quella foresta era veramente così pericolosa. Inoltre, continuava ad avere quella fastidiosa sensazione di essere osservata, ma a parte qualche animaletto selvatico, non avevano ancora incontrato anima viva e non era riusciva a scorgere qualcosa di sospetto tra la vegetazione, nonostante avesse i sensi all'erta da quando erano partite.

Si fermò improvvisamente e sospirò, dopodiché si voltò verso la matrigna di Lind con lo sguardo basso.

«Mi dispiace...mi sono di nuovo persa...possiamo...?»

Shayra capì al volo, sorrise affettuosamente annuendo e si apprestò ad appoggiare la mano al tronco dell'albero che le stava accanto. La ragazza però la fermò, appoggiandole una mano sulla spalla.

«Aspetta...posso...posso provare io?»

Shayra si illuminò.

«Ma certo! Mi stavo domandando quando me lo avresti chiesto...vieni qui!»

Le prese la mano destra e gliela fece appoggiare con il palmo aperto sul tronco dell'albero, poi la lasciò e si mise alle sue spalle.

«Ora chiudi gli occhi e inspira profondamente...» le sussurrò.

Sephyr fece quello che le aveva detto.

«Brava, ora trattieni il fiato e concentrati. Devi parlare all'albero attraverso la tua mano, chiedigli quello che vuoi sapere, ma attraverso l'energia che scorre nelle tue vene».

Sephyr inarcò le sopracciglia, non era sicura di aver capito cosa intendesse con quelle parole, ma ci provò. Immaginò la domanda nella sua testa e si concentrò sulla mano appoggiata al ruvido tronco. Dopo qualche istante provò una stranissima sensazione, sentì i polmoni svuotarsi, ma non stava espirando. Aprì gli occhi e vide la sua mano brillare di una tenue luce verde. Un rumore frusciante di foglie proveniva dalla chioma dell'albero e alzò lo sguardo. Funzionava, l'albero si stava muovendo per indicarle la strada da seguire. Sorpresa da quel facile successo, commise però l'errore di aprire la bocca per rendere partecipe Shayra della sua soddisfazione. La donna stava già sorridendo, forse ancora più felice di lei, e per questo non si accorse dell'errore che stava commettendo.

«Ci sono riusc...» non fece a tempo a finire la frase, il bagliore della mano si spense all'istante e l'albero tornò bruscamente nella sua posizione naturale con un rumore sordo. L'effetto frusta di quel movimento fece cadere un grosso ramo secco che sfiorò le donne, facendole sobbalzare. Sephyr trattenne un'imprecazione. Shayra si portò una mano al petto e sospirò.

«Scusa tesoro, è colpa mia. Non ti ho detto che non bisogna mai interrompere un incantes...» neanche Shayra fece a tempo a finire la frase.

«Io sapeva! Io sapeva che voi combinare guai! Sapeva che doveva tenere d'occhio! Cosa tu hai fatto a albero? Se non è capace, non fare queste cose, stupida ragazzina!»

La vocina provenne improvvisamente dalla loro sinistra, dal fitto della foresta.

Per qualche motivo, che al principio non seppe spiegare, Sephyr provò un brivido lungo la schiena. Entrambe si girarono e videro un folletto accigliato avanzare con il dito indice della mano destra puntato verso di loro con fare accusatorio.

Il Respiro Del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora