Il vortice dell'azzurro

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Pov.Max
Sto seduto sul divano e guardo come Alba va avanti e indietro per la casa cercando il suo telefono, sicuramente lo avrà messo da qualche parte in bella vista ma non lo vede, inoltre se continua così farà tardi a lavoro.
"Incece di guardarmi mentre cerco il mio telefono mi potresti dare anche una mano! "
Mi guardo intorno cercando di scovare l'aggeggio elettronico, ma di esso nessuna traccia. Mi soffermo su alba e noto una strana forma rettangolare dalla tasca.
Mi metto a ridere.Rido così tanto da farmi venire le lacrime agl occhi.  È così sbadata che non si accorge di nulla.
"Alba..."rido ancora coprendomi la faccia con le mani, possibile che sia così tonta?
"Si dimmi "dice un po scocciata con fare preoccupato, continua a guardarsi intorno sussurrando qualcosa di incomprensibile. Smetto di ridere o almeno ci provo
"Ce l'hai in tasca" scoppio a ridere nuovamente , questa cosa è troppo comica , non si può non ridere nemmeno volendo. Mi guarda in modo perplesso e preoccupato, forse sta pensando che ha fatto appena un enorme figuraccia, si guarda la tasca e rimane basita. Vedo attraversare il colore rosso sulla sia faccia.Poi mi guarda e dice
"Ma io lo sapevo che ti credi! Volevo vedere se eri attento tutto qui" si gira con sguardo imbarazzato, e inizia a toccarsi i capelli in modo nervoso , mi tengo lo stomaco per le risate. Dopo di che Alba si gira nuovamente a guardarmi , raggiunge la porta aprendola
"Vabbė ti lascio con le tue risate.Vado a lavoro a dopo" chiude la porta alle sue spalla
Riesco ,a stento ,a smettere di ridere tanto che non riesco a salutarla per bene.Quando smetto di ridere.Ripenso alla sua semplicità e ai suoi modi di fare...mi ricordano quelli di mia madre, sono uguali...dolce e forte allo stesso tempo.
Lei era il mio punto di riferimento, una guida , una salvezza .. Così candida. Mio padre la picchiava sempre,anche davanti ai miei occhi, ogni volta piangevo e mi mettevo nell'angolo della stanza con le ginocchia al petto e la testa china su di esse. Le urla erano strazianti come le unghie che graffiano la lavagna, sembrava un incubo ogni volta.. Ma ovviamente non mi svegliavo mai. Schiaffi e calci volavano su mia madre, maggiormente quando mio padre era ubriaco. Lei non faceva nulla, si parava soltanto, mio padre si fermava solo quando iniziava a tossire sangue accasciata a terra, poi scappava in camera piangendo. Lei si rialzava sempre respirando a fatica, si avvicinava a me gattonando, mi faceva alzare lo sguardo e mi asciugava le lacrime le sue mani ancora tremanti. Io la guardavo mentre lei con sguardo stanco mi sorrideva, a volte mentre respirava si sentivano i fischietti. Un rivolo di sangue usciva sempre dalle sue labbra color pesca , sottili  e belle, guance rosse un po per il pianto e un po per gli schiaffi.. Ogni volta si curava in bagno, non voleva nemmeno andare all'ospedale..ma, un giorno, ci fu un litigio più pesante degl altri...stavo in camera con loro, iniziarono nuovamente a litigare, come al solito, per una sciocchezza, questa volta lui non era ubriaco ma disperato, non ricordo molto il motivo per cui abbiano litigato ma ciò che mi ricordo bene è che mia madre mi allontanò da lei, mi disse di andare via.. Io andai dietro la porta e continuai a guardare, sentivo che sarebbe successo qualcosa e volevo aiutare mia madre se possibile. In quel preciso istante mio padre tirò fuori dal cassetto una pistola e iniziò a fare un monologo.. Mia madre implorò di non fare sciocchezze nominandomi varie volte sperando che cambiasse idea, gli occhi gli erano diventati gialli.. E premette il grilletto..l'ammazzò. Il corpo senza vita di mia madre cadde sul letto dietro stante e il viso si girò dalla parte dove mi trovavo io.. I suoi occhi verdi persero il suo colore diventando vitrei e senza vita, il suo viso dolce era corrugato ancora dall'espressione della paura, mio padre aveva ripreso il controllo e non appena si accorse di ciò che lo avevano indotto a fare, si chinò verso di lei tremando.. Le lacrime scesero copiose , iniziò a singhiozzare pesantemente prendendo il corpo inerme tra le sue braccia, la strinse a se e io vidi tutta la scena scioccato. Urlò il suo nome varie volte finché pian piano non diventò un sussurro.. L'adagiò bene sul letto, prese la pistola e si sdraiò sul letto affianco a lei
"Dio perdonami, angelo mio non avercela con me per il gesto che sto per compiere" continuava a singhiozzare "io spero di raggiungerti e di raggiungere Eleonor così da vivere felici come prima" poi si siucidò...mamma me lo disse sempre che mio padre era posseduto, molte volte lo portava a fare gli esorcismi ma io ero fermamente convinto che mio padre era forte, e che era impossibile una cosa del genere.. Iniziò a menarla molte volte e quando non era lui ,quindi tre volte su quattro, gli occhi gli diventavano gialli.. dal momento della loro morte ho iniziato a frequentare di piu la chiesa,ho iniziato ad aiutare i poveri...ho fatto tutto quello che era buono per la comunità tanto che mi volevano fare prete,ma non accettai non mi sentivo all'altezza...ma nonostante facessi del bene la gente mi guardava in malo modo...solo per lui.Per mio padre...per quello che faceva... E sopratutto per quello che aveva dentro.
Ma io sapevo che il bene ci stava e che se facevo del bene potevo salvare delle persone da tali cose, ho sempre provato a salvare tutti e così continuerò a fare per il resto dei miei giorni a venire.

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