"Lucas, Lucas... oddio è Lucas... è lui, presto venite, aiutatemi..."
La voce rotta dai singhiozzi di Claudia mi fece trasalire e balzai in piedi per precipitarmi, traballando, giù per la scala a chiocciola. Lorenzo teneva Lucas saldamente mentre entravano in casa. Il solito viso pallido del nostro amico non era nulla in confronto alla maschera di cera che portava in quel momento. Scure e profonde occhiaie gli cerchiavano gli occhi semichiusi. La braccia penzoloni lungo i fianchi lo facevano sembrare deforme e malato. La testa ciondolava a destra e a sinistra seguendo l'andature traballante di Lorenzo. Lo depose piano sul divano accanto al fuoco per riscaldarlo, lo coprimmo subito con cinque o sei coperte, ma nulla sembrava facesse aumentare la sua temperatura. Tremava come una foglia in balia del vento gelido delle montagne e respirava a fatica. Claudia gli stava vicino e lo accarezzava cercando di infondergli un po' di calore e tranquillità. Eravamo tutti molto più sollevati ora che eravamo di nuovo assieme ma le sue pessime condizioni di salute non erano da sottovalutare. I ragazzi si offrirono di andare alla polizia per avvisarli che era tornato e passare poi in farmacia a procurare qualche medicinale. Noi ragazze nel frattempo gli levammo i vestiti zuppi e gelidi per metterlo a letto, Gemma gli preparò una zuppa bella calda mentre io cercavo coperte per scaldarlo. Rimanemmo soli per pochi attimi, mentre Claudia cercava vestiti e maglie nella sua valigia.
"Lucas, come stai? Cos'è successo nel bosco la notte scorsa?"
Lucas non rispose a nessuna delle mie domande, semplicemente continuava a scuotere la testa a destra e a sinistra come per negare qualcosa. Più tardi anche Claudia tentò di farlo parlare ma tutto invano. Era caduto in uno stato catatonico e non sembrava volerne uscire. Quando Jessy e Lorenzo tornarono con le medicine Claudia cercò in tutti i modi di fargliele prendere ma lui rifiutava. I suoi occhi scuri sbarrati dalla paura mi mettevano a disagio. Non sapevo come comportarmi. Chiedergli se ricordava qualcosa, se voleva che chiamassimo i suoi genitori mi sembrava sfacciato. Ogni nostro sforzo era totalmente inutile. Alla fine lo lasciammo solo con Claudia, magari con lei avrebbe parlato poco alla volta.
Jessy mi chiamò in cucina e la sua espressione non mi piacque affatto.
"Mey, il poliziotto di stanotte lo ricordi? Ecco, non mi piace neanche un po'!"
"E come mai?"
"Beh quando sono andato a riferirgli che Lucas era tornato, ha riso, non era affatto sorpreso, e mi ha ribadito che ci aveva avvertiti che sarebbe tornato da solo."
"Beh ma questo non può essere un motivo di sfiducia nei suoi confronti, probabilmente voleva solo confortarci, come avrebbe fatto chiunque."
"Si, può essere, ma come lo giustifichi se ti dicessi che il verbale che abbiamo compilato stanotte era ancora fermo dove l'aveva lasciato?"
"Ma dai, ora non essere così diffidente, evidentemente l'ha rimesso lì dopo aver distribuito la descrizione di Lucas!"
"Senti Mey, io e Lorenzo siamo stati nei paesi vicini e della descrizione di Lucas non c'era traccia in
nessuna delle stazioni!"
Eravamo sinceramente entrambi molto preoccupati.
"Capisco, quindi che intendi fare?"
"Oh beh... non so...tenerlo d'occhio...penso..."
"Dai non possiamo farci nulla se lui non sa fare il suo lavoro... L'importante è che Lucas sia tornato... andiamo di la con gli altri, ora l'importante è non lasciare solo nessuno."
Con un cenno del capo capii che pensava la stessa cosa, cosi ci spostammo in salotto con Gemma e Lorenzo. Stavano accoccolati sul divano con un'espressione triste in volto.
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CUSTODE DELLA LUCE
FantasyUn lampo verde brillantissimo che squarcia il cielo, proprio nel momento in cui il sole scompare all'orizzonte, potrebbe mai cambiare la vita a qualcuno? Direi di si. A Melany l'ha cambiata eccome. La sua vacanza sella neve si è trasformata in una...