IF WE EVER MEET AGAIN

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CAPITOLO 2: GUARDAMI DENTRO



Il giorno seguente si svegliarono a mattina già inoltrata, lui con tutte le ossa a posto, segno che non si era avvicinato a lei nel sonno. Presero i loro rispettivi bagagli e dopo aver fatto colazione (anche quella pagata da Nami) lasciarono la locanda diretti nel villaggio vicino.

Con loro grande sfortuna, lo trovarono molto più esteso di quello dal quale se n'erano andati, riducendo così le loro possibilità di trovare Magatsuhi in tempi brevi.

Girarono e rigirarono in lungo e in largo, cercando di captare informazioni dai discorsi della gente per strada. Molti fuggivano anche da loro, non appena riconoscevano Zoro.

Riuscirono a trovare tracce dei pirati a pomeriggio ormai inoltrato. Si recarono sul luogo, trovando una strage di cadaveri a terra, gente che urlava e piangeva, sangue dappertutto. Le voci su Magatsuhi erano fondate, adesso ne avevano la prova schiacciante. Nami si portò una mano alla bocca, guardando la scena inorridita. Lui, di carattere più forte e avvezzo a certe cose, si limitò a pregare un Dio nel quale nemmeno credeva che le anime di quella gente potessero trovare pace.

Non ebbero il tempo per i convenevoli, perché Magatsuhi fece la sua comparsa in scena. Ridendo sguaiatamente, circondato dai suoi uomini che gli facevano eco, trasportava un sacco pieno di oggetti di valore, appena estirpati a quella gente. In quel momento provò rabbia, perché quell'uomo rideva della morte. E chi ride della morte, non merita di vivere.

Deciso a prendersi la sua taglia e fare giustizia, si parò davanti a lui, aspettando che si avvicinasse. Nami, impaurita, si era nascosta dietro la sua schiena. Se fosse scappata in quella calma mortale, di certo l'avrebbero presa. Magatsuhi non tardò ad arrivare al suo cospetto, fissandolo con quel fare sadico che lo caratterizzava.


Guarda guarda chi abbiamo qui...Roronoa Zoro...Sei qui per riscuotere la mia taglia?- lo stuzzicò.

A dire il vero non rientrava nei miei piani, ma visto che ci sono perché non approfittarne?- ribatté.

Ahahahahah! Credi di potermi battere?!- lo fissò con aria di sfida.

Ne sono certo- ricambiò, sicuro di sé.

Bene, allora vediamo che sai fare!- lo invitò a procedere con la prima mossa, mentre alla sue spalle la ciurma si faceva beffe di lui, sicuri della vittoria del loro capitano.

Con piacere!- estrasse le spade, mettendosi in posizione di attacco e girando di poco il capo indietro per guardare Nami, ancora nascosta dietro di lui - Forza, va' via di qui. Ci penso io a lui-


Ancora tentennante dalla paura, la rossa annuì, recuperando il suo sacco e correndo a nascondersi in mezzo alle case.


Nelle ore che seguirono prese parte a uno dei duelli più complessi nonché entusiasmanti che avesse mai ingaggiato. Magatsuhi era un avversario degno della sua fama, e lo aveva messo in difficoltà più volte.

Alla fine, però, con un colpo da maestro era riuscito a conquistare la vittoria. Il corpo del pirata giaceva al suolo malridotto, mentre lui cercava di riprendere fiato dopo aver riposto le sue spade nei rispettivi foderi. Il resto degli uomini se l'era data a gambe per non fare la fine del loro capitano, e quelli più audaci che avevano provato a vendicarlo avevano fatto la stessa fine.

I sopravvissuti al saccheggio di Magatsuhi erano rimasti nascosti tutto il tempo ad osservare il duello, pregando per la buona sorte di quel ragazzo del quale non conoscevano nemmeno il nome. Fortunatamente per lui, fra loro c'era anche il sindaco del paese, il quale lo ringraziò a nome di tutti per poi dargli una brutta notizia: i pirati di Magatsuhi avevano rubato loro ogni avere, perciò non c'era denaro necessario per pagare il suo operato. La somma che ammontava sulla testa di quel pirata era troppo grande. Tuttavia non se la prese, sapeva che non era colpa di quella povera gente, senza contare che se Nami avesse recuperato il bottino in mezzo ci sarebbe stata anche le sua parte.

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