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Le occasioni in cui Minho usciva con gli altri due amici di Jisung erano rare, ormai, siccome preferiva stare solo con quest'ultimo e né Chan né Changbin sembravano essere offesi da ciò in alcun modo. Jisung, a quanto pareva, li vedeva ancora di tanto in tanto, andava a casa di Chan per produrre una nuova canzone insieme, o usciva di casa quando i suoi amici gli chiedevano di farlo.

Nulla di strano, era lo stesso per Minho e per i suoi amici. Passava la maggior parte del suo tempo libero con Jisung, ma trovava ovviamente ancora tempo per il resto dei suoi amici. Non li avrebbe mai messi da parte per qualcun altro.

Minho non aveva alcuna idea rispetto a se Hyunjin avesse fatto alcun progresso con la nuova parte della sua identità e con Changbin, ogni volta che erano insieme si perdevano a parlare di altro oppure erano sempre fuori nella confusione della loro città. Pensava che avrebbe dovuto avvicinarsi un po' di più al suo migliore amico, tenerlo vicino a sé in caso fosse giunto ad una conclusione troppo vicina a quella di Hyunjin.

Stare in compagnia di Chan, però, non gli dispiaceva troppo, soprattutto non quando Jisung era presente. Lì, nella tranquillità del suo appartamento, disteso sul divano, intento a guardare i due altri ragazzi lavorare.

Erano seduti al tavolo a pochi metri di distanza, uno di fronte all'altro, con Jisung che si alzava di tanto in tanto e camminava fino ad arrivare dal lato del suo amico, abbassando la testa per guardare più facilmente lo schermo del pc di Chan. Quest'ultimo lo cacciava via con la sua mano destra, chiedendogli di dargli ancora un po' di tempo, indossando di nuovo le cuffie e lasciando Jisung da solo a scrivere qualcos'altro.

Era quasi come se si fossero dimenticati della sua esistenza, ma a Minho non dava affatto fastidio. Non gli dava fastidio poter guardare Jisung quando i capelli gli ricadevano sulla fronte, e li spostava all'indietro con una mano anche se poi tornavano esattamente nello stesso punto. Non gli dispiaceva guardare la sua espressione concentrata o le sue braccia scoperte o il tatuaggio sul suo braccio o il modo in cui la sua t-shirt aderiva perfettamente al suo corpo. Non era un problema restare in silenzio per poi poter sentire la sua voce leggera canticchiare un paio dei versi della sua canzone. Affatto.

Non sapeva come reagire quando i loro occhi si incontravano, ma ogni volta che succedeva Jisung tornava subito dopo a concentrarsi, come se nulla fosse mai successo, tradito solo da un lieve sorriso sulle sue labbra. E a Minho dava fastidio piuttosto il modo in cui non riusciva a bloccare il suo di sorriso, un riflesso naturale a cui si era quasi ormai abituato. Era ancora fastidioso.

–Okay, ho finito. Vieni.– disse Chan, togliendosi le cuffie e porgendole a Jisung, che nel frattempo si era alzato e lo aveva raggiunto.

Minho sospirò, lasciando ricadere la sua testa contro il bracciolo del divano e attirando inconsapevolmente l'attenzione di Chan.

–Sei sicuro di voler stare lì a non fare niente?– gli chiese, girandosi verso di lui.

–Shhh.– lo rimproverò Jisung, facendogli segno di allontanarsi e rubandogli la sedia una volta che Chan si era alzato.

–Non è che ho molto da fare a casa, comunque.– rispose Minho.

–Qualcosa mi dice che è una bugia.– commentò Chan, dirigendosi verso la sua cucina.

Minho non rispose, pur sapendo che quella era la verità. Aveva un sacco di cose da fare, come al solito, ma preferiva stare per un po' con Jisung. Anche se lui era impegnato a fare qualcos'altro.

Quando Chan tornò indietro, dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua, si avvicinò a lui, accovacciandosi davanti al divano e richiamandolo con un dito contro il suo braccio. Minho sbuffò, ma si girò verso di lui poco dopo. –Che c'è?

secret secret | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora