Pill n.397

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Giorno 5

Steve fissava l'orologio. La lancetta dei secondi che correva prendeva tutta la sua attenzione, finché non superò la cima ed anche quella dei minuti si mosse. Sbuffò. Era annoiato. Distolse gli occhi, e delle voci fuori dalla porta catturarono il suo interesse.

Infermiera: Gli orari di visita sono più tardi, non possiamo farla entrare, signorina.

Eve: La prego. Starò per poco... Devo solo portargli questo e... Salutarlo.

Infermiera: Potrebbe star dormendo.

Eve: Allora gli lascerò il suo regalo ed uscirò subito! Jude, aspettami qua fuori.

Steve: È Eve...

Sentendo la porta aprirsi, d'istinto, andando nel panico si buttò sul cuscino e finse di dormire. La ragazza entrò nella stanza, con un mazzo di fiori in mano. Non disse nulla, vedendolo addormentato, e piuttosto li poggiò ai suoi piedi delicatamente. Steve sentì il peso minimo, ma cercò di non mostrare nessuna reazione.

Eve: Ciao, Steve. Ti ho portato... Un po' di fiori, come... Tu hai fatto per me.

La sua voce era bassa, eppure Steve non si perdeva una parola.

Eve: Fa così strano. Visitare te all'ospedale. È come un'inversione di ruoli.

Seguì una pausa di silenzio. Eve sospirò, con un'espressione afflitta.

Eve: Io non capisco... Perché l'hai fatto?

Steve deglutì, cercando di non farsi vedere, combattendo la voglia di aprire gli occhi.

Eve: Per colpa mia, tu... Se solo avessi reagito prima, forse...

Lei strinse i pugni.

Eve: Il giorno in cui avrei voluto...

Singhiozzo.

Eve: Finirla, io... Volevo mandarti un messaggio in segreteria. Inizialmente, lo stavo registrando, però poi... Avrei tanto voluto dirti che...

La frase si interruppe, mentre Steve sentiva che la ragazza stava piangendo. Non riuscì più a star fermo. Si alzò, aprendo gli occhi, e istintivamente cercò di cingerle le spalle con le mani. Vendendo un movimento, Eve fece un salto all'indietro spaventata.

Steve: Scusa, scusa! Volevo solo... Hai ragione, non vuoi essere toccata. Colpa mia.

Lei arrossì, ancora con le lacrime agli occhi.

Eve: Ti ho svegliato? Accidenti, scusami, pensavo che...

Steve: No no. Mi... Mi sono svegliato da solo. Tranquilla.

Alzò gli occhi verso l'orologio: erano passati già dieci minuti? Lei si asciugò le lacrime con la maglia, un po' titubante.

Eve: Mi sembra... Che tu stia meglio.

Steve: È così. Mi sto... Esercitando per riprendere a camminare. Starò... bene.

Sobbalzò e prese i fiori.

Steve: Girasoli! Mi piacciono. Tanto. Grazie.

Eve sorrise.

Eve: Sono contenta.

La ragazza strascicò il piede a terra, imbarazzata, mentre anche lui non trovava niente da dire.

Steve: Gli allenamenti?

Eve: Tutto bene. Ma tu?

Steve: Perché lo chiedi?

Eve: Ti vedo... Un po' pallido. Sicuro che vada tutto bene?

Lui prese un po' di tempo prima di rispondere

Steve: Non vedo il sole da un po', ma... Uscirò presto. È una promessa.

Eve: Ed io ti attenderò con ansia.

I due si guardarono negli occhi per un lungo istante, prima che Steve chiedesse, perplesso

Steve: Hai detto "io"?

La ragazza impallidì ed il suo viso si infiammò.

Eve: Ehm, cioè... Vedi, il fatto è che...

La porta si aprì di nuovo.

Infermiera: Signorino Grim. È tempo di fare un po' di pratica.

Eve: AHAHAH sì certo allora ciao Steve, ci vediamo dopo, addio per sempre!

E corse fuori, sbattendo la porta dietro di sé. Steve rimase a fissare la porta, inebetito, con le gote rosse.

Infermiera: Tutto bene?

Steve: Cosa? Oh. Come no. Più che bene...

Inazuma Pills 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora