Capitolo 24

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Il lunedì mattina si trascina inesorabilmente lento. Quando apro la porta di casa, tornata da scuola, l'ultima cosa che mi aspetto è vedere una ragazza.

E che ragazza: è stupenda.

È alta, un fisico da paura, gambe spettacolari messe in mostra da jeans aderenti e tacchi vertiginosi. Il top azzurro mare si abbina ai suoi occhi, grandi e contornati da una linea di matita scura. La pelle del viso è perfetta: neanche un piccolo segno di brufoli.

I lunghi capelli mossi neri le ricadono sulla schiena.

-Ma...-, dico, disorientata dalla bellezza di questa dea dell'Olimpo.

-Oh, ciao! Che piacere conoscerti, finalmente! Io sono Laura.-, mi fa lei, in tono caldo e gioviale.

Minchia. Che colpo che ha fatto Tom stavolta. Sorrido, mostrandomi cordiale.

-Piacere mio, sono Teresa, la sorella di Tommaso.

Ci stringiamo la mano. La sua ha le unghie dipinte di un intenso blu scuro.

-Quanti anni hai?-, le chiedo, perché sono incuriosita.

-Ventisette. Tu?

Ne ha anche trovata una più grande. Buon per lui.

-Ventitré.

Mi sento così piccola e insignificante di fronte a questa donna stupenda. Ma cerco di ignorare il lieve sentimento di disagio.

-Ora vado, tesoro. Spero di incontrarti di nuovo!

Ma perché sono tutti fissati con 'tesoro'? Mah.

-Ciao, Laura. Buona giornata.

Suono molto rigida e fredda, ma non mi interessa, perché è il massimo che posso fare.

Mi giro a guardarla camminare. Non accenna minimamente a inciampare su quei tacchi altissimi.

Mentre vedo che se ne va, una figura cammina verso di me.

Il mio stomaco fa una capriola quando vedo il ciuffo di capelli decolorati.

Ma una capriola bella tosta, di quelle senza mani e con spaccata incorporata.

Ho le viscere sottosopra quando mi raggiunge e mi dice: -Ciao.

-Ciao-, farfuglio, in confusione. Cosa ci fa qui?

Mi abbraccia. Rimango impalata per un attimo, poi gli avvolgo le braccia in vita. Lì mi sento così bene. Quel profumo mi fa sentire... protetta.

Inspiro a fondo quella fragranza che mi è diventata così familiare in così poco tempo.

-Come mai qui?-, chiedo, la voce soffocata dalla sua maglietta.

-Passavo-, dice vago.

-Capisco-, dico poi.

-Ti va di entrare?-, chiedo.

-Certo, ma mi togli una curiosità?-, mi chiede poi.

-Sì, dimmi.

-Chi è quella che è uscita da casa tua prima?-, mi fa, con un tono di voce confuso.

Ci rimango un pizzico male. Non ci credo. Sono gelosa. Mi prenderei a schiaffi.

-La fidanzata di Tom-, rispondo, senza dare troppo a vedere le mie emozioni.

-Perché?-, faccio poi.

Something's Gotta Give || Jack BarakatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora