Capitolo 2

30 3 2
                                    

Finii di mettere nei cassettoni la mia roba.

Sapevo che ero stata immensamente disordinata, ma non m'importava.

Erano le dieci di sera ed era troppo tardi per vedere o fare qualcosa di costruttivo e troppo presto per addormentarmi, così mi stesi sul letto con la testa che penzolava dal un lato, e mentre vedevo i capelli strisciare per terra cercavo di farmi venire qualcosa in mente da fare.

quando ero piccola, ricordai, in ogni casa nuova suonavo "Welcome to my life" dei Simple Plan, quindi presi la chitarra e mi appollaiai sull'enorme letto iniziando a cantare

"to be hurt

to feel lost

to be left out in the dark.

to be kicked when you're down

to fell like you've been pushed aroung

to be on the edge of breaking down

And no one's there to save you

No, you don't know what it's like

Welcome to my life.."

ricordai anche che mia madre la cantava sempre ed era così felice quando lo faceva..

finita la canzone inizia a cantare insieme alla mia radio, che, evidentemente posseduta, si era accesa da sola con Demi Lovato che urlava sulle note di Up insieme ad Olly Murs.
Posai la chitarra e iniziai a saltare sul letto come una drogata cantando come una pazza credendo e mentendo a me stessa che non mi avrebbe sentito nessuno.

Quando la canzone finì mi lasciai cadere sul letto sprofondando nelle deliziose coperte e mi misi comoda per stare un po' col telefono, magari su Youtube, ma il mio momento di pace venne interrotto dalle fragorose risate che provenivano da sotto la mia finestra.
Mi alzai di peso dal letto, sapendo di dover soddisfare la mia incredibile cuoriosità.
Mi avvicinai alla finestra aggiustandomi i pantaloncini e si presentarono alla mia vista cinque ragazzi.
quello biondino era piegato in due dalle risate, il tipo con i capelli neri e un po' rasato lo indicava ridendo, i due ragazzi bruni, uno con i capelli più lunghi e uno con un ciuffo tirato indietro si erano appena dati il cinque e ridevano mentre un ragazzo riccio aveva la testa buttata indietro ridendo come un pazzo.
Cavolo se erano belli.
Mi ricordai del bagno e del terrazzino così corsi in bagno e mi affacciai per ficcare il naso e scrutare meglio la situazione. 

-...e poi lei ha detto "ma Harry io ti amo!" e io le ho risposto "si, anche il mio amichetto ama il tuo culetto" e le ho chiuso la porta in faccia.-
Iniziarono tutti a ridere mentre io rimasi a bocca aperta sussurrando -ma che cazzo?! no, vabbeh- e mi misi a ridacchiare anche io pensando a quanto fossero idioti. 

Restai sul balcone ancora un po', seduta per terra e vedendo quanto erano sexy quei ragazzi, sopratutto mentre fumavano.
Dopo un po' venne voglia anche a me di fumare, così mi accesi una sigaretta sperando che mia madre non venga a cercarmi e mi becchi.

Rilasciai con uno sbuffo, forse un po' troppo forte, l'ultimo tiro della sigaretta e buttai giù il mozzicone, quando gli occhi di quei ragazzi si posarono su di me. Cercai di rimanere il più impassibile possibile e cercando di non sembrare la solita sbadata che cade ovunque. Mi alzai lentamente, cercando di essere sexy, ma sapevo che in realtà sembravo un'ape che faceva fatica ad alzarsi in volo.
Mi aggiustai la canotta che era salita sopra l'ombelico e staccai l'aderente pantaloncino dal sedere, che si era attaccato a causa del sudore. Mi aggiustai i capelli arruffati, e senza di degnarli di uno sguardo entrai in casa sculettando.
Mi guardai allo specchio dicendo -ma che cazzo ho appena fatto?-
certo, volevo una nuova vita e trovarmi degli amici, ma avevo appena fatto la troia davanti a cinque ragazzi sexy che probabilmente mi avevano guardata durante tutti i miei movimenti.

uscii dal bagno e mi guardai allo specchio per intera e mi sistemai i capelli, come al solito, lisci e piatti come un foglio.
Misi in giù la testa e mi feci la solita crocchia improvvisata lasciando liberi due ciuffetti davanti. Cavolo, ero proprio disordinata.
Me ne fregai e mi distesi sul letto leggendo sull'orologio che erano le undici.
Proprio quando stavo per appisolarmi, però, sentii di nuovo delle voci sotto la finestra. Mi avvicinai di nuovo curiosa e sentii -Dio, ma chi era quella?-.
Il riccio aveva gli occhi verso il balcone e vedi i suoi occhi verde smeraldo e le sue carnose labbra tormentare dalla sua lingua e dai suoi denti che continuavano a morderle ed idratarle.
Poi vidi i suoi amici ridacchiare ed allontanarsi da lui, che dopo un po' si avviò verso di loro.

Sorrisi e mi distesi sul letto, stavolta cadendo in un sonno profondo.

Never let me go || H. E. S. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora