Capitolo 4

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il mattino dopo mi alzai notando le chiamate perse della mia migliore amica a distanza, forse l'unica amica che avevo, forse l'unica amica vera che avevo conosciuto.

Sorridendo la richiamai mentre mi stiracchiavo e so che molto probabilmente somigliavo più ad una formica che si contorceva sotto una scarpa, ma me ne fregai e ascoltai i quattro, cinque squilli proveniente dal telefono.


-ELLEEEEEEEEEEEEEEEEE- urlò Mila attraverso il telefono.


-EMMEEEEEE! mi manchi..- piagnucolai.

non ci vedevamo da 2 mesi e avevo voglia di un suo abbraccio.


-Lo so. Manco a molte persone-


-ma va!- dissi ridendo di gusto.

quando voleva, e ovviamente scherzava, diventava megalomane e vanitosa per poi urlare un "STO SCHERZANDO, HEI!" per smentire tutto.

La amavo.


-Perchè non vieni un po' qui? Magari resti un mese...- dissi con voce speranzosa.


-Mmh... non lo so... mi stai un po' sul culo- mi rispose.

Iniziammo a ridere e quando ci ricomponemmo gli diedi della scema e mi disse che avrebbe provato a convincere gli esigenti genitori.

Dopo tutto era stata promossa con il massimo dei voti quindi poteva anche meritarselo, anzi, lo pretendeva.


Quando chiudemmo la chiamata mi alzai e raggiunsi il bagno in punta di piedi per finire di stiracchiare anche quelli.

Mia madre avrebbe dovuto essere già scesa così, non avendo nulla da fare vedendo la bellissima giornata solare fuori mi vestii con dei pantaloncini cortissimi di tuta color blu scuro ed una canotta verde scuro. raccolsi i capelli in una coda altissima e indossando delle scarpa da ginnastica impugnai anche il mio telefono con già le cuffiette attaccate.

Presi anche le sigarette e scesi di fretta uscendo poi dalla porta di casa.


Mi guardai un po' intorno e iniziai a correre sul marciapiede di una lunga strada con dei gradi prati estesi ai lati e delle possenti villette tutte molto simili alla nostra.


Nelle cuffiette c'era una canzone di Miley Cyrus, country quanto pop e con ritmo correvo sorridendo: quella canzone mi metteva allegria.


Corsi per una ventina i minuti poi mi girai e tornai indietro verso casa, dato che il mio esile corpo reclamava una doccia rinfrescante, o magari un bagno rilassante.


Sulla stradona regnava il silenzio, ma un furgoncino dei gelati interruppe sia il silenzio che la mia concentrazione, e da ottima golosa mi avvicinai quasi con la bava alla bocca.


Mangia il gelato al caffè e cioccolato sotto un albero di un parchetto dove si era fermato il furgoncino, quando da lontano vidi la possente figura di quello che sembrava Harry con una biondina alla quale mancavano solo gli occhi a cuoricino e potevi solo approvare che era cotta del ragazzo che aveva di fianco.


a Harry sembrava non importare molto di lei. Sembrava menefreghista, quasi mi dispiaceva per la ragazza mezza nuda che continuava a strusciarsi contro il braccio muscoloso di lui.


Agitai la testa e finii il gelato nella più massima tranquillità e velocità, e quando mi alzai raccogliendo il telefono, che avevo lanciato sull'erba, avvolto tra i fili delle cuffiette, Harry mi guardò e mi salutò con un sorriso, uno di quei sorrisi che ti toglievano il fiato coronato dalle due fossette perfette che comparivano sulle sue guance.

Si aggiustò il ciuffo riccio e ribelle e si avvicinò sotto lo sguardo della biondina che sembrava incazzata e disapprovare quello che stava facendo.

Il cuore mi balzò in gola: che diamine voleva?

La mia testa iniziò ad urlare "sei stronza. sii stronza. okay?".


Arrivò davanti a me e inumidendosi le labbra con la lingua per poi mordere il labbro inferiore disse -stasera un mio amico da una festa. Visto che sei nuova perchè non ci vieni?-


-Mi stai dicendo che sono stata invitata da un ragazzo di cui conosco solo il nome e l'età di andare ad una festa di un suo amico di cui non conosce nemmeno il volto?- dissi sarcastica.


-In pratica si- disse sorridendomi e aggiustandosi i capelli ricci.


-perchè dovrei venire?- incrociai le braccia sotto il seno prorompente spostando il peso del mio corpo su un piede e alzando un sopracciglio.


i suoi occhi erano incatenati ai miei fino a quando non abbassò lo sguardo mordendosi il labbro: mi aveva visto le tette, per caso?!

-Boh, sei sexy, sei nuova ed è estate, che è sinonimo di divertimento, quindi accetta e basta, no?- mi incitò facendomi un sorrisetto.


-Okay, accetto solo perchè non ho nulla da fare e la mia serie tv preferita è finita.- gli dissi sorridendo e puntandogli un dito contro come in senso di avvertimento.


-Allora ti passo a prendere stasera alle undici, forse undici e mezzo. Ci vediamo!- esclamò allontanandosi e agitando una mano in senso di saluto.


Gli sorrisi e incalzai le cuffiette ricominciando a correre mentre nella mia testa frullavano mille pensieri come: che cavolo indosso adesso?!

Never let me go || H. E. S. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora