"piacere, Clouds" Gli sorrisi. Cercando poi di togliere i miei lunghi capelli dalla faccia per il forte vento dissi "è bello qui" quasi con un animo un po' sognate
"si molto, ma dopo un po' diventa noioso e monotono"
"Niall! Muoviti che dobbiamo andare!" ci girammo insieme e sentimmo una voce e una figura femminile che il ragazzo fu molto contento di vedere e rispose con un cenno di arrivo.
"Bé, io devo andare, è stato un piacere Cla-"
"clouds" sorrisi. "piacere mio, spero di poterti incontrare di nuovo, ciao". Mi girai e tornai sugli asciugamani dei miei amici e mi stesi senza neanche mettermi in costume chiudendo gli occhi per poter ricordare ancora gli occhi di quel ragazzo. Ad un certo punto sentii le mani ghiacciate di qualcuno contro la mia pancia. Urlai al contatto con la pelle sconosciuta e subti riconobbi James che rideva come un matto insieme a Kate.
"siete due stronzi" iniziai subito.
"sembra che non ti abbiamo sentito solo noi" rispose Kate guardando lontano.
Pregai che non fosse quel ragazzo, il ragazzo, Niall. Mi girai e purtroppo era proprio lì in piedi con gli occhiali da sole che rideva mentre passeggiava di fianco alle cabine e le docce.
Mi girai di scatto verso il mare cercando di coprire con le braccia la mia pelle diventata rossa.
I ragazzi si sedettero da parte a me e cominciarono a giocare a carte mentre io con le cuffie mi alzai per camminare alla riva del mare non pensando a niente. Era partita una canzone triste così feci finta di in un video musicale e iniziai ad osservare con sguardo nostalgico il mare che già stava iniziando a colorarsi di sfumature di arancione e di rossiccio con il sole che pian piano stava immergendosi nel mare all'orizzonte.
Mi stavo un po' annoiando così decisi di fermarmi su qualche scoglio e chiamare Marco.
Marco era il mio "ragazzo". Bè si, più o meno, una cosa del genere, uscivamo insieme da qualche tempo e quindi si, era una sorta di "mio ragazzo". Era anche il ragazzo che all'inizio del collegge ho iniziato ad odiare più di me stessa perché, essendo italiano, aveva messo in giro la voce della traduzione italiana del mio nome così da quel giorno tutti i ragazzi, quando passavano, mi salutavano con il nome di nuvola.
"Tesoro" sentii la voce del ragazzo dall'altra parte dell'apparecchio
"ciao !" risposi solamente pensando a quanto mi mancasse. Era una delle persone più importanti della mia vita, c'è sempre stato, e si sarebbe stato per sempre, nel bene o nel male.
"come sta,l'amore della mia vita?" purtroppo però lui aveva preso troppo sul serio questa sorta di relazione che si era formata e che era cresciuta pian piano durante l'ultimo anno.
"così, un po' già mi manca tutto" ero un po' strana, provavo felicità ma anche tristezza, qualcosa così.
"la mia piccola che sta crescendo" continuò lui.
"già.." sospirai non sapendo più come portare avanti la conversazione "mi dispiace, ti scrivo dopo okay? Devo andare ora, sono ancora in spiaggia e il sole sta già tramontando"
"ci sentiamo dopo amore"
"si, ciao".
Riattaccai e tornai indietro, con un passo più veloce di prima sperando che i miei amici non mi avessero lasciato da sola cosache abitualmente erano soliti a fare.
Risalii la spiaggia e quando arrivai al posto dove ero seduta qualche ora prima trovai solo la mia borsa con un bigliettino attaccato.
"se sei con quel biondino non venire con noi, ma se sei sola torna in hotel che dobbiamo uscire. Muoviti. Xx"
"kate.." risi leggermente.
Cercai di pulirmi un po' i piedi dalla sabbia che si era appiccicata alle mie dita poi misi le mie infradito, presi la borsa e mi diressi verso il lungomare.
Tirai fuori il telefono prima di allontanarmi del tutto dalla spiaggia e scattai una foto per ricordare la prima giornata trascorsa lì – ce l'ho ancora quella foto. E' appesa alla mia parete con altre foto, se la si guarda bene, sul lato destro si riconosce lo stesso ragazzo del pomeriggio che stava mettendo a posto alcuni lettini.- riguardando l'immagine mi accorsi della sua presenza così alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi di nuovo e quando riuscii a riconoscerlo urlai da lontano un "Niall" e mi avvicinai correndogli incontro.
"ehi ciao" mi rivolse un sorriso, aveva i lettini sulla sua schiena e il sudore evidente che colava dal suo viso per il calore della giornata e il peso degli oggetti. Un'immagine che mi fece rimanere a bocca aperta. Era meraviglioso.
"ehi" gli dissi con un po' di imbarazzo "sai dove si trova l'hotel Aurora?" mi inventai una scusa per passare anche cinque secondi in più con lui.
"oh si certo, ci passo quasi sempre quando torno a casa, se aspetti cinque minuti ti ci accompagno io" mi sorrise.
"certo" dissi contenta guardando la sua figura che già mi stava superando per andare a finire in uno stanzino dietro le cabine e le docce, in fondo alla spiaggia.
"ci sono" mi avvertì poi tornando da me in tutto il suo splendore con i suoi occhiali sugli occhi e una maglia bianca differente rispetto a quella del pomeriggio.
"perfetto" ricambiai con un sorriso e insieme ci incamminammo. Durante il tragitto ero evidentemente in imbarazzo, perché era un ragazzo che avevo conosciuto da meno di qualche ora e adesso ero già lì con lui che mi stava accompagnando all'hotel dove alloggiavo.
"così Niall" parlai con voce tremante "il tuo lavoro è quello di.."
"faccio animazione alla spiaggia, mi occupo un po' dei bambini ma molte volte gioco anche con i ragazzi"
"dev'essere interessante" cercai di mandare avanti la conversazione in qualche modo
"si lo è, ma diciamo che i bambini sono un po' troppo capricciosi" rise
"sicuramente sai come gestirli"
"bè, molte volte lì prendo in braccio e li metto a testa in giù nel mare finché non la smettono" fece spallucce.
"Cosa ?!" spalancai gli occhi davanti a me e mi fermai di colpo facendo sbattere la persona dietro di me contro la mia schiena. Mi girai e chiesi cordialmente scusa mentre il vecchio mi superava borbottando e Niall rideva come un matto. Oh cazzo la sua risata.
"scherzavo Clou" Clou. Niall qualcosa di cognome mi aveva dato un soprannome. Stavo letteralmente per svenire e mi sentivo sudare quando "eccoci arrivati. Se ti devo accompagnare anche in stanza dillo, prima che ti perda nel mezzo dei corridoi di questo albergo" rise di nuovo ed io imbarazzata mi coprii le guance con le mani e gli dissi che non ce n'era bisogno, ringraziandolo successivamente.
"non c'è bisogno di ringraziare" rise "ci vediamo" e con un cenno continuò la sua passeggiata verso casa.
Entrai e chiesi alla ragazza che stava alla reception la mia chiave per poi prendere l'ascensore e premere sul numero 3.
L'ascensore era talmente lento che mi stava salendo una crisi di nervi. Diedi un colpo con il mio debole piede ad uno dei lati di quello scatolone e quasi si fermò.
"cerchiamo di non far danni" ma proprio in quel momento..
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Without you
FanfictionForse questa storia non andava mai scritta, questa cosa mai raccontata, mi sento male a ricordarti, ti vorrei qui anche adesso, addio Horan. Clouds