Capitolo 21

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Ci fu qualche minuto di silenzio, poi disse:"...si, stranamente di te mi fido e ti direi la verità..."
Sorrisi.

Il giorno successivo andai come al solito a scuola. Il pomeriggio precedente lo avevo passato con Lorenzo, mi faceva sentir meno la mancanza dei miei amici e di Nathan.
Ero comoda al mio posto quando Claudia mi raggiunse.
"Ciao, chi era quella rossa?"
"Anna." risposi impassibile io.
"É una vera stronza! Quell'Anna é una gran bastarda! Dio, é...é...é..."
Io intervenni e dissi:"É la mia migliore amica."
Lei sgranó gli occhi:"Oh... peró i due ragazzi erano dei gran fighi..."
"E piantala Claudia di infastidire sempre tutti!" esclamó Lorenzo alle sue spalle.
Lei sparì e Lorenzo mi salutó.
"Grazie." risposi io raggiante.
Lui mi fece l'occhiolino e si sedette al suo posto.
La lezione inizió con una bella verifica, una vera strage.
Mentre aspettavamo il professore della seconda ora il mio cellulare inizió a vibrare. Preoccupata, corsi in bagno.
Nessuno mi chiamava durante l'orario scolastico.
Risposi.
"Anna, che..."
Mi bloccai. Lei piangeva, sembrava disperata.
"Oddio, che é successo?" domandai io super preoccupata.
"Na-Nathan..."
"Che é successo a Nathan?"
Lei singhiozzando disse:"É stato investito da...una macchina...Stamattina...É stata tutta colpa mia...ero in mezzo alla strada...Lui mi ha protetta col...suo corpo..."
Il cellulare mi cadde a terra. Mi appoggiai con la schiena contro la porta e lentamente mi sedetti a terra.
Intanto sentivo Anna che mi chiamava e che piangeva.
Alla fine ripresi il cellulare.
"Come sta?"
"...coma...la macchina lo ha centrato in pieno..."
Riattaccai, poi scoppiai a piangere.
Non poteva esserr vero, non DOVEVA essere vero...
Lui non se lo meritava.
Qualcuno bussó.
"OCCUPATO!" urlai io.
"E che cazzo, ho una certa urgenza...No, d'accordo, basta. Stellina, aprimi la porta."
"Lorenzo lasciami stare! È poi che ci fai qui?! É il bagno delle ragazze!"
"Apri la porta."
"No!" risposi mentre Le lacrime continuavano a rigarmi il viso.
Sentii che la porta iniziava a spingermi, alla fine mi alzai e la porta si spalancó. Davanti a me c'era Lorenzo.
Fui colta da una rabbia improvvisa è iniziai a prenderlo a pugni mentre continuavo a piangere.
Lui non fece niente, rimase immobile e guardó i miei pugni che sbattevano contro il suo petto.
Dopo poco mi bloccai e piangendo lo strinsi in un abbraccio. Lui ricambió e mi strinse a sé.
"Ssssh...che é successo?" mi domandó mentre mi cullava tra le sue braccia.
"C'é stato un incidente...Nathan é in coma..." dissi scoppiando nuovamente a piangere.
"Andiamo." disse lui senza esitazione.
Io mi scostai da lui e poi tirando su col naso domandai:"Dove?"
"Da Nathan. Vieni, so come uscire da scuola."
Mi prese per mano e mi portó fuori dal bagno, poi mi portó fino alla porta antincendio. La aprì e scendemmo Le scale. Poi uscimmo dalla scuola.
"É facile uscire da questa scuola, ora andiamo alla stazione dei treni."
Io asciugandomi il viso annuii e poi lo seguii.

Sul treno avevo chiamato mia madre. All'inizio era arrabbiata, ma dopo che le ebbi spiegato tutto capì e mi disse che mi avrebbe raggiunta il prima possibile.
Appena arrivammo chiamai Anna e le chiesi in che ospedale era. Lei me lo disse e noi la raggiungemmo in dieci minuti circa.
"Tommaso!" esclamai abbracciandolo.
Eravamo fuori dall'ospedale. Lui aveva l'aria molto stanca.
"Oh Giulia, cavolo...vieni..." disse prendendomi per mano e portandomi dentro l'ospedale. Lorenzo ci seguì in silenzio.
"Non ti faranno vedere Nathan, ma forse Anna ha un piano per farti entrare."
Io annuii e dopo poco entrammo nella stanza di Anna.
"Giulia!" dice avvicinandosi a me.
Aveva gli occhi gonfi è lucidi e un braccio rotto.
"Era ubriaco, stavamo attraversando e lui mi stava venendo addosso velocemente. Io sono rimasta immobile e Nathan mi ha protetta...dovevo essere io al suo posto..." disse abbassando la testa.
"Come faccio per vederlo?" domandai io. Non volevo commentare l'accaduto, non volevo pensarci.
"Mi sono fatta amica l'infermiera che si occuopa del reparto di Nathan. Ha detto che ti concede di vederlo..."
Io la abbracciai e la ringraziai, poi mi accompagnó nel reparto di Nathan.
Tommaso e Lorenzo ci seguirono.
Alla fine mi fecero entrare.
Era lì, sdraiato sul lettino.
Era attaccato al respiratore e un sacco di fili erano attaccati al suo corpo. Aveva il labbro inferiore spaccato, il braccio destro fasciato, probabilmente era dove la macchina lo aveva colpito.
Presi una sedia e mi sedetti accanto a lui. Gli accarezzai i capelli e la benda che aveva in testa della qual si intravedeva del sangue.
Una lacrima scese lungo la mia guancia. Gli presi la mano sinistra e la strinsi nella mia.
"Nathan...non puoi lasciarmi, devi venire a vivere a Roma con me, ti ricordi? Me l'hai promesso. E poi, dobbiamo passare tanto tempo insieme, ti ricordi no? Ti prego rimani con me, non abbandonarmi. Nathan..."
Rimasi lì in silenzio per un bel pò e poi uscii. Non riuscivo a vedere Nathan in quelle condizioni.
Abbracciai Lorenzo.
"Allora, stiamo qui tutta la notte?"
Annuii.
Dopo un'oretta Anna se ne andó nel suo raparto e io feci tornare a casa Tommaso per riposare.
Io e Lorenzo eravamo seduti fuori dalla stanza di Nathan e io ero abbracciata a lui.
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Che ne pensate?
Mi sono fatta perdonare per il capitolo 20 che era molto corto?

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