Capitolo 7

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La scuola era finita e mentre camminavo parlavo con Anna, avremmo dovuto passare il pomeriggio insieme. Ma poi inaspettatamente ci raggiunse Matteo, mi prese per un braccio e mi tiró.
"Ma cosa vuoi? Lasciala stare cazzo!" intervenne Anna spingendolo. Lui non molló la presa e la spinse:"Fatti i cazzi tuoi puttana."
Mai insultare Anna, é una ragazza parecchio aggressiva. Gli tiró un pugno ma lui lo bloccó con la mano libera e strinse la presa sul mio braccio.
"Anna, lascia stare..." dissi io infine.
Non volevo che succedessero dei guai.
Lei spalancó la bocca e Matteo mi trascinó in disparte.
"Che cosa vuoi?" gli domandai.
"Che cazzo ti prende? Mi hai già dimenticato? Sto perdendo la scommessa per colpa tua!" disse lui furioso.
"Quale scommessa?" dissi io con un filo di voce.
"Ti sei già scordata di me?" mi domandó lui, sembrava più calmo.
Io rimasi in silenzio.
"Ti sei già dimenticata di questo..." disse sussurrando e poi mi bació.
Io rimasi inerme. Ero cofusa...
D'un tratto qualcuno mi afferró per le spalle e mi allontanó da Matteo tirandomi a sé.
Quelle mani calde...era Nathan.
"Che diamine vuoi?" domandó Nathan. Ero contro il suo petto per fortuna, sennó sarei caduta a terra.
Matteo sorrise e se ne andó.
Nathan era un pò più alto di me e quindi si abbassó per raggiungere il mio orecchio:"Anna é preoccupata per te, voleva venire a dargli una lezione ma l'ho convinta ad iniziare ad andare a casa tua. La raggiungiamo subito?"
Io scossi la testa e poi a bassa voce dissi:"Non subito..."
Pian piano camminammo verso una panchina e io mi lasciai cadere su di essa. Nathan poco dopo si sedette vicino a me.
"Non ci capisco niente...Mi ha detto che gli stavo facendo perdere una scommessa...e poi mi ha baciato...e poi sei arrivato tu...e io non mi sento per niente bene..."
Si mise una sigaretta e se l'accese, poi insipiró.
"É un'idiota, fragatene."
"É difficile..." dissi sospirando.
"Cristo, non capisci proprio niente..." disse lui alzandosi.
Io lo guardai perplessa e dissi:"Non sono dell'umore, che cos'é che non capisco?"
Lui rise e disse:"Apri gli occhi."
"Non vedi che sono già aperti?"
"Andiamo va."
Io mi alzai e insieme andammo a casa mia, il tragitto fu silenzioso.
Quando entrammo salutammo mia mamma e andammo in camera mia dove Anna ci stava aspettando.
Lei mi abbracció subito e mi chiese che cosa fosse successo.
Mi sedetti sul letto e raccontai tutto.
"Una scommessa...Il suo migliore amici é Tommaso, giusto?"
Io annuii.
"Ti faró sapere presto che scommessa é."
Uscii da camera mia, salutó mia madre e se ne andó.
"Che le passa per la testa?" mi domandó Nathan.
"Non lo so..." risposi io dopo qualche minuto.

Il giorno dopo, entrai in classe al suono della campanella e come al solito mi sedetti al mio posto.
D'un tratto vidi entrare Anna con Tommaso...Con Tommaso!?!? Non capivo che cosa le fosse preso.
Per tutte le ore di lezione non fecero altro che flirtare.
Poi, alla fine della scuola, Anna mi raggiunse.
"Quelle teste di cazzo, mi sono trattenuta dal non ucciderli subito!" disse Anna furiosa.
"Che succede?" domandó Nathan da dietro di lei.
"Giulia, hanno fatto una scommessa su di te. In poche parole Matteo doveva farti soffrire per un mese. Per questo si é messo con te e poi ti ha mollata così...Peró, quando ti ha vista sorridere, si é infuriato, per questo si é comportato in quel modo ieri."
"Che stupidi coglioni..." sbuffó Nathan.
"Come si sono permessi di usare una persona per divertirsi a fare scommesse?" domandó Anna.
Io ero triste e furiosa contemporanea, Matteo non mi aveva mai amata.
Mi tolsi dal collo la collana che mi aveva regalato dicendomi che mi amava e la gettai a terra. Poi la calpestai finché non si ruppe.
Anna mi strinse in un forte abbraccio e io scoppiai a piangere.
"Perché hanno scommesso su di me?...mi hanno scambiata per un giocattolo?..." dissi io mentre Anna mi accarezzava i capelli. Intanto Nathan rimase in silenzio a guardare fuori dalla finestra.
Dopo all'incirca un'ora, quando fui più calma, Anna se ne andó.
Anche Nathan fece per andarsene, ma io gli presi una mano.
Lui mi guardó e poi disse:"Che c'é? Devo andare..."
"Volevo solo sapere come stavi...Sei stato così silenzioso..."
"Non ti riguarda, tutto ció che mi accade non ti riguarda."
Si liberó dalla mia presa e se ne andó.
Rimasi un attimo immobile, ma poi misi il cellulare in carica e mi buttai sul letto. Ero stanca, dovevo riposare.
Nel giro di poco mi addormentai.

Il giorno successivo mi svegliai con il suono stramaledetto della mia sveglia. Mi alzai e molto lentamente mi preparai, dopo una buona mezz'ora ero per strada per andare a scuola.
Rimasi in disparte finché non suonó ed entrai dopo circa due minuti. Non volevo parlare con nessuno in classe, e infatti, come previsto, quando entrai in classe c'era già il professore. Silenziosamente andai al mio posto e mi lasciai cadere sulla sedia, poi iniziai a guardare fuori dalla finestra.
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Vi é piaciuto???? Spero di si....❤
Quella nella foto é Anna, la migliore amica di Giulia, vi piace????
Comunque grazie a tutti voi che seguite questa storia....❤❤

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