3.

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Louis prese un grosso respiro e si fece il segno della croce alla veloce, prima di tirare giù la maniglia di quella stanza.

«Louis, che sorpresa, non ti aspettavo oggi» affermò Simon seduto comodamente sulla poltrona con una rivista in mano e Karyn seduta, come sempre, nella sua piccola scrivania lì vicino.

Louis sfregò i palmi delle sue mani tra di loro. «Si, lo so, infatti sarò molto veloce» tossì leggermente.

«Spero che sia quello che penso» asserì Simon alzandosi in piedi e poggiando la rivista che stava leggendo sulla scrivania della sua assistente.

«È quello che pensi, l'ho fatto».

Un sorriso nacque sulle labbra dell'uomo. «Bravo, Louis» si congratulò, prima di andarsi a sedere alla sua scrivania.

«Adesso passiamo allo step successivo» continuò.

Louis corrugò le sopracciglia. «Step successivo? Di che cosa stai parlando?» domandò indignato.

«Non fare il finto tonto, Louis. Sai che lasciarlo non basta. Ti ricordo che le voci continuano a girare lo stesso, perciò dovrai fare qualcos'altro».

La rabbia iniziò a crescere in Louis. Cos'altro avrebbe dovuto fare? «Spero che tu stia scherzando. Non solo l'ho lasciato, ora dovrò fare anche qualcos'altro, ma per chi mi hai preso? Non sono un burattino che puoi comandare a tua scelta, caro Simon» sputò arrabbiato come non mai.

«È vero, forse non sarai il mio burattino, ma hai firmato un contratto che devi rispettare altrimenti sai come andrà a finire».

Louis perse tutte le staffe. Si avvicinò pericolosamente all'uomo e cominciò ad urlargli addosso. «Dimmi cos'altro vuoi che faccia, forza! Vuoi che lasci la band così non starò più con lui? Vuoi che lo disconosca per il resto della mia vita? Cosa cazzo devo fare, dimmelo Simon, forza».

Karyn gli fu subito dietro e lo tirò via da Simon. «Karyn, per favore, portalo fuori» ordinò l'uomo alzando gli occhi al cielo e aprendo il suo portatile, mettendosi a lavoro.

L'assistente lo portò fuori e gli offrì subito una bottiglietta d'acqua, che Louis non rifiutò. «Sono davvero mortificata».

«Non è colpa tua».

«Lo so, ma mi dispiace lo stesso. Però per quanto Simon faccia tutte queste cose, penso che sotto sotto lui ti-».

Louis la bloccò immediatamente. «Non dirlo neanche, Karyn. Se ci avesse tenuto a me, anche solo un minimo, non avrebbe fatto tutto quello che invece fa da cinque lunghi anni».

La donna annuì e lo strinse in un abbraccio. Louis ricambiò ed immerse il naso nel suo collo, annusando il suo profumo. Si trovò bene tra quelle braccia, ma non erano affatto le braccia che voleva in quel momento.

Karyn farfugliò qualcosa nel suo orecchio che Louis però non riuscì a capire. La testa gli stava scoppiando, era stanco. In quel momento si sarebbe solo voluto fare una doccia rigenerante e avrebbe voluto dormire, così si staccò lei. «Penso che ora andrò a casa, ho bisogno di riposare» disse massaggiandosi le tempie.

«Oh, certo certo. Prima però devi parlare con Simon, ricordi? Prenditi qualche altro minuto, poi torniamo dentro».

«Certo, andiamo adesso. Voglio tornare a casa il prima possibile».

La donna gli sorrise. «D'accordo» e così tornò nello studio, seguita subito da Louis.

Simon si passò le mani sul viso e richiuse il portatile. «Ti sei calmato?» chiese.

«Forza, dimmi cos'altro devo fare».

L'uomo sospirò e poggiò i gomiti sulla scrivania. «C'è questa attrice, Danielle Campbell, che sarà protagonista di un film in uscita l'anno prossimo. Ha bisogno di notorietà, così ho pensato che possiate fare qualche uscita affinché si parli più di lei e magari le voci su voi due cesseranno» spiegò cercando di apparire il più convincente possibile.

As It Was - Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora