Chi accidenti sei?

68 5 39
                                    

Dopo altri cinque minuti Marianne era ancora immobile.

Il pirata l'aveva scoperta, ma aveva reagito nell'ultima maniera della scala delle sue aspettative: invece di chiederle, minacciosamente o no, chi fosse e ancora cosa ci facesse sulla sua nave, aveva arretrato ed era scappato via come se stesse fuggendo dalla propria condanna a morte.

Per un piccolissimo istante nella mente di Marianne si era focalizzata l'idea di lasciar perdere ogni cosa, compresa la ricerca del tridente di Poseidone, persino Carina, per cercare altra libertà lontano da tutti a bordo di quella piccola e malandata imbarcazione...

Sarebbe stato un gesto subdolo.

Il capitano era stato abbandonato dalla ciurma e lui a sua volta aveva abbandonato la nave; questo significava che la malandata imbarcazione era libera di essere requisita.

Ma fu proprio questo ad aver stranamente frenato l'intento della quindicenne: forse le aveva fatto impressione che il grande capitan Jack Sparrow avesse perso tutto (fregargli sotto il naso anche l'ultima cosa rimastagli sarebbe stato il colpo di grazia), oppure che poteva capire come ci si sentisse a non avere niente a cui aggrapparsi... infondo prima di conoscere Carina, Marianne chi aveva? Niente e nessuno... nessuno l'aveva voluta, ecco perché lei altrettanto non voleva nessuno tra i piedi.

Ecco il motivo per cui la ragazzina decise di non portare nessun cognome.

Poco dopo scosse la testa.

Cosa accidenti gli stava prendendo... doveva trovare subito la sua unica e fedele amica, sperando non si fosse messa nei guai, ma da dove partire?

Non le rimase altra opzione se non quella di tornare indietro e trovare Carina prima che lo facesse la Marina Britannica.

Si erano separate per fare in modo che lei trovasse un goniometro o come diavolo si chiamava quel marchingegno, e non aveva più avuto sue notizie; dopo aver alzato gli occhi al cielo la ragazzina piombò giù dalla malandata imbarcazione per infiltrarsi di nuovo nella fitta boscaglia.

Marianne era diventata (o forse era radicato in lei) una persona molto diffidente, a causa soprattutto della vita che conduceva, motivo per cui, al minimo rumore sospetto che udì alle proprie spalle, sfoderò il pugnale che teneva sempre nascosto nella cintura del vecchio pantalone che indossava, puntando minacciosamente il taglio della lama sotto il collo del giovane e misterioso sconosciuto che a quanto pare la stava seguendo chissà per quale motivo, e bloccandolo contro il tronco di una pianta con il braccio libero.

Il ragazzo, colto alla sprovvista, trasalì al freddo contatto dell'arma, riuscendo solo ad alzare le braccia a metà altezza e a boccheggiare per cercare di parlare, o perlomeno di acquietare l'animo riscaldato della ragazzina.

Era già imbarazzante farsi mettere sotto scacco da una mocciosetta; dopo aver avuto il coraggio di mettersi contro l'equipaggio della Marina Britannica della nave che serviva, sarebbe stata un'umiliazione assai più grande andarsene in giro con il culo ridotto a strisce da una petulante ragazzina, per cui decise di non commettere azioni avventate e farla arrabbiare di più.

"Non ho intenzione di litigare con te, Marianne" farfugliò il giovane ancora immobile; nel sentirlo pronunciare il suo nome, la diretta interessata corrugò la fronte riducendo gli occhi a due fessure ed inclinò leggermente la testa da un lato, mentre la sua mente veniva inondata di domande tutt'altro che di natura cortese.

"Lo sai, hai una faccia famigliare" rispose ad un certo punto, quasi con un tono monotono, continuando a fissarlo con espressione scrutatrice "Dimmi: per caso ti ho già minacciato?"

"Cos... no, noi... non ci siamo mai visti prima, o meglio, mi hanno detto di cercarti" dopo essere stato duramente esortato a fare il nome di chi gli avesse detto di trovarla e nel sentire la lama premere maggiormente contro la pelle sudata del collo, il giovane si affrettò a fare il nome "Carina! È stata lei a dirmi chi sei e di trovarti. È la verità!" man mano che la spiegazione diveniva più dettagliata per risultare credibile, la smorfia sul viso di Marianne si distendeva e la pressione della lama diminuiva, restando tuttavia quel poco che bastava per impedire di fare movimenti bruschi "Ma c'è un problema: l'hanno catturata"

La pressione del pugnale e un'espressione dura tornò a caratterizzare il volto di Marianne.

"Chi dice che posso fidarmi? Non sono abituata a dare retta al primo che incontro. Almeno non senza avergli prima depilato i baffi" aggiunse marcando bene l'ultima frase, sollevando per un momento il sopracciglio sinistro.

"Vuoi vedere la tua amica venire giustiziata al patibolo per impiccagione o vuoi aiutarmi a salvarla, Marianne? Non è questione di fiducia, ma di scelta e ora tu devi fare la tua e non hai tanto tempo dalla tua parte"

"Perché ti interessa tanto aiutarci? Che cosa ci guadagni? E soprattutto chi accidenti sei?"

Dopo un breve silenzio la risposta arrivò come una freccia scoccata da un arco.

"Presto ci sarà una luna di sangue. Il tridente sarà trovato" spiegò pacatamente il ragazzo, senza battere ciglio "È una spiegazione sufficiente a valere la vita della tua amica?"

Pirati dei Caraibi: Vita da pirata (In pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora