Capitolo6

34 4 0
                                    

''Aspettate'' dissi ancora con il fiatone. Avevamo corso per dieci isolati ed ero sicura che quel vecchio non ci aveva seguito.
Mi ricordo perfettamente quel momento perché mi fermai e per la prima volta, dopo quello che era sembrato troppo tempo rividi la faccia di mio fratello Toby. Non feci nulla, lo guardai solamente. Come si faceva ad odiare quel bambino. Capelli e occhi neri, un piccolo naso, una bocca sottile e un neo sul lato sinistro della fronte ricoperto dai capelli,ormai cresciuti. Per quanto restai a fissarlo? Tanto tempo, così tanto che lui mi chiese se stessi bene.
''Si piccolo- dissi- mi sei solo mancato''
''Anche tu sorellona''
E fu proprio in quel momento che ci abbracciammo. Era ancora basso, anche se dovevo riconoscere che era cresciuto di molto, ma ancora non mi superava.
''Sei ancora un nanerottolo eh''
''Guarda chi parla, vedi che tra un po' ti supero''. Dicendo questo si mise a misurare la distanza che c'era fra il ciuffo più alto dei suoi capelli e la mia testa. ''Guarda, manca così poco''
''Certo ma quando ti taglierai i capelli vedremo quanto sei basso realmente'' gli risposi io prendendolo un po' in giro e lo abbracciai di nuovo.
''Quanto è bello rivederti Toby- disse Tate alla nostre spalle- mi sei proprio mancato campione''
''Tate, non sono più un bambino, non mi chiamare così.'' A queste parole scoppiammo tutti in una sonora risata. Era vero, ormai il mio ''piccolino'' era cresciuto e la cosa che mi rattristava maggiormente è che lo aveva fatto senza di me, in casa di quel mostro. Fu proprio in quel momento che promisi a me stessa che avrei fatto di tutto per proteggerlo e per stargli sempre affianco. Non l'avrei mai più lasciato da solo.
''Dove andiamo adesso?'' chiese il piccolo ragazzo accanto a me. Aveva ragione, dove saremmo andati? Non avevamo una casa, un posto dove stare sicuri, insieme, e in più dovevo nasconderlo. Non sapevo cosa rispondere. Io dovevo tornare alla casa famiglia e non potevo portarlo con me, perché lo avrebbero scoperto e a quel punto... sarebbe stato tutto inutile. Dove saremmo andati?
''Venite a casa mia.'' disse Tate. ''Si!'' esultò mio fratello, ma non volevo far entrare nei miei casini anche Tate.
''Hai già fatto molto per noi Tate, ti pare?'' ''Sophie, venite a casa con me. Non vi lascerò da soli'' Quanto mi era mancato. Era fantastico, sicuro di se, così tanto che ti faceva sentire una piccola formica in confronto a lui. Lo presi per mano e lo portai un po' distante da Toby. ''Senti ti chiedo solo un favore, io devo tornare alla casa famiglia e ci dovrei restare solamente per un'altra settimana poi finalmente potrò andare via. Potresti..'' ''Tenere Toby?!''finì lui la frase per me. Io annuii. ''Certo Sophie'' ''Mi chiamo Sam adesso'' ''Per me resterai ancora la mia piccola Sophie'' e mi diede un bacio sulla guancia.
''Ei piccioncini allora che vogliamo fare?'' Io e Tate ci guardammo e facemmo insieme un verso di disgusto e poi ridemmo. Quando finimmo fu Tate a rispondere alla domanda. '' Accompagnamo tua sorella alla fermata dell'autobus e andiamo a casa!'' ''Noi vieni con noi'' Mi chiese Toby con occhi supplicanti. A malincuore dissi no.
Così fecero, mi accompagnarono alla fermata e aspettarono che salii sull'autobus prima di andare via. Mi ero appena ripromessa di non lasciare mai Toby e lo avevo fatto ancora, ma questa volta sarei tornata.

---
''Sam... dov'eri finita ieri? Dio non sai quanto mi hai fatto preroccupare. Stavo per andare da Laura. Oddio ero terrorizzata, non lo fare mai più''
Già odiavo chi mi parlava la mattina appena sveglia, quindi immaginate com'ero in quel momento, quando Isabelle mi aveva svegliato e aveva incominciato a parlarmi come un razzo.
''Belle, sono qua e ieri ho visto un amico e sono stata un po' con lui'' Così mi girai dall'altra parte del letto per dormire ancora un po'. Ma fu inutile. Una volta che mi sveglio non riesco più a prendere sonno. ''Che giorno è?'' chiesi alzandomi dal letto. ''Domenica'' ''E che si fa domenica?'' ''Ci fanno fare i compiti, stiamo insieme e possono venire ospiti'' Questo significava che potevano venire Tate e Toby. Sarebbe stato perfetto. Presi dal comodino il mio fantastico Nokia e mandai un messaggio al mio migliore amico.

A Tate: -Oggi giorno ospiti alla casa. Potete venire?-
dopo un po' rispose
Da Tate: -Il tuo stupido messaggio mi ha svegliato. Sono le 10 come mai già sveglia?-
Scoppiai a ridere come una matta. Oddio lui mi conosceva bene e sapeva tutto di me, o almeno della vecchia me.
A Tate: -Mi hanno svegliato. Non hai ancora risposto-
Da Tate: -Tra un ora siamo lì-
A Tate:-Ok-
Gli mandai l'indirizzo e aspettai, poi decidi di scrivergli un ultimo messaggio.
A Tate:-Grazie-
Ma non ricevetti alcuna risposta. Non so come avrei mai fatto senza Tate. Lui era veramente fantastico e fra un ora lui mi avrebbe portato la persona che più amavo al mondo.

Dove andremo domani??Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora