Destino

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La prima volta in cui Zeno era finito all' ospedale era stato proprio dopo quel pomeriggio passato con Enea in collina, non sa esattamente quale dei suoi vicini di casa non abbia saputo tenere la bocca chiusa, pensava di essere sempre stato molto cauto quando si vedeva con lui ma evidentemente qualcuno li aveva notati già da un po'.
Suo padre lo ha aspettato seduto sulla sedia del tavolo da pranzo, una sigaretta in mano e un bicchiere di liquore già finito. I suoi occhi duri e spaventosi lo misero subito a disagio.
Non gli aveva neanche dato il tempo di spiegare, di inventare qualche scusa o tentare di dissuaderlo, si avventò su di lui schiaffeggiandolo e Zeno cadde a terra inerme. Qualche calcio più tardi si risvegliò al pronto soccorso tra le braccia di sua madre che piangeva a dirotto, se solo avesse avuto un lavoro e dei soldi la porterebbe via da quella casa, in un posto sicuro lontano da suo padre.

Enea stava studiando, suo padre era a lavoro e sua madre era appena uscita per andare a fare la spesa. Sta pensando di alzare la cornetta del telefono e chiamare Zeno, non capitava mai di avere qualche momento di solitudine in casa ma neanche a farlo apposta sente bussare alla porta proprio in quell'istante.
Rimane allibito quando trova davanti a se proprio Zeno, pieno di lividi e con un braccio fasciato, lacrime che scendono silenziose dai suoi occhi scuri, lo fa entrare e subito lo accompagna nella sua camera facendolo stendere piano.
Vorrebbe uscire di casa e andare da suo padre per riempirlo di botte come lui aveva fatto con suo figlio, quel bastardo maledetto..
Zeno lo implora di non dire niente, in quel momento ha soltanto bisogno di sentirsi al sicuro. Enea si stende accanto a lui abbracciandolo, accarezza i suoi capelli neri e lo sente piangere, avvicina il viso alla sua guancia e cerca di rincuorarlo in qualche modo ma niente sembra calmarlo.

Non era stata l'unica volta in cui Enea si era ritrovato a curare le sue ferite, quelle sulla pelle comunque non erano niente a confronto con i numerosi squarci che questi episodi avevano aperto dentro di lui. Nel suo cuore, nella sua testa, nei suoi comportamenti che ormai non riconosceva più.
Zeno era diventato sempre più silenzioso, sempre più spento e sempre più triste.
Quando con insistenza era riuscito a convincerlo ad incontrarsi di nuovo in un luogo sicuro, ovvero in quel parco lontano da casa poco frequentato, Zeno gli aveva detto di non farcela più.

"Possiamo sempre scappare insieme.." gli aveva detto Enea senza nemmeno pensare ad un piano decente, preso dall'impeto del momento.
"Per andare dove? Non abbiamo soldi, nessun posto dove stare.."
"Posso rubare tutti i soldi che mia madre tiene in casa!"
"Non sarebbero abbastanza, lo sai.. e poi ormai..."
Una lacrima scendeva sul suo viso triste ed Enea si affretta ad asciugarla con il pollice.
"Ormai cosa?"
Lo vede scuotere la testa, esitare per un attimo prima di dirgli qualcosa che gli spezza il cuore in un attimo.
"Mio padre ha chiesto il trasferimento.. la settimana prossima torno a Bologna."

Enea rimane in silenzio, ha un'improvvisa voglia di urlare e distruggere tutto quello che trova a portata di mano.
"Ma come..?"
"Sì.. penso che questa sarà l'ultima volta che ci vediamo."
Dice Zeno senza nemmeno guardarlo in faccia.

Niccolò sta facendo colazione pigramente e comodamente in mutande alle dieci e mezza di quel mattino malinconico, il suo ragazzo è come sempre a lavoro e lui deve solo finire un piccolo componimento su commissione per cui conta di impiegare un paio d'ore al massimo.
Si annoia quando sta a casa da solo e non ha molto da fare, di solito andrebbe a farsi almeno una passeggiata ma fuori sta piovendo, un piccolo temporale estivo che probabilmente scemerà del tutto fra qualche ora, ma l'idea di camminare con l'ombrello in mano non gli piace, se ne starà a casa e troverà qualcosa da fare.

Accende il computer per cercare qualcosa da guardare magari su youtube, ma quando lo schermo si illumina un breve suono attira la sua attenzione su una notifica, una mail in arrivo da un nome che conosce bene.. è un suo studente.

Qualcosa che mi appartieneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora