Capitolo 10

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ERIKA

Sono scappata di nascosto dalla camera d'albergo di Simon, lasciandogli un insulso biglietto sul comodino. Mi sento una codarda e so che non gli ho regalato un bel risveglio, ma non potevo restare un minuto di più.

Questa notte è stata incredibile, meravigliosamente bella, eppure la mia reazione mi ha sorpresa. Quello che ho detto a Jenna è vero, quando sono con Simon è come se in me si innescasse il pilota automatico.

Dico e faccio delle cose senza averne il pieno controllo. È una sensazione elettrizzante, di inspiegabile leggerezza, ma allo stesso tempo mi spaventa.

Faccio una doccia e bevo un caffè, guardando fuori dalla finestra il cielo che illividisce. Inutile cercare di dormire, non riuscirei a chiudere occhio, ma non importa... in men che non si dica arriverà l'orario della sveglia e dovrò raggiungere il giornale per iniziare una nuova giornata di lavoro. Ieri mi sono data malata, ma non posso farlo di nuovo se non voglio rischiare di essere licenziata. Il sig. Dawson non aspetta che un mio errore per buttarmi fuori, so di non andargli a genio perché di giornalismo ne so più di lui.

La domanda di Jenna mi rimbalza insistentemente nella mente. Stamattina o stanotte? Quale delle due follie di oggi è stata un errore? Non riesco a dare una risposta a questa domanda. Non senza riaprire un cassetto della memoria chiuso da anni. Durante quella vacanza sulla Monterey Bay, tutto ha cominciato ad andare a rotoli.

*-*-*-*-*-*

La notte è splendida e calda. Il vento fa muovere leggermente le tende bianche della finestra aperta, il rumore del mare accompagna i nostri pensieri, mentre restiamo abbracciati e nudi sul letto, dopo aver fatto l'amore.

Il petto muscoloso di Luke si alza e si abbassa sotto la mia guancia, con un ritmo quieto che mi culla. Il suo braccio mi cinge con fare protettivo, le nostre gambe sono intrecciate.

Dalla finestra arriva il suono di A moment like this di Kelly Clarkson, proveniente dal locale qui vicino. Vorrei restare così per sempre. Questi giorni di vacanza sono stati incantevoli, ma stanno passando rapidamente; presto ci toccherà tornare a Los Angeles e io dovrò prepararmi per il trasferimento.

Tutto sarà più difficile quando sarò a San Diego, perciò voglio godere di ognuno di questi ultimi istanti più intensamente possibile. Chissà quando mi capiterà di nuovo l'occasione di trascorrere due intere settimane con lui.

Il mio Luke. Niente e nessuno me lo porterà via! Istintivamente, lo stringo più forte.

–Va tutto bene, piccola?– amo la sua voce calda e amo ancora di più quando mi chiama così. Luke ha undici anni più di me, molti non avrebbero scommesso sul nostro amore, ma noi dimostreremo che sbagliano. Ci amiamo, gli anni non contano.

–Sto bene – rispondo – un po' di malinconia pensando a San Diego...

–Sai, stavo pensando...– esita, mi sposto per guardarlo negli occhi, i suoi meravigliosi occhi azzurri –Potresti non partire...

–Amore, mi piacerebbe, ma ora che ho finito il college non posso più vivere lì. E senza ancora aver trovato un lavoro non posso permettermi un appartamento.

–Intendevo...– qualcosa non va, Luke è sempre così diretto, sembra quasi che abbia paura di parlare –C'è un'altra soluzione, sai? Potresti vivere con me.

–Grazie, ma non mi piace abusare della tua ospitalità– lo bacio mordicchiandogli le labbra piene e sensuali – Anche se adoro ogni giorno trascorso nel tuo appartamento, per non parlare delle notti...

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