il colpo della collana

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Kim fece scattare la pistola, un colpo già in canna, si voltò, ma prima che potesse raggiungere il suo obiettivo la voce di Kerol la bloccò sul posto <<dove pensi di andare con quella?>> le chiese con uno sguardo severo <<secondo te? Dal coglione

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Kim fece scattare la pistola, un colpo già in canna, si voltò, ma prima che potesse raggiungere il suo obiettivo la voce di Kerol la bloccò sul posto <<dove pensi di andare con quella?>> le chiese con uno sguardo severo <<secondo te? Dal coglione. Devo farlo parlare>> rispose secca la tiratrice <<non è con la violenza che otterremo informazioni>> la ribeccó invece la negoziatrice << non mi interessa almeno mi diverto un po'>> rispose secca <<Kim no.>> Kerol usò un tono che non ammette repliche, l'altra sbuffò <<e allora come lo facciamo parlare? deve cantare con un cazzo di usignolo!>> le chiese annoiata mentre posa la 38 millimetri sul tavolo <<così>> disse semplicemente l'altra ragazza mentre entrava in una sala completamente buia. 

Accese l'unica luce presente, una lampada a led di un freddo bianco, stesso colore che dipingeva le 4 mura della stanza, al centro di essa c'era Leone Merevi ricco ereditario italiano, legato e imbavagliato ad una sedia.

Kerol sorrise e si piazzò esattamente di fronte a lui, spalle al muro, i suoi tacchi a spillo ticchettavano nel silenzio della sala, pochi secondi dopo anche Kim fece il suo ingresso, andò a passo sicuro verso il prigioniero i suoi stivali provocano invece pesanti tonfi da fare accapponare la pelle all' ostaggio <<urla è ti salta la testa>> gli disse sventolando gli una calibro 45 davanti agli occhi, il ragazzo annuì terrorizzato e lei gli tolse la benda dalla bocca con violenza, Kerol si limitava ad osservare la scena in silenzio.

 <<Che cosa volete?!>> Leone provò a usare un tono minaccioso ma aveva la gola secca e le corde vocali stanche quindi gli uscì un misero e patetico sussurro <<qui le domande le facciamo noi se non ti dispiace>> lo avvisò Kerol con gentilezza <<non sapete contro chi vi siete messe troie!>> tentò di nuovo minacce lui, Kim gli spinse la pistola alla tempia <<ripetilo figlio di puttana>> gli ringhiò contro, l'altra ragazza invece rimase calma e continuò a osservare la scena in silenzio <<tanto Dalia mi troverá e la pagherete>> a quelle parole uscite dalla bocca di lui con tanta sicurezza la tiratrice iniziò a ridere sguaiatamente mentre la negoziaziatrice si limitò ad accennare un leggero sorriso <<Dio mio! Sei patetico quanto stupido!>> lo prese in giro Kim <<Dalia non esiste mio caro Leonardo, è stata una nostra invenzione>> rivelò Kerol <<ma la ragazza che ho visto…>> sul volto del povero prigioniero c'era solo confusione <<ero io coglione!>> lo insultó per l'ennesima volta Kim <<Leo, Leo, dovresti imparare a comprendere la differenza tra finzione e realtà>> lo prese in giro l'altra ragazza, un sorriso ironico sul volto <<ora che abbiamo chiarito queste dinamiche desidero venire al dunque, dov'è si trova la collana?>> la negoziatrice parlò con una calma disarmante e a tratti inquietante <<non lo so>> rispose secco il ragazzo <<invece si, dimmelo e ti slego>> lo guardò negli occhi e gli accennò un sorriso che poteva quasi sembrare dolce.

 "Cascaci, cascaci maledetto idiota" pensò la tiratrice, iniziò a pregare un Dio in cui non credeva da anni perché lo facesse <<è nella cripta a casa di mio padre>> <<bingo!>> esultò nella sua mente Kim, la sua complice invece rimase apparentemente tranquilla "lo sapevo, sei un tale coglione" pensò infatti Kerol <<come entriamo nella cripta?>> chiese ancora <<non lo so>> rispose Leone, la tiratrice gli premette l'arma alla tempia, il freddo metallo sulla sudata e accaldata pelle <<puttanate>> commentó ma il ragazzo scosse la testa <<è la verità! lo giuro!>> esclamò <<ti credo Leo, ti credo>> rispose Kerol <<abbiamo finito per oggi>> disse poi in direzione di Kim che uscì dalla stanza borbottando quanto fosse patetico il ragazzo <<ora ti slego come promesso>> aggiunse la negoziatrice in direzione di esso e così fece, lo slegó con cura e poi uscì dalla stanza chiedendola nuovamente a chiave, era in metallo rinforzato, non c'era pericolo che scappasse.

 <<Sei soddisfatta?>> le chiese scocciata Kim <<molto>> le rispose Kerol <<se avessimo fatto a modo mio avremmo impiegato la metà del tempo>> aveva commentato <<se avessimo fatto a modo tuo ora avremmo la metà delle informazioni>> la ribeccó l'altra <<ma se non ci ha detto praticamente nulla!>> le fece notare e la sua amica rise <<certe volte sei proprio ottusa, quel ragazzo può esserci molto utile, dobbiamo solo guardarci la sua fiducia>> le rivelò, Kim storse il naso, recuperò la 38 dal tavolo e si mise smontarla per pulirla <<allora dimmi che vuoi sapere che lo faccio parlare in due minuti>> commentò, Kerol prese una sedia e si sedette davanti alla sua amica dall'altra parte del tavolo in legno

<<Leone serve vivo, ragiona, anche se adesso sappiamo dov'è si trova quella collana non abbiamo idea di prendela >> gli spiegò <e quindi?> chiese ancora Kim <<e quindi con la sua fiducia potremmo scoprire molte più cose, e se tutto va bene anche un lasciapassare per entrare in casa sua senza destare sospetti>> le rispose con pazienza <<ho capito, il coglione ci serve vivo e incolume fino al colpo>> riassumette brevemente Kim, l'altra annuì mentre si alzava per sistemare alcune mappe di cunicoli post guerra parigini, li avevano usati per scappare dalla zona del rapimento. 

<<Kerol>> sentì la sua amica richiamarla <<si?>> Kim stava riassemblando la pistola <<quando finalmente avremo la collana  posso piantargli un proiettile nel cranio?>> le chiese facendo scattare l'arma, la sua collega sorrise <<certo>> acconsentì la mente, il corpo ghignò <<<promesso?>> <<promesso.>>

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