Capitolo 12 - Perfect Day

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«Papà, cos'è una capsula del tempo? Ho sentito i miei compagni parlarne oggi a scuola!»
«Una capsula del tempo... è come una piccola cassa magica. È un modo speciale per conservare ricordi e oggetti importanti per il futuro!» Disse mio padre inginocchiandosi verso di me.
I miei occhi si illuminarono ancora di più. «Possiamo farne una, papà?»

Annuì. Insieme, trovammo una scatola di metallo vuota e iniziammo a cercare oggetti significativi da metterci dentro. Io misi il mio pupazzo preferito, un disegno, e qualche moneta. Mio padre contribuì con una vecchia fotografia e un orologio.
«Sei sicura di mettere il Signor Orso dentro la capsula?» Chiese mio padre perplesso.
«Si! È un ricordo prezioso, e poi a lui piace l'idea!»

Mio padre sorrise sentendo la mia risposta.

«Quindi, va bene così?» Domandai a mio padre.
«Sì, direi che è perfetta!»
«E... quando la riapriremo?» Chiesi curiosa.
«Di solito dopo anni... per un evento speciale.»
«Evento speciale?»
«Sì. Ad esempio, possiamo riaprirla quando sarai adulta.»
«Adulta???» Con le dita contai da otto fino a venti. «Devo aspettare dodici anni così...» Dissi imbronciata.
«Va bene, allora un piccolo sconticino di due anni. Tanto in moltissimi altri paesi si diventa maggiorenni a diciotto anni. Che ne dici?»
«Due anni in meno... va bene! La riapriremo per il mio diciottesimo compleanno!»
«Perfetto, aspetta allora, voglio aggiungere un'altra cosa.»

Mio padre andò in salotto, e dopo qualche minuto arrivò con una busta.

«Cos'è, papà?»
«La vedrai quando riapriremo la capsula!»
«Dai... sono curiosa!» Affermai cercando di prendere la busta.
«Eh no, un giorno la vedrai.» Affermò portando in alto la lettera, lontana dalla mia portata.
«Va bene...» Dissi mettendomi con le braccia conserte.

Una volta completata la capsula del tempo, con una pala, scavammo una piccola buca sotto un albero in giardino, lì seppellimmo la scatola.

-

«Sveglia, dormigliona!»
«Ah- eh- s-sono sveglia.» Dissi confusa aprendo lentamente gli occhi.
«Tanti auguri Hana!»

Era mia madre, con un vassoio con sopra la mia colazione preferita. Quasi dimenticavo, oggi è il ventidue dicembre. Primo giorno d'inverno, primo giorno di vacanze invernali, ma anche giorno del mio diciottesimo compleanno.

«Grazie mamma!» Dissi sorridendole.
«Mangia la colazione tesoro, questa mattina facciamo quello che vuoi tu!»
«Mh! Poffiamo anfare a Kyofo?!» Dissi con la colazione ancora in bocca.
«Eh? Scusa tesoro, ma non ho capito.» Disse mia madre ridendo.
«Scusami.» Replicai sorridendo dopo aver mandato giù il boccone. «A Kyoto, nella casa dove abitavo con papà!»
«Come mai vuoi andare lì?»
«Con papà avevamo seppellito una capsula del tempo, dovevamo aprirla insieme oggi... il giorno del mio diciottesimo compleanno.»
«Capisco tesoro, è veramente un'idea carina.»
«Allora... possiamo andarci?»
«Certo, quando avrai finito la colazione ci andremo immediatamente.»
«Va bene!»

Terminai la mia colazione più velocemente del dovuto, potevo gustarla un po' di più, ma la voglia di aprire quella capsula del tempo era più forte che mai. Mi lavai, mi vestii e andammo alla stazione, pronte per prendere il treno per Kyoto. L'attesa fu molto breve, le porte si aprirono e ci accomodammo all'interno. Quel treno era lo stesso che prendemmo con mia madre dopo la morte di papà, ora però la rotta è al contrario: destinazione Kyoto. Inutile dire che le emozioni in quel momento erano un misto tra malinconia ed emozione.

«A-Allora Hana... dimmi, ti sei ambientata bene a Tokyo?» Disse mia madre per rompere il silenzio.
«Sì... qui sto bene.»
«Sono contenta.» Replicò mia madre appoggiando la sua mano alla mia.

The Opposite of MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora