-Ti ho cercato per tutta la vita. Ho guardato tutti i volti che mi capitavano davanti, ogni singolo giorno della mia esistenza, alla ricerca del tuo, anche se non ti conoscevo. Ma sapevo che nel momento in cui avrei incrociato i tuoi occhi, ti avrei riconosciuto. Come se la mia anima fosse stata progettata per cercare la tua. Come se tu fossi un pezzo della mia, o come se me ne avessi rubata un pezzetto prima che nascessimo, così per fare in modo che ti avrei cercato per farmela restituire senza che mi sentissi incompleto per tutta la mia vita. Nel momento in cui mi sei capitato davanti volevo soltanto sprofondare in te. Per la prima volta nella mia vita ho sentito di potermi lasciare andare, di poter gettare un attimo quel peso che ho sempre retto sulle spalle e che non mi aveva mai lasciato riposare un solo secondo. Ma ti ho visto e l'ho gettato via. Avrei mandato a fanculo qualsiasi cosa, te lo giuro. Volevo che mi prendessi tra le tue braccia, anche senza dire una parola. Che custodissi il resto della mia anima in quel momento di pausa e ricarica di energie, in quel momento in cui avevo cominciato a respirare per davvero. Speravo di non essere troppo pesante e di non trascinarti sull'asfalto. Speravo che la tua anima fosse più forte, perché non era del tutto come la mia, solo in parte - quella parte che avevi rubato. Non volevo un per sempre. Nulla è per sempre, lo sai anche tu. Volevo un minuto. Anche due, se fosse stato possibile, ma in caso contrario mi sarei fatto bastare quell'uno soltanto. Un minuscolo tratto di tempo cosa sarebbe stato per un universo così vasto, che esiste da millenni? Cosa gli importava di noi tanto da impedirci di realizzare quel minuto, se siamo soltanto puntini tra miliardi di persone che sono esistite, che esistono, che non esisteranno più, un giorno, forse anche domani, forse anche nel minuto successivo a quello. Volevo mettermi a pregare in quel momento. Io non credo in Dio e tu lo sai, ma volevo chiedergli se potesse per una volta concedermi quell'istante. Volevo smettere di esistere con te. Volevo essere felice.-
-Felice smettendo di esistere?-
-Sì. Con l'anima ricongiunta, tra le tue braccia avrei potuto smettere di esistere un minuto. Avrei messo un punto a ogni preoccupazione, per poi andare a capo quando il momento sarebbe terminato. Sono stanco di scrivere la mia vita. Ma il punto è questo: noi non siamo artefici del nostro destino. Allora ti chiederai perché ho usato il termine scrivere piuttosto che leggere. Perché qualcuno ha già scritto gli avvenimenti con un inchiostro trasparente. Noi ricalchiamo queste scritte con un inchiostro leggibile, tutti qui. Fingiamo di avere il controllo in questo modo e ce ne convinciamo anche. E ti dico tutto questo soltanto per navigare attorno due semplici parole che oggi giorno sono pronunciate come fossero normali saluti di cortesia. Due semplici parole che a me sembrano la fine del mondo, che non sono mai riuscito a dire a nessuno di ogni affittuario del mio cuore perché io ho sempre e solo atteso te, che mi stavi al fianco ma non mi parlavi, non mi guardavi, non mi baciavi, non mi amavi. E mi chiedo ancora se tu mi abbia mai amato, e mi piacerebbe davvero saperlo ma so che in questo momento non sei qui, che io mi immagino che tu mi stia ascoltando e rispondendo. Mi hai detto "Felice smettendo di esistere?". Ho sentito la tua voce. Nella mia testa, per come la ricordo. Per l'idea di te che ormai mi è rimasta in testa, perché tu non esisti più, perché il Dio in cui non credo forse mi ha voluto punire e ti ha portato via, perché forse era questo il destino che stavi ricalcando, sia il tuo che il mio. Ma io non mi perdono perché non ti ho mai detto ti amo. Ecco, finalmente ce l'ho fatta. Mi permetti di respirare, adesso? Io ti amo. Venti mila giri di parole, per dirti ti amo. Tanta sofferenza, per dirti ti amo. Tanti silenzi pieni di ti amo nascosti, di momenti trascorsi insieme in attesa che uno dei due prendesse la parola per primo, ma eravamo troppo orgogliosi. Ti amo come un uomo può amare, come i più grandi poeti che dedicano opere alle loro donne, e se fossi uno scrittore inventerei un'altra Vita Nova per te. Ti amo e lo sussurro alla luna, che in questo momento è sopra di me e mi sta ascoltando al posto tuo. Ti amo come chiunque altro stia guardando la luna, in questo momento, e ha nel cuore qualcuno. Tutti amiamo. Tutti abbiamo una persona, in cielo o in terra. Ti amo come i cristiani amano Dio, che sto imparando anch'io ad amare. Ti amo come gli aerei che scambiavamo per stelle cadenti, come i desideri che esprimevano contenti e poi ci chiedevamo perché non si realizzassero. Ti amo e te lo dico come un uomo che oggi è solo, pieno di ricordi, perché nella sua vita è stato troppo vigliacco. Morirò con questo rimpianto ma spero che nell'aldilà o in una prossima vita potremmo rincontrarci e finalmente amarci. Spero davvero tu mi stia ascoltando. La luna sembra sola e forse è per questo che ha deciso di farmi compagnia stanotte così come tutte le notti precedenti da quando te ne sei andato. Non avevo mai davvero fatto caso a lei, prima, e me ne pento, così come tante altre cose. Sto provando a vivere senza più altri rimpianti, consapevole che tu sarai sempre il mio più grande vuoto rimasto. Non ho mai parlato così tanto in vita mia. Sto anche respirando davvero per la prima volta da quando sono in questo mondo. E' così bello respirare. La città è vuota, l'aria qui fuori è tutta per me. Scusami per lo sbadiglio. Ho sonno, sì, ma non riesco comunque a dormire. Sono a un passo dalla follia ed è colpa anche dell'insonnia. Quando deve essere pazzo un uomo per parlare con la luna e confessare che ama un uomo che è morto! A volte penso che sia colpa mia. Forse se avessi saputo che ti amassi, ti saresti amato anche tu e non ti saresti ucciso. Mi piacerebbe sapere la tua opinione, luna, se parlassi. Sembri saggia. Avrai ascoltato molto da quando l'uomo è sulla terra, ne saprai più di me, più di tutti quanti. Ne avrai sentite di storie così, ne avrai visto di uomini pazzi in preda alla solitudine, vittime di sé stessi. Il mio monologo è quindi questo: un discorso sulla solitudine. Non sull'amore, per com'era sembrato. La solitudine è naturale, e non è un male per come pensano molti. Io ci provo a non pensare che sia una cosa cattiva. Perché non riesco ad apprezzare la mia compagnia? Perché non posso farmi piacere il fatto di essere solo? Mi sono rimaste poche lacrime e devo piangerle su me stesso, che senso ha? Che senso ha vivere così? Non saremmo così tanti se la solitudine fosse una bella cosa, no? E se siamo così tanti, com'è possibile che non riesca a parlare con nessuno anche con mille persone attorno? E loro, altrettanto, non parlano con nessuno. Scommetto che a casa piangono come me per lo stesso motivo. Dovrebbero organizzare cene a tema solitudine. Campagne per combattere questo male. Spero mi perdonerai, luna, se lo chiamo male, ma mi sa che devo trarre questa conclusione. Sarà forse che non sto bene con me stesso. Sì, credo sia questo il problema. Sarà che sono pazzo, perché sto parlando con te. Scusa se ripeto le cose. Ti chiedo anche scusa... Scusa se sono pazzo, luna. Mi piacerebbe incolpare qualcuno per il modo in cui sto. Chiunque ci ha donato la vita - e non parlo dei genitori - perché l'ha resa così? Dio si nasconde dietro di te, luna? Ha paura di te, lui? Perché se lui è davvero buono per come lo descrivono non credo ci abbia affidato tutto questo dolore da custodire. Perchè? Per farci crescere? Maturare? Per renderci più forti? La gente si uccide per questo! Perché? Perché non erano degni e forti abbastanza? Abbiamo tutti il diritto a una vita, per quanto fragili possiamo essere. Per quanto vigliacchi, come me. E se il dolore non esistesse, allora questi aggettivi negativi non esisterebbero altrettanto. Comprendo la morte. Comprendo che tutto deve giungere a un termine, che quindi la fine è dolorosa. Ma non potremmo entrare in un ottica che il capolinea non è un male? Abbiamo soltanto finito il nostro viaggio. Che senso ha soffrire? Che senso ha tutto quanto? Che senso ha raggiungere la pazzia e uccidersi, come ha fatto la persona che amavo? Che forse la pace non si raggiunge nemmeno dopo la morte! E' un mistero, e quindi che senso ha tutto quanto! Come si può mettere un punto a quest'agonia? Ti prego, luna. Ti prego, rispondimi. Tu sai la risposta. So per certo che la sai. Perché ci devi far soffrire insieme alle tue tenebre? Hai corrotto anche il sole?-
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Senza fine
General FictionMai nulla finisce davvero, ogni storia ha un seguito con o senza la nostra partecipazione. Raccolta di brevi racconti senza un protagonista preciso.