I Need It

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-Mamma, ho bisogno dello psicologo.- Sì, ne avevo proprio bisogno.
-Perché amore, c'è qualcosa che vuoi dirmi?- Rispose mia madre togliendo gli occhiali blu da vista davanti ai suoi occhi.
-Mamma, ne ho bisogno e basta.- Risposi secca, non volevo dirle quello che mi stava succedendo.
-Va bene tesoro, più tardi prendo un'appuntamento.-
Salii le scale, andai in camera mia. Come sempre mi fissai allo specchio, odiandomi, ripetendomi di non essere perfetta.
Dopo che mi fissai ancora un po' allo specchio mi sdraiai sul letto, iniziando ad ascoltare la musica dallo stereo e prendendo il mio libro preferito. Solo in quel momento mi sentivo felice.

Sentii la musica abbassarsi, era mia madre. -Domani hai l'appuntamento.- Disse semplicemente lei per poi rimettere la musica come prima e uscire dalla porta chiudendola alle sue spalle.

[...]

-Sfigata.- E come sempre tutti mi urlavano dietro quanto ero brutta, sfigata e secchiona.
-Ragazzi guardate chi c'è, ma lo sai che la festa della befana è già passata?- Emily. Quanto la odio. È solo una puttanella che sta al centro dell'attenzione ogni fottuto secondo, e che si scopa tutti i ragazzi della scuola ogni notte. È più piccola di me di un anno, Infatti lei è al quarto e io al quinto.
-Già sentita strega!- Sbottai io.
-Strega io? Ma vedi chi parla, le streghe non sono belle e sexy come me, ma tutto il contrario proprio come te.- Disse gesticolando. Quanto la posso odiare?
-La vuoi smettere di prendermi in giro? Che cazzo ti ho fatto di male?- Dissi, ero stanca troppo stanca di essere presa di mira da lei e da chiunque altro. -Non mi hai fatto niente ma io ci godo a vederti soffrire.- Dopo che finì di parlare mi scaraventai sopra di lei, mettendomi a cavalcioni su di lei. Iniziai a tirarle i capelli e lei mi graffiò il polso, aprendomi dei tagli fatti la sera prima, con quelle unghie lunghe smaltate di rosa.
Ormai eravamo uno spettacolo per tutti i presente che urlavano 'rissa' o 'sangue'.
-Bastarda levati!- Urlò Emily.
-Bastarda ci chiami tua madre.- Le sussurrai io a denti stretti.
-Non mettere in mezzo mia madre, troia.- Urlò ancora questa volta dandomi un pugno facendomi cadere a terra. Mi bruciava il labbro inferiore, portai la mano verso a esso e notai che usciva abbastanza sangue.
Mi ritrovai di nuovo a terra con Emily sopra. Mi girava la testa non stavo ragionando più. Fino a quando sentii Emily alzarsi da sopra il mio povero corpo e delle braccia sollevarmi.
-Cazzo vuoi, lasciami.- Era un ragazzo con i capelli castani ricci e occhi verdi.
-Calmati bella.-
-Tu bella a me non mi ci chiami.-
-Sono Harry.- Disse il ragazzo porgendomi la mano.
-Io sono...- Non mi fece finire di parlare che continuò lui.
-Jessica.-
-Si ma chiamami...-
-Jesy.-
-Ma come...-
-A scuola gira voce su di te.- Sospirai.
-La vuoi smettere di interrompermi?-
Continuava a fissarmi e io fissavo lui, spostando il mio peso da una gamba all'altra. Ero nervosa non sapevo che fare, era anche abbastanza imbarazzante. Distolsi lo sguardo dal suo e lo portai alle sue Converse bianche. -Adesso vado, ciao.- Lo superai sfiorandolo con la spalla. -Ciao Jesy, ci rivediamo.-
-Ma anche no.- Dissi continuando a camminare lungo la mia strada e non dando retta alla gente che mi fissava per quello che era successo prima con Emily. -Cazzo guardi.- Mi rivolsi male ad una ragazzina che più o meno andava in primo superiore. -Signorina Evis, in presidenza adesso.- Era il preside, che cazzo voleva adesso lui? Lo seguii. Entrammo in presidenza e vidi Emily che piangeva. Cosa?
-Bene, la signorina White mi ha riferito che lei l'ha aggedita provocandole questo livido e questo taglio profondo.- Disse il preside indicando chiazze sul braccio di Emily. Scoppiai in una risata. -Perché sta ridendo?- Mi riprese il preside. -Anch'io so usare il trucco per far diventare la mia pelle color cadavere un color violaceo come se mi avessero picchiata.- Portai il dito nella mia bocca e lo umidii per poi passandolo sul braccio di Emily. Ovviamente il trucco andò via. -veda signor preside?- Gli feci vedere il mio dito ormai diventato viola, per poi portarlo davanti al mio labbro. -Questo l'ha fatto lei.- Fulminai con lo sguardo Emily che era diventata rossa per l'imbarazzo. -Bene bene signorina White, quindi é tutto il contrario di quello che mi ha raccontato lei.- Disse l'anziano signore dietro la cattedra in legno. Si portò le mani dietro la schiena e iniziò a camminare. -Mi guarda negli occhi signorina.- Emily alzò lo sguardo e lo guardò. Il preside guardò me per poi dirmi: -Lei signorina vada in infermeria.- Annuii e uscii da quella stanza con un sorriso stampato in faccia. Ma un sorriso amaro. Volevo rimanere lì per vedere la scena e magari perché non dire tutto a tutta la scuola?
Andai in infermeria e mi sedei sul lettino coperto da un lenzuolo bianco candido. L'infermieria venne da me chiedendomi che è successo e curando la mia ferita. -Emily, Emily mi ha tirato un pugno.- Iniziai a gemere per il dolore al labbro che mi preocurava l'acqua ossigenata.
-Ecco fatto tra minimo due giorni passerà.- Disse l'infermiera soddisfatta. -Può andare.- Mi alzai e la ringraziai per poi uscire dalla porta bianca.

Psychologist - N.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora