𝟖. 𝐔𝐧 𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐭𝐢

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Giunsero in città e seppero subito cosa avrebbero dovuto fare: dovevano trovare un luogo stabile dove alloggiare e cambiare il loro abbigliamento, che stonò molto rispetto a quello delle persone che videro.

Quando entrambi si fermarono dinanzi a un edificio antico e aperto al pubblico, da cui entravano e uscivano un po' di persone, non troppe ma neanche troppo poche, giusto qualche anziano con un bicchiere di vino in mano o qualche fanciulla con qualche dolce tipico del posto, «È un bar?» chiese Snezhana dando un'occhiata all'insegna in legno, che citava la scritta "Auberge du voyageur" che parve scolorita al punto da dire che quel luogo fu lì da tanto tempo, tanto da non riuscirne a leggerne per bene il continuo. La giovane, che non conosceva il francese, andò a intuito e si corresse: «È un albergo!» esclamò con fermezza, mentre il giovane che comprendeva un po' meglio la lingua disse «Diciamo... dovrebbe essere una locanda.»

Così, tra la gente, si fecero spazio ed entrarono.

Quel luogo fu veramente antico: le mura erano abbastanza scure e per terra c'era un parquet di legno di ciliegio, rovinato e altrettanto scuro. Qualche botte strapiena e colante giaceva non lontano dal bancone, e i tavolini circolari, come le sedie, erano in legno. Il luogo puzzava di alcolici e soprattutto di vino; ma nessuno fu ancora ubriaco là dentro.

Si avvicinarono al bancone e, facendo sussultare l'anziana proprietaria, Snezhana chiese «Mi scusi. Questa è una locanda?» mentre la signora le rispose gracchiando più di un corvo «Certo! Cosa pensavi che fosse, signorinella?» intervenne allora Andriy, che chiese calmo all'anziana «Potremmo alloggiare? Avete stanze a disposizione? Ce ne basterebbe anche una sola.» nel sentire l'ultima frase, Snezhana fulminò l'amico con lo sguardo, trattenendosi dal pestargli violentemente un piede, così il giovane rimangiò subito le ultime parole.

L'anziana chiese loro di ripetere un paio di volte quel che gli servì, dopo chiamò il nome di un'altra donna, una ragazza poco più grande di loro «Raphaëlle! Cara, guida questi signori nelle loro stanze!» le disse in un tono un po' stridulo, ma dolce. Poco distante dal bancone comparve una ragazza di altezza medio alta, dai lunghi capelli d'un castano chiaro leggermente mossi alle punte, con indosso un abito tipico dell'epoca di un color caramello, un abito che generalmente doveva essere molto ampio dalla gonna, ma che probabilmente per comodità aveva scelto di tenere sgonfio e privo del tulle. Sopra a questo vecchio abito, come se non volesse rovinarlo o macchiarlo più di quel che già fosse, vi mise un grembiule, che lo coprì lievemente.

Si notò che effettivamente non erano ricchi mercanti e passavano gran parte del loro tempo a lavorare per potersi permettere qualche pezzo di stoffa da indossare.

La giovane li guidò verso una scalinata che li portò ai due piani di sopra e non esitò a dare qualche occhiata all'altra ragazza, probabilmente per come era vestita. Così, mentre salirono, chiese loro «Siete forestieri?» in un lieve accento francese, mentre Snezhana le rispose «Sì.» e dopo le domandò «Oh. Dove potrei trovare un abito simile al tuo?» domanda a cui l'altra rispose altrettanto schietta «Se ne desideri uno così, c'è un negozio a un isolato qua dietro, possiede un vasto assortimento. Ma se puoi permetterti di più, va a uno di fronte alla biblioteca comunale.» sospirò e fece in modo di arrivare il più presto possibile alle loro camere, due camere vicine, una di fronte all'altra al secondo piano, così che entrambi non le chiesero più nulla.

Snezhana e Andriy sistemarono la poca roba che avevano nelle loro camere e poco dopo scesero nuovamente giù alla locanda, cosa che fece alzare gli occhi al cielo alla ragazza che li aveva accompagnati di sopra poco prima. Questa disse senza che loro avessero parlato: «Le lenzuola sono ogni giorno pulite!» in un tono lievemente schizzinoso e mentre mantenne il suo accento francese.

La serata i due la passarono entrambi nelle loro rispettive camere a godersi la solitudine, che forse avevano tanto atteso.

Ma la mattina successiva dovettero iniziare ad ambientarsi ad Annecy.

𝐋𝐚𝐝𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐑𝐨𝐬𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora