Sei sempre stato tu

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Agosto.
Un mese terribile, afoso, con un sole presente per gran parte della giornata, a ricordarti che d'estate si può solo sudare.

Simone non ama l'estate.
Non ama il caldo e non ama, soprattutto, i matrimoni.

Lo intristiscono, lo rendono malinconico, lo fanno sentire solo, tremendamente in carenza di qualcuno da amare.
Anche se, qualcuno da amare lo aveva anche trovato, ma poi...

In ogni caso, questo matrimonio è diverso.
Qui si parla di qualcosa di importante, è suo fratello Jacopo.
Suo fratello gemello.
La sua metà.
Che a sua volta ha trovato l'altro pezzo di cuore con cui condividere il resto della vita.

O almeno se lo augura.

E la cosa più importante è che Simone sarà il suo testimone. Motivo per cui l'ansia non smette di fargli ribollire il sangue, farlo sudare più del dovuto, anche adesso mentre si guarda allo specchio vestendosi, subito dopo aver fatto la doccia e sistemato i capelli.

Ha optato per un vestito blu notte, una camicia bianca che ha appena indossato e sta richiudendo tramite i bottoni, dal basso verso l'altro.
Al collo giace slegata una cravatta semplice, battente sui toni di un blu più chiaro.

Non ha voluto azzardare con colori vivaci, non è proprio da lui farsi notare.

Ci mette una buona mezz'ora a sistemare l'abito addosso per bene, a farsi il nodo alla cravatta (provandoci ben tre volte, fino a che non si ritiene soddisfatto del risultato), a ritoccare qualche ricciolo ribelle che vuole sfuggire alla passata di crema per ricci indomabili.

E alla fine... è pronto.

Pronto per quel giorno.
Pronto per versare qualche lacrima, chiaramente di gioia.
Pronto per permettere a suo fratello di spiccare il volo, di costruirsi una strada senza più condividere la stanza con lui, quando la mattina si lasciava innervosire dalle sue continue sveglie rimandate o quando la sera rientrava con un gran baccano nel lanciare le scarpe sotto la scrivania.

Sono cresciuti.
Non sono più dei bambini.
Sono diventati adulti in un battito di ciglia, hanno imparato a stringere i denti e sopravvivere alle intemperie, hanno imparato a disinfettarsi le ferite, seppur consapevoli della costante presenza dell'altro.

Ma una ferita che prova a rimarginarsi, costantemente senza riuscita, Simone la porta appresso da tempo.
Tre anni di una ferita ancora aperta, di una fitta lancinante che quasi tutte le notti torna a farsi sentire.
Ci ha provato mille volte a richiuderla, ma è sempre bastato un piccolo strappo per riaprirla più profonda di prima.

Perché è lì, che nonostante tutto, conserva la sua voglia d'amare.

~

La cerimonia non è stata sofferente.
Gli invitati hanno potuto godere di un piacevole rito civile all'aperto, direttamente sul luogo del ricevimento.

Simone è stato in prima fila, nel posto riservato ai testimoni. Non ha tolto gli occhi di dosso a Jacopo e alla sua compagna, nonché moglie, neanche per un attimo.

Li ha ammirati, ne ha colto ogni dettaglio estasiato. Si è lasciato coinvolgere fino a farsi sfuggire, come prevedibile, qualche lacrima di commozione.

Poi è arrivato il momento di firmare, di sigillare il loro amore con la sua testimonianza.

Gli sposi si sono baciati, hanno scattato le foto nelle varie zone adibite al meglio per la riuscita del set. E Simone, nell'attesa di sistemarsi al tavolo per l'antipasto, ha iniziato a girovagare nella piazzetta della villa, addobbata e agghindata di fiori bianchi e rosa tenue, insieme agli altri invitati. Ha potuto servirsi di un flûte di prosecco e di qualche stuzzichino attraverso i vassoi dei gentili camerieri.

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