1. Peter Pan

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Il suono ovattato di innumerevoli gocce di pioggia che, fuori dalla mia stanza, incontrano il terreno crea una melodia dolce e prorompente al tempo stesso, che mi culla in una tranquilla serata di fine agosto.
Le mie dita scorrono tra le pagine del mio libro preferito, e il tempo passa inesorabile.
Io mi lascio cullare da questa calma tanto attesa.

Ma, d'un tratto, vengo distratta da un insistente ticchettio fuori la finestra.
Possibile che stia grandinando con questo caldo? Mi domando confusa. Così mi volto verso i vetri colmi di piccole goccioline che fanno a gara a chi scende prima, e lì lo vedo: Peter stava picchiettando con le nocche per farsi notare.
Sorrido istintivamente, e corro ad aprire la finestra.
<<Che ci fai qui? Finirai per prenderti un raffreddore!>>
<<Ciao Peter, che bello vederti!>> lo sento imitare la mia voce mentre mi allontano per prendergli un asciugamano e dei vestiti. <<Oh, grazie, T/n, anche io sono contento di vedere te>> si risponde da solo.
Lo fulmino con lo sguardo e mi avvicino per asciugare i suoi capelli meglio che posso.
<<Sul serio. Non voglio che esci con questo temporale, potrebbe venirti l'influenza>> lo rimprovero ancora una volta.
<<Sei bella quando ti preoccupi per gli altri>> sussurra accennando un piccolo sorriso sulle sue labbra fine ma piene, e il mio cuore perde un battito.
Mi soffermo, per un attimo, a guardare i lineamenti delicati del suo viso, e mi perdo nei suoi occhi a me tanto familiari.
<<Ho qualcosa sulla faccia?>> chiede lui innocentemente, risvegliandomi dal mio stato di trance.
Scuoto la testa e torno a concentrarmi sui suoi capelli zuppi.
<<Meglio di così non riesco ad asciugarli. Ti conviene andare a cambiarti, ora, non puoi rimanere con i vestiti fradici>> dico passandogli un cambio asciutto e pulito.
Lui mi ringrazia e si dirige in bagno.

Mentre aspetto che esca decido di buttarmi sul letto, pensierosa.

Ormai è tanto tempo che conosco Peter. Sono in grado di capirlo senza che dica una singola parola, e mi sono abituata così tanto alla sua presenza nella mia vita che non riesco a immaginare cosa sarei io senza di lui. È parte di me.
Lui, le sue risate, i suoi scherzi, i suoi gesti premurosi: credo che non ci sia una sola cosa io non ami di lui.

<<Stai sorridendo>>
Sobbalzo. <<Cosa?>> chiedo.
<<Stai sorridendo, a che pensi?>>
Avvampo in preda all'imbarazzo.
<<Niente di importante>> balbetto.
Lo vedo osservarmi con poca convinzione.
<<Ok, facciamo che ci credo>>
<<E comunque ancora non mi hai detto perché sei qui>> tento con tutte le mie forze di cambiare discorso per scacciare l'imbarazzo.
<<Mi mancavi>> risponde con scioltezza, come se avesse appena chiesto un bicchiere d'acqua. E nel mentre il mio stomaco ha fatto tre salti mortali intorno a un'allegra famigliola di farfalle.

<<Senti, T/n, sei sicura di non essere tu quella che ha la febbre? È da prima che hai le guance tutte rosse>> domanda dopo avermi guardato con insistenza per minuti che sembravano interminabili.
<<Sto bene, Pete, grazie>>
<<Se lo dici tu>>
Con la coda dell'occhio lo vedo scrollare le spalle e distendersi di fianco a me sul letto.

Il silenzio che avvolge la stanza mi permette di pensare, e quando la mente vaga senza limiti non è mai segno buono: va sempre a incappare in qualche paranoia.
Cerco di non pensarci e di focalizzarmi su altro, ma adesso un'immagine fissa ha tutta la mia attenzione senza mostrarsi disponibile a lasciarla andare.
Allora cerco di razionalizzare la mia paura, dandole un motivo per scomparire.
<<Pete?>> lo cerco accanto a me.
<<Mh?>> risponde facendomi capire che è ancora qui.
<<Credi che un giorno ci separeremo? Che ci sarà un'ultima volta insieme prima di non vederci mai più? Prima che tu mi dimentichi?>> chiedo in preda all'angoscia.
Lo vedo concentrarsi per soffermarsi sulle mie parole e trovare la risposta giusta da darmi.
Poi le sue sopracciglia, dapprima corrugate, si distendono.
<<Ciò che credo è che arriverà il giorno in cui tu stessa sentirai il bisogno di allontanarti da me, perché sei destinata a crescere, T/n, e a diventare grande. Però io non ti dimenticherò mai, questa è una promessa. E se lascerai un piccolo posto per me nel tuo cuore, e qualche bel ricordo di noi nella tua mente, io tornerò per te e per i bambini che avrai, e per i loro figli e i figli dei loro figli. Mi prenderò per sempre cura di voi, e racconterò loro di quanto eri incredibile e bella, così da avere una parte di te con me per l'eternità>>
Dolci lacrime scorrono sul mio viso mentre mi avvinghio a lui, abbandonandomi al tocco delicato delle sue soffici mani sui miei capelli.
Non so dire se il mio pianto sia di gioia per avergli sentito pronunciare parole tanto belle nei miei confronti, o di tristezza e malinconia al pensiero che un giorno tutto questo non sarà più il mio presente.
Non so nemmeno se le cose andranno davvero come ha previsto lui; l'unica certezza che ho è ciò che desidero ora.
<<Ma adesso, solo per un po', posso restare qui tra le tue braccia?>>
La mia voce echeggia nella stanza, e trova riparo contro la sua pelle che stringe la mia.
E io scopro cosa significhi tornare a Casa.

✨✨✨✨✨✨

Mi voglio scusare con la persona che voleva questo immagina per averlo pubblicato dopo due mesi dalla richiesta, e in generale mi scuso per non essere proprio il volto della costanza ahahahah, ma ultimamente mi sembra che ogni idea che ho non sia abbastanza interessante, e ogni cosa che scrivo non sia abbastanza bella.
Spero che questo capitolo vi piaccia!

A parte ciò, come avete passato/state passando questa estate?

IMMAGINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora