Il grande dio seth, dio del caos, della guerra, signore del deserto.
importante, forte.
invincibile.
tutti per secoli avevano temuto a ribellarsi a lui, al suo regno.
un regno che grondava sangue.
aveva fatto del male, commesso molte malefatte e per questo ne aveva dovute affrontare tante.
e pensare che se suo fratello si fosse comportato diversamente tutta questa storia sarebbe cambiata e forse mai esistita.
tutto ebbe inizio secoli lontani, quando suo fratello era al potere.
l'Egitto era una terra bellissima, proficua, serena.
suo fratello governava le terre e lui i deserti aridi.
entrambi avevano le loro mogli, e tutto sembrava perfetto.
fin quando suo fratello assetato di potere non cominciò a dire menzogne, a mettere idee nella mente di seth, idee che scatenarono la parte più buia di lui.
il caos.
molti quando parlano di seth come il caos pensano al caos della guerra, al caos del mondo.
no.
il caos era seth e seth era il caos.
dentro di lui c'erano milioni di emozioni.
milioni di pensieri.
ogni pensiero faceva a pugni con l'altro creando scompiglio dentro di lui, e ciò lo portò a perdere la ragione, agire d'istinto e seguendo il consiglio di Sek, buttare suo fratello ridotto a pezzi, ma ancora in vita, nel fiume Nilo.
avrebbe potuto avere una vita serena, felice, dopo ciò.
e per un periodo fu così.
divenne padre, ed era fiero di quel bambino.
era l'unica persona che avesse ricevuto amore da parte sua, nemmeno sua moglie era stata amata tanto quanto quel bambino.
non ci sarebbe stato niente, niente che non avrebbe fatto per lui.
ma i secoli passavano, quel ragazzo non cresceva, restava sempre piccolo.
iniziò quindi ad essere più duro verso di lui, era un uomo nel corpo di un bambino, ma più tempo passava e più il male provocato dal caos lo allontanava dell'unica cosa che avrebbe potuto salvarlo.
l'amore.
se solo si fosse concesso altre attenzioni a quel bambino adulto, se solo sua moglie fosse stata onesta con lui.
tanti sé avrebbero potuto fare la differenza nella sua vita.
arrivò poi horus, figlio di quel fratello che aveva inseminato spine dentro di lui, una lotta per il potere, una lotta falsa perché la maggior parte degli dei era contro di lui.
tutti ricordano il male che compi, ma pochi chiedono il motivo, e per la maggior parte non interessa a nessuno ascoltare.
si può essere onesti in mille modi, ma se chi ti ascolta ha già un'idea precisa di te, essa non cambierà, vedrà la falsità anche nella più sincera onestà.
fu così che venne bandito dalle sue terre, dai suoi luoghi, lontano dalla sua famiglia, lontano da quel ragazzo che nonostante fosse stato loro complice, restava pur sempre suo figlio.
il suo amato bambino.
stuprato più volte da horus, con l'anima piena di rabbia e dolore per essere diventato impotente ed incapace di ribellarsi al male, stava perdendo se stesso.
senza poteri era pari ad un comune mortale, il dio della guerra era diventato vittima di quella battaglia.
non c'era nulla, più nulla che per lui valesse la pena vivere.
gli incubi divennero la sua nuova casa, incubi pieni di spine sanguinanti e di mani che toccavano, graffiavano, possedevano il suo corpo e più lui tentava di sfuggire a quelle spine,
più lui tentava di scappare da questi incubi, più essi diventavano più forti, più inquieti.
con il tempo imparò a convivere con essi, non sarebbero mai andati via.
lo avrebbero sempre accompagnato come un bagaglio scomodo che non puoi abbandonare.
dopo anni di solitudine, di dolore ed abusi, dopo anni di dolore, aveva ritrovato nel deserto l'unico che aveva mai amato.
suo figlio.
anubi.
non lo riconobbe inizialmente, aveva il copricapo affidato a gli dei, ed aveva la testa di sciacallo, ma poi vide quel nastro.
non più bianco ma diventato nero e senza attendere oltre si lanciò contro di lui, sfilando via quel oggetto che gli nascondeva il suo volto e quando incontrò i suoi occhi rimase di sasso per poi scoppiare, abbandonarsi totalmente a ciò che sentiva, e piangere mentre sussurrava "mio figlio, il mio anubi".
perché nonostante anubi non era davvero suo figlio, lui lo aveva amato, lui lo aveva cresciuto, ma si era perso la sua ultima fase, la trasformazione da quel ragazzo mingherlino e sottile in uomo, alto, forte e bellissimo.
si erano scambiati un bacio.
anubi lo aveva baciato e nonostante la gioia e le emozioni che sentiva lui lo scansò.
horus avrebbe insistito, lo stesso osiride, si sarebbero presi il suo corpo ugualmente, ma non anubi.
seth già pronto all'ennesima violenza rimase sorpreso nel vedere che l'altro non agiva.
fu l'unico a non lasciare segni e cicatrici nella sua anima a pezzi.
ma anubi non restò, lo perse di nuovo, nonostante non facesse che pensare a lui.
da quella sera ogni volta che si trovava a guardare il cielo notturno pensava a lui, a quei suoi occhi neri e profondi.
il desiderio di rivederlo era così forte che anche lui iniziò a far parte dei suoi incubi, vedeva quel ragazzo, quel dio che tanto amava soffrire, e questo era il primo sogno non rivolto a sé che lo faceva stare male.
dopo anni di punizione, di dolore, quando finalmente capì i propri errori, quando ormai di lui restava solo un corpo vuoto, fu perdonato.
horus, diventato nuovo sovrano lo accolse di nuovo in casa, e li ritrovò tutti.
si inginocchiò davanti a suo figlio, al suo anubi e gli chiese perdono.
perdono per non essere stato capace d'amare quel ragazzo come meritava, perdono per averlo ferito, perdono perché lui l'aveva sempre amato.
fu così che nacque un rapporto tra loro, legati dal passato, insieme nel presente.
anubi fu l'unico a possederlo col suo consenso, a fare l'amore con lui non solo con il corpo ma anche e soprattutto con la mente.
quando sei eterno sbagli, fai tanti errori, ma alla fine torni sempre dove stavi bene.
e quando capitava ai due di allontanarsi, essi ritornavano sempre l'uno dall'altra perché il legame che li univa era più forte di qualunque altra cosa.
perché ci sarebbe sempre stato un solo bambino, un solo ragazzo, un solo uomo che sarebbe stato la sua vita ed a cui aveva dedicato la parte più bella di sé e quella persona sarebbe sempre stata il suo anubi.《 a cosa stai pensando?》
sentì delle braccia stringerlo da dietro e tirandolo con la schiena contro il suo petto nudo.
un sorriso dolce sul volto, sollevò il viso verso l'alto per guardare la sua figura e scossè la testa
《 a quanto un singolo evento possa cambiare totalmente una storia, una vita, tutto》.
《 e la tua vita com'è?》
《 finalmente degna di essere vissuta》.fine.
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My baby, my son...my life
Romancesto leggendo ennead e prendendo ispirazione dalla storia e mettendoci un po di fantasia ho scritto questa storia. spero sia di vostro gradimento.