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Era lì, coricata, inerme, inattaccabile, affatto pericolosa.

La sua mente no. Viaggiava a trecento all'ora tra piani e vendette sempre più dannose.

Non era pericolosa fisicamente, perlomeno in quel momento, ma a breve ciò che si stava immaginando sarebbe divenuto realtà.

Entrò un medico per controllare la flebo, poi guardò la situazione della ferita vicino allo sterno. Per fortuna non c'era stato nessun danno al cuore. Almeno, la fortuna era stata per Clarissa, ma a breve qualcosa sarebbe cambiato per me.

La mia vita stava giungendo alla fine?

~

Mi alzai di corsa e giunsi a scuola.

Mentre attraversavo il famoso secondo isolato diedi una breve occhiata alla Enter. Che ricordi peccaminosi e pericolosi. Attraversai la strada e percorsi ancora cinquanta metri per giungere all'entrata della scuola.

Le giornate passavano tranquille. Però dentro di me tante brutte emozioni si agitavano. Avevo appena ucciso una persona e i giornali non ne avevano parlato. Avrei dovuto far caso a questo silenzio, invece pensai che fosse stata una benedizione divina.

Alla fine dell'ora uscii dalla classe e raggiunsi le mie amiche. C'era anche Carol.

Ve la ricordate? La ragazza che mi aveva baciato in discoteca? Ecco, è nato del tenero. Non usciamo insieme, però ci sono degli scambi di sguardi che vanno a descrivere davvero tanto, c'è interesse reciproco.

Però... però continuo a pensare a lei, a Clarissa, la donna che mi ha fatto capire che non sono attratta dai ragazzi, che mi ha fatto scoprire che il sesso è una bella cosa, se fatta con una persona che ami. Io la amavo e la amo ancora, però è stato un amore pericoloso e tossico.

Da quando non la frequento più sono più serena, però mi manca. È vero che il primo amore non si scorda mai.

Rifletto sulla mia vita passata mentre le mie amiche parlano e si raccontano di cosa hanno fatto in estate. Io sono stata in terapia senza che i miei lo sapessero.

Non ho raccontato di come è finita con Clarissa alla mia terapista, però le ho spiegato di come è stata dura affrontare una donna più adulta di me, con molte più esperienze e per giunta miliardaria.

Raccontare una parte della mia vita è stato utile, ho analizzato meglio me stessa e ho imparato a conoscermi. Ho compreso che non sono etero.

A interrompere i miei pensieri e la conversazione delle mie amiche fu un nostro compagno di classe che ci annunciò che una delle donne più ricche del mondo era finita in ospedale all'insaputa di tutti e che ora era in ospedale sotto il controllo di specialisti. Quando disse il nome rimasi pietrificata e scappai in bagno con i miei amici che si chiedevano che cosa mi fosse successo.

Ecco a voi il sequel, spero che vi piaccia come il primo!

Clarissa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora