Chapter 8

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Anger issues!

I miei occhi passavano velocemente dallo specchio rotto alle mie nocche piene di sangue: avevo per l'ennesima volta avuto un attacco di rabbia, e non ero riuscito a controllarlo.

Respiravo affannosamente mentre tremavo, e mi ci volle davvero molto per calmarmi del tutto.

Presi dell'acqua ossigenata e la misi a fiotti sopra la mano sanguinante, faceva male ma ormai ci ero abituato: non era la prima volta che succedeva una cosa del genere; successivamente la sciacquai e ci misi tutt'attorno una benda.

Non sapevo dove fosse andato Jeongin, e provai a chiamarlo per chiederglielo ma non mi rispose, quindi lo riempii di messaggi, di nuovo, senza ricevere una risposta.

Per evitare che potessi avere altri attacchi tipo quello avuto qualche minuto prima uscii di casa, andando nel solito parchetto e chiamando la persona che mi avrebbe portato l'unica cosa in grado di calmarmi: il mio spacciatore.

Era sbagliato e lo sapevo, non sarei mai dovuto entrare in quel giro ma probabilmente era troppo tardi, dato che da qualche anno a quella parte non riuscivo a stare anche solo più di tre giorni senza fare uso di sostanze tossiche.

Avevo iniziato con le canne ed ero arrivato a cose decisamente più forti, ma stavo cercando con tutta la mia volontà di smettere, e ultimamente mi stavo imponendo di non spingermi oltre le canne, come all'inizio, per arrivare poi - piano piano - ad eliminare anche quelle.

Non era per niente facile, e il gruppo con cui ero solito uscire non aiutava: non sapevano nemmeno cosa fosse la frase "Voglio smettere di essere dipendente da tutto questo."
A loro non importava, continuavano ed esageravano, ogni volta.

Quindi uscire con loro, che usavano di tutto e di più, mentre cercavo di limitarmi solo alle canne non era per niente facile, ma sarebbe stato per la mia salute, quindi ci provai.

Era frustrante finire di fumarne una e sentire che era come se non lo avessi mai fatto, perché volevo di più, ma sapere che quel "Voglio di più." a lungo andare avrebbe potuto portarmi anche alla morte, mi frenava.

Una volta averla finita chiamai una ragazza che era solita venire a casa mia di sera, ovviamente non stavamo insieme ma appunto era una delle persone più frequenti che mi portavo a letto.

Mi aveva proposto di andare a casa sua, e dato che Jeongin si era degnato di rispondermi annunciando che sarebbe tornato poco dopo, a maggior ragione avrei dovuto accettare, ma rifiutai, dicendole di venire da me.

Non mi bastava però la consapevolezza del fatto che ci avrebbe sentito e, fingendo che fosse una cosa venuta naturale, iniziammo a fare sesso sul divano, così da farci trovare per certo da lui.

Non sapevo perché decisi di farlo, e me ne pentí quando vidi gli occhi di Jeongin riempirsi di lacrime appena entrato a casa, ma ormai era tardi per tornare indietro.

Spazio autrice
So che è un capitolo un po' più corto del solito ma volevo lasciarlo un po' così con la "suspence" hehehe.

Possession | Jeongchan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora