Ricomincia il viaggio

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Presto giunse la mattina, il sole era alto nel cielo e portava nuovi carichi di speranza.Alla stalla giungevano tutti i suoni di una città in risveglio ed in fermento. Riuscivo a sentire il rumore di numerose carovane, di passi, di voci indistinte. Dovevano essere dei mercanti poiché sentivo che alcuni di loro esaltavano le qualità delle loro merci. Eppure oltre alle orecchie anche il naso non rimase digiuno: l'odore dei cavalli della stalla era forte, come altrettanto forte era l'odore dei loro escrementi. Anna e Margaret erano già sveglie quando ho aperto gli occhi ed indossavano gli abiti del giorno prima. Io fortunatamente mi ero addormentato vestito così che non avremmo perso tempo, ci aspettavano altri giorni di cammino e numerose energie da spendere. Ero imbarazzato, non riuscivo a sostenere lo sguardo della giovane prescelta o quello dell'anziana Margaret come se avesse capito tutto, come se avesse già saputo del bacio che ho rubato ad Anna. La fresca aria di quella mattina la percepivo diversa, ancora altro era cambiato nella mia vita. Credevo di aver già subito un cambiamento, d'esser un nuovo Jacob ma mi ero appena reso conto che era tutta un'illusione. Quella nuova persona in me era solo una sensazione che voleva esplodere e, in parte, era esplosa la sera prima. Avevo veramente chiuso quella parte della mia vita? Avevo veramente rinunciato a Jasmine? Quando ci ripensavo non riuscivo neanche a credere che fosse vero, m'illudevo d'averlo sognato tutto e che anche il bacio con Anna fosse frutto della mia immaginazione ma guardavo i suoi occhi imbarazzati e tornavo alla realtà.

< Non dobbiamo perdere tempo ragazzi, Scitmà dista almeno un paio di giorni di viaggio. Non perdiamo altro tempo su...>ci ha ammoniti Margaret uscendo dalla porta principale della stalla, per un attimo ho sentito più forti i suoni della cittadella. Ho preso una bisaccia dal pagliericcio, di quelle acquistate dall'ex prescelta il giorno prima, e mi sono avviato lentamente all'uscita, ho atteso che mi raggiungesse anche Anna e, come si addice ad un galantuomo, le ho aperto la porta. Sono stato costretto a socchiudere gli occhi all'impatto improvviso con i raggi del sole. Attorno a noi c'era un affannato andirivieni di mercanti, donne con grossi cesti in vimini, bambini che seguivano divertiti le carovane, c'erano artigiani, contadini ed altri operai che esaltavano le proprie merci, ho subito notato che c'era anche un uomo seduto ad un tavolino attorniato da donne e bambini, tutti lo ascoltavano curiosi. Mi sono avvicinato a Margaret per chiederle sommessamente < È un cantastorie? Quell'uomo laggiù > con un impercettibile gesto del capo gliel'ho indicato e l'altra ha sorriso divertita, quasi ironica. < Più che un cantastorie è uno stregone di Ilatesia, Jacob. Hanno la capacità di utilizzare la magia e sanno essere molto furbi: la sfruttano lasciando credere alla gente di poter prevedere il futuro, così l'illudono e si fanno pagare con sacchi di monete d'oro. Ci sono persone che lavorano strenuamente giorno e notte solo per racimolare le monete necessarie per pagarli! >. Un senso di disgusto mi ha pervaso nel comprendere chi fossero veramente, ho distolto il capo dallo stregone per non dare nell'occhio < Bastardi > ho borbottato sottovoce. Anna non aveva detto ancora una parola, si guardava attorno curiosa ma quando il suo sguardo cadeva su di me il suo volto si stringeva in un'espressione imbarazzata. < Su, mettiamoci in viaggio ragazzi! > ci aveva esortati ancora una volta Marg e abbiamo ripreso il nostro viaggio. Abbiamo attraversato i cancelli e le guardie non hanno fatto particolarmente caso alla nostra presenza, in fondo eravamo tre di molti altri viaggiatori che uscivano ed entravano da quei cancelli. Ci guidava sempre lo stesso sentiero di ciottoli, circondato da una vegetazione men fitta di quella che ci ha portati ad E'vof, sicuramente avremmo incontrato meno Kôs. Camminare in silenzio è sempre una buona medicina per chi pensa poco, certamente non è il mio problema, sono sempre stato un tipo con il cervello attivo ventiquattro ore su ventiquattro, spesso mi capitava di fantasticare anche quando facevo l'amore con Jasmine. Ho sempre pensato, quando ero concentrato, quando ero indaffarato in numerose conversazioni, riuscivo sempre a fantasticare e a comunicare con il mio io. Durante quella prima ora in viaggio ho riflettuto a lungo sulla profezia. Iniziava davvero ad avversarsi "A ciò che credevi amore, rinunzierai..." e non riuscivo a comprendere se mi sorprendesse maggiormente il fatto d'aver rinunciato alla donna della mia vita o che quel mezzo gatto/mezza aquila avesse ragione. "La tua presenza al regno annunzierai..." diceva poi la seconda parte. Bè quella mi sembrava più semplice da interpretare, in qualche modo tutti gli abitanti di Ilatesia avrebbero saputo che io ed Anna eravamo nel regno, ciò mi faceva comprendere che le cose presto si sarebbero complicate, Devil avrebbe mandato contro di noi il suo esercito, i suoi stregoni, il suo seguace O'hle e per noi sarebbe stata la fine. L'allenamento con l'altra prescelta mi aveva fatto comprendere che avevo imparato molto grazie al De Arcana Arte Magica ma molto c'era da imparare ancora, Devil era un essere dalla forza infinita, poteva attingere in qualsiasi momento dall'energia di uno qualsiasi degli abitanti di Ilatesia, anche di tutti loro se avesse voluto ed io ed Anna non saremmo mai stati in grado di batterlo. Sopraggiunse improvvisamente un profondo sconforto, mi sentivo debole ed incapace di proseguire quella nostra missione. Ero certo che le nostre capacità, seppur potenti, erano limitate per uno stregone come Devil. E poi non eravamo abituati a combattere continuamente e forse contro più di una persona, tanto per aumentare il mio sconforto mi resi conto di non aver mai toccato una spada in vita mia, l'unica arma simile e tagliente che avessi mai toccato prima d'allora era un semplice coltello da cucina, usato per tagliare carne e verdura. < E se non dovessimo farcela, Marg? > Anna mi ha guardato impassibile quasi sorpresa, come se avessi espresso anche una delle sue preoccupazioni. Lo sguardo dell'ex prescelta invece mi è servito a comprendere che le avevo posto una domanda stupida, infatti mi ha risposto < Piuttosto che farmi domande stupide vedete di risolvere ciò che c'è fra di voi. Ieri sera ho percepito solo qualche parola quindi non ho idea di cosa sia successo ma non ho intenzione di sopportare giorni di viaggio in questo fastidioso silenzio, siamo nel mezzo di boschi, prati e noiose steppe e gradirei almeno chiacchierare o sentire gente parlare piuttosto che ammorbarmi nel silenzio. Io non voglio sapere cosa abbiate combinato e se non volete mettermene al corrente parlatene anche mentalmente ma... chiarite ciò che c'è da chiarire. Vi sto parlando come una madre ragazzi, non possiamo rischiare di compromettere la nostra missione per qualche crisi sentimentale >. Anna ha cercato di guardarmi ma non appena anche io stavo per posare lo sguardo su di lei, ha voltato il capo tornando ad osservare il sentiero e qualche passante. < Scusa...> ho detto all'anziana donna e mi sono fiondato nuovamente nel mio silenzio, nei miei pensieri. Nessuno di noi tre ha parlato fino all'ora di pranzo, eravamo seduti sotto gli alberi non molto lontani dal sentiero ma ben nascosti. Non sapevo in realtà cosa dire all'altra prescelta, in fondo mi aspettavo una risposta da lei, così mentre mangiavamo cosce ed ali di pollo le ho detto < Perché? Perché Anna? Mi aspettavo una reazione diversa, mi aspettavo una tua risposta ma non mi hai detto nulla e non hai neanche reagito. Perché? >. L'ho sorpresa forse perché si aspettava che ne avremmo parlato mentalmente, non davanti a Margaret, oppure perché non credeva che l'avessi fatto nel bel mezzo del pranzo. Marg ha sorriso soddisfatta, le sue parole avevano fatto effetto. < Ragazzi vi lascio parlare, vado a mangiare più avanti...> stava per alzarsi ma Anna l'ha fermata tenendole un braccio. Teneva adesso i suoi magnifici occhi fissi sul mio volto, chissà come dovevo sembrarle in quel momento. < No, resta qui! Fai parte di noi e non vogliamo nasconderti nulla...> ha atteso che l'altra donna si riaccomodasse prima di rispondere < Non so che dirti Jacob. Non so davvero cosa diavolo dirti riguardo il bacio di ieri sera! Io sono destinata a stare con Clay. Io credo ancora di amare Clay ma adesso mi sembra difficile immaginare una vita con lui. Sarà prematuro, sarà che tutta la storia della leggenda mi ha resa più vulnerabile e sarà anche che forse vedo in te un forte sostegno, la mano vincente per poter superare questo schifo, vedo in te la salvezza e la sconfitta di Devil. Vedo tante cose nei tuoi occhi, Jacob e questo mi spaventa perché mi fa sentire in colpa, perché so che nel mondo reale c'è una persona che volevo sposare e so che anche tu avevi una persona parte della tua anima...> e lì l'ho interrotta subito. < La mia persona non c'è più e ieri sera ho rinunciato a lei...>. Margaret imbarazzata e con gli zigomi arrossati ha proseguito a mangiare fingendo di non starci a sentire. <...lo so, lo so ma posso capire che credevi che Jasmine soltanto era la padrona del tuo cuore, solo lei poteva smuovere catene montuose ed oceani...> ho annuito senza interromperla <... Ecco e sono sicura che anche tu, quando hai capito di amarmi o comunque di provare qualcosa per me, ti sia sentito in colpa...> ho annuito ancora una volta. < Bene allora cerca di comprendermi. Io adesso non so che potrei fare con Clay ma non ne sono poi così tanto sicura. Se fossimo condizionati dal fatto che ci lega una leggenda come questa? >. Ho fatto spallucce < Se così fosse allora ho commesso una cazzata, ho rinunciato a Jasmine per un'illusione...>. Anna mi ha corretto subito < No, tu eri costretto a rinunciare a lei. L'avrai fatto forse anche per me ma non è così. Tu hai rinunciato a lei perché sei maturo, sai che è la cosa giusta. Hai compreso che lei è morta ed è qui e che tu hai il compito di sconfiggere Devil e salvare il mondo dalle sue grinfie. Tu l'hai fatto perché sapevi che doveva essere così, inconsciamente non ti sei posto neanche l'alternativa >. Le sue parole non mi hanno ferito perché sapevo che dicevano la verità così sono rimasto in silenzio. < Facciamo così, Jacob... > subito ho riportato tutta la mia attenzione su di lei, non volevo perdermi neanche un'espressione. <...io ho bisogno del tempo per realizzare ciò che provo. Se sconfiggeremo Devil, quando Clay avrà ripreso la memoria, lascerò che il mio cuore parli. Solo allora prenderò una decisione, voglio essere lucida ed obiettiva nelle mie scelte e so che adesso potrei non esserlo, confusa da tutto ciò che ci sta accadendo >. Non accettavo, forse infantilmente, la sua proposta e forzatamente ho annuito < Va bene, ci sto! >. In realtà avrei voluto gridarle di no, non volevo aspettare ancora per poter baciare quelle sue calde labbra, mi ero finalmente sentito bene la sera prima, la sua bocca era per me un potente analgesico, una protezione da tutta la sofferenza che ho... abbiamo subito nel mese già trascorso. Ma volevo rispettare la sua decisione e magari anche io avrei presto capito di non amarla veramente. Dopo pranzo ci siamo rimessi in marcia e per la felicità di Margaret abbiamo chiacchierato per qualche ora, le ho raccontato del mio incontro con Jasmine e di come ho reagito, l'ex prescelta si è anche complimentata per come ho saputo affrontare la situazione e mi ha fatto notare che la profezia iniziava ad avverarsi. < La seconda parte diceva "al regno la tua presenza annunzierai"...> le ho ricordato e si è accigliata subito, probabilmente aveva dimenticatoquella frase. < Male... molto male! Non possiamo fare nulla per impedirlo, ragazzi. Come già vi ho detto ciò che il Kôs dice, si avvera nonostante cerchiamo in tutti i modi di cambiarlo. Dobbiamo solo stare molto cauti e cercare di reagire al meglio, avremo alle calcagna tutto il regno di Ilatesia e dovremo essere pronti a combattere in ogni secondo ed anche per ore forse>.

Jacob el il Regno di Ilatesia (PARTE 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora