Capitolo 4

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Speravo in un buon sonno ristoratore che mi aiutasse nella mia decisione, ma a quanto sembrava ero destinato a non dormire.

Mi sentivo soffocare in quella stanza, avevo bisogno d'aria.

Guardai l'ora. Erano circa le tre del mattino.

Ma si, chiunque va a correre alle tre del mattino per schiarirsi le idee.

Mi diedi mentalmente dello stupido, ma mi vestii comunque e misi addosso le mie scarpe da corsa.

Tre del mattino o meno, avevo bisogno di schiarirmi le idee e quello era il modo migliore.

Uscii dall'albergo e mi diressi verso la zona dove sapevo ci fosse un parco e cominciai a correre.

Avevo le cuffiette nelle orecchie e la musica rimbombava nella mi mente.

Le canzoni si susseguivano nella mia testa, i pensieri si diradavano lentamente e io finalmente respiravo di nuovo.

Ero più tranquillo, più sicuro di cosa avrei dovuto fare.

Non avrei accettato finché non avessi conisciuto almeno un po' meglio Harry Styles.

Sapevo cosa voleva, ma non avrei mai dato tutto ciò ad uno sconosciuto. Non speravo chissà quale profonda conoscenza di Harry, ma almeno un minimo per separarlo dall'essere un completo estraneo sì.

Rientrai in albergo quando il sole cominciò a sorgere e tornai in camera.

La busta con il contratto era ancora lì e ci sarebbe rimasta ancora per un po'.

Mi levai i vestiti e andai in bagno per fare una doccia.

Non ci misi molto, volevo parlare con Harry.

Circa mezz'ora dopo che fui uscito dalla doccia il telefono della camera suonò e così risposi.

"Buongiorno Signor Tomlinson, mi scusi il disturbo. Ho un messaggio per lei da parte del Signor Styles." Disse una voce femminile, probabilmente appartenente alla receptionist, dall'altra parte della cornetta.

"Sì dica pure" risposi incuriosito.

"Il Signor Styles ci tiene ad informarla che per pranzo lei è stato invitato nella sala privata adiacente alla sala da pranzo alle 13:00. " mi informò cordialmente.

"La ringrazio" dissi prima di chiudere.

Erano le nove ormai, avevo tutto il tempo di prepararmi così la presi comoda e chiamai Amelia per informarmi sulle novità riguardanti il nuovo numero e mi comunicò che altri due giornalisti avevano chiamato.

Alle 12:55 ero nell'ingrrsso dell'albergo e mi stavo dirigendo verso la saletta.

Quando entrai Harry era già dentro che mi aspettava seduto al tavolo.

Appena mi vide si alzò per salutarmi e poi entrambi ci sedemmo.

"Come stai?" Mi chiese.

Eravamo passati a darci del tu quasi come se ci conoscessimo da sempre, ma la cosa mi faveva sentire più a mio agio.

"Bene grazie, tu?" Risposi mentre lui continuava a tenere il suo sguardo dritto verso di me.

"Anche io, a lavoro tutto bene? So che sei assente da un paio di giorni. .." domandò mentre spotava leggermente indietro il busto per permettere alla cameriera di servirgli il pranzo.

"Per fortuna ho un ottimo staff che si occupa di tutto" risposi sicuro di me.

"Vuoi del vino?" Chiese come se già sapesse la risposta, infatti cominciò a versarne un po' nel bicchiere anche se io non avevo risposto.

"Grazie" dissi prendendo il bicchiere e bevendone un piccolo sorso.

È delizioso.

Pranzammo tranquillamente, Harry faveva alcune domande su di me e io ogni tanto chiedevo qualcosa su di lui.

"Ieri sera non sei venuto da me alla fine" disse spezzando quella piccola tranquillità che si era venuta a formare.

"Sì mi dispiace. " presi a giocare con le mani senza sembrare troppo agitato. "Mi sono sentito poco bene, avrei voluto farti avvisare ma mi è uscito di testa" non stavo dicendo una vera e propria bugia.

"Spero tu stia meglio ora perché vorrei parlare della mia proposta" disse arrivando dritto al punto.

"Sì" risposi pronto ad affrontare il discorso.

...

Buonasera cari lettori e lettrici.

Ecco qui anche il terzo capitolo, spero vi piaccia.

Per il prossimo avrò bisogno di un paio di giorni perché purtroppo ho molto da studiare.

Conto sempre sui vostri voti e commenti!

Se mi fare avere 5 voti aggiorno più in fretta, promesso!

Detto ciò vi lascio che tanto nemmeno lo cagate lo spazio autrice.

Un bacio.

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