Parte 1 - Tempo e Tempesta

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Izuku guardò ancora una volta il suo Hero preferito di tutti i tempi: DynaMight.

Lo adorava a tal punto che aveva iniziato a scrivere un diario segreto dove annotava tutti i suoi pensieri decisamente peccaminosi e non da semplice FanBoy.

Katsuki Bakugo, l'Hero DynaMight era ancora un tirocinante presso l'Agenzia di Endeavor, tuttavia si era già fatto un nome come il più promettente e dalla bocca larga pulcino di Hero di tutti i tempi.

Izuku, inoltre, aveva una piccola fortuna: Katsuki viveva proprio in una villetta a pochi passi dal condominio in cui trascorreva le sue giornate con sua madre Inko.

I Bakugo erano delle persone squisite; Masaru sembrava un autentico benefattore, sempre pronto ad aiutare, Mitsuki invece era una donna forte e dal carattere esuberante.

Izuku ricordava che quando era più piccolo, a causa dei turni di lavoro di sua madre, i coniugi Bakugo si offrivano di tenerselo fino a che Inko non tornava.

Sua madre era un'infermiera, suo padre Hisashi era partito per lavoro negli Stati Uniti e non era mai più tornato. Izuku ci aveva perso le speranze ma non ne aveva sofferto; del resto, aveva intuito che l'uomo avesse abbandonato sia lui sia Inko.

Il motivo? Forse perché aveva scoperto che Izuku era nato come Quirkless.

«Ti piace quello lì? Ma sei scemo?».

Izuku scattò fuori dai suoi pensieri: un ragazzino della sua classe, la terza media, gli aveva preso il cellulare e stava urlando ai quattro venti la notizia.

«Ridammelo, Tanaka-kun! E poi sì, DynaMight è il mio Hero preferito!» replicò l'altro, con una punta di nervosismo nella voce.

Il ragazzo più alto e con i capelli capaci di diventare spire acuminate alzò semplicemente al soffitto il cellulare. Izuku iniziò perfino a saltellare ma senza successo.

«Sei uno sfigato» sbuffò dopo un po', perdendo il ghigno.

Sbatté con forza il cellulare contro il petto di Izuku un attimo prima che l'ennesimo giorno di scuola finisse.

-Stupido! Non capisci nulla!- pensò il verdino, mentre guardava un video in cui DynaMight salvava una bambina da un furgone fuori controllo...



Quel giorno, Izuku perse l'autobus per tornare a casa, il cellulare gli si scaricò spegnendosi, arrivò a casa per trovare l'ascensore rotta e per concludere, come ciliegina sulla torta, sua madre non era arrivata.

Izuku sospettò immediatamente che la donna sarebbe rincasata verso le tre del mattino.

Sconsolato, tornò fuori, mettendosi a camminare nervosamente avanti e indietro. Abbracciò lo zaino come ogni volta in cui era di malumore. Perché la vita gli remava contro in quel modo?

Come se i problemi non fossero già stati abbastanza, una goccia di pioggia gli piombò dispettosa sul naso. Izuku sollevò gli occhi al cielo: del sereno non c'era più traccia ma solo una marea uniforme di grigio.

Mentre si alzava il cancelletto di ferro alle sue spalle si chiuse per una forte folata di vento. Izuku spalancò la bocca.

«Sul serio?!» sbottò al nulla. «Davvero sono così sfigato da essermi anche chiuso fuori il palazzo? Sotto al temporale?! CAZZO!».

«Insolito sentirti imprecare, nerd».

Izuku si voltò con scatto felino. Dinanzi a lui, con un ombrello e l'uniforme della U.A. addosso c'era Katsuki. Era bellissimo, molto più alto di lui e con due occhi rossi incredibilmente stupendi.

Wait for me, Kacchan!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora