Parte 2 - Tirocinio all'Agenzia Sconosciuta

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Arrivò il tredicesimo, il quattordicesimo e il quindicesimo compleanno di Izuku.

Arrivò l'incontro fortuito con All Might.

Arrivò il giorno in cui lui ottenne un Quirk, l'One for All e superò il test d'ingresso per la U.A.

Arrivò il momento in cui le sue speranze divennero realtà.


Nonostante quel giorno che Izuku avrebbe ricordato sempre come il più triste, Katsuki non era mai mancato ai suoi compleanni, anche quando era stato gravemente ferito.

Il verdino aveva sempre seguito le gesta eroiche, gli enormi risultati e aveva perfino creato una pagina dedicata a DynaMight.

Non si era mai veramente arreso: i suoi sentimenti erano cresciuti con il tempo fino a diventare un vero amore. Aveva atteso con grande impazienza diventare più grande e ora sentiva di avere una possibilità!

Izuku si prese un momento per guardare il suo costume.

Erano trascorsi diversi mesi e ne aveva davvero passate di tutti i colori per imparare a controllare il suo Quirk sotto la supervisione di All Might e ora poteva dire di sentirsi a un passo più vicino al suo obiettivo.

Improvvisamente, Katsuki non era più così distante.

«Midoriya, puoi venire un attimo?».

Il verdino sobbalzò all'improvvisa voce di Shota Aizawa. Gli cascò perfino il cellulare dalla mano. L'uomo sollevò un sopracciglio per quell'eccesiva reazione, tuttavia andò subito al dunque.

«C'è un'agenzia che ha chiesto di te; dacci un'occhiata a proposito del tirocinio».

Ad Izuku brillarono gli occhi a tal punto che ignorò tutti gli altri compagni di classe della 1-A presenti nel dormitorio in quel momento. Seguì festoso Shota fino alla segreteria.

C'era un foglio su una scrivania e un telefono fisso.

«Se intendi accettare fallo subito. Perlomeno questo è ciò che mi hanno riferito, piccolo piantagrane» fece Shota.

Izuku annuì. Sul foglio c'era scritto il nome di un'Agenzia presumibilmente nuova che non conosceva. Scrisse ugualmente il suo nome e cognome: sperò, in cuor suo, che tutto quello non fosse solo un bel sogno.

Dopo un paio di giorni, Izuku ricevette la notizia dallo stesso Shota, che era stato selezionato dall'Agenzia nonostante questa avesse espressamente richiesto di lui.

Ora il giovane di quindici anni si trovava dinanzi al punto preciso, con lo zaino sulle spalle e la valigetta contenente il suo costume all'interno.

Parlare della sua agitazione avrebbe richiesto un tempo infinito: Izuku aveva la pelle ricoperta da un freddo strato di sudore gelido. Inspirò a pieni polmoni e finalmente bussò al citofono.

Non successe nulla, nessuno rispose ma Izuku sentì un gracchiare proveniente dal piccolo altoparlante del quadrante con un paio di campanelli. Le porte scorrevoli si aprirono e lui, un po' incerto entrò.

La reception era minimalista e pulita, in stile moderno. Le mura avevano una nuance nera ma color pastello. Spuntavano dei poster di Pro Hero famosi di altri tempi.

«Midoriya Izuku?».

Il verdino guardò immediatamente in direzione di una rampa di scale che portava al piano superiore. I suoi occhi s'illuminarono radiosamente quando vide degli inconfondibili capelli rossi tutti impomatati.

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