-Principessa! Com'è andato il primo giorno di scuola? Come sono i tuoi compagni?- domandó la madre abbracciando la figlia.
-Mamma... è solo il primo giorno. Conosco solo Alice- cercó di sfuggire la figlia al presunto interrogatorio
della madre.-Peró i miei compagni mi hanno dato i loro numeri. Posso...?- la madre annuí e la ragazza si precipitó nella sua camera, prendendo il telefono che gli aveva regalato suo padre l'anno precendente.
Riportó i numeri da un bigliettino alla sua rubrica. -Martina, Samanta, Christian, Luke, e tutti gli altri che si erano fatti avanti per fare nuove amicizie-.
"Alice, facciamo un gruppo della classe?" digitó il messaggio con molta difficoltà: i cellulari non l'aiutavano. Invió il messaggio alla sua vecchia, pazza amica, speranzosa di una risposta positiva.
"Finalmente ti degni di scrivermi! Pensavo ti fossi dimenticata di me!" la risposta dell'amica le arrivó presto.
"Oh, mia regina. Perdoni le mie dimenticanze. Comunque non hai riaposto alla mia domanda..." era piú che divertita. Era sincera. Cosa che con Alice le riusciva molto bene.
"Divertente, sai? Comunque i numeri li hai tu, genia. Fallo tu." a quella risposta sbuffó. Non era brava a socializzare. Per questo contava su Alice.Creó il gruppo, e poco dopo le arrivó un messaggio "strano".
"Ciao. Oggi a scuola ti ho vista un po'... Sola. Se hai bisogno di parlare, io ci sono." Ció che la stupí di piú, fu il mittente: Luke.
"Grazie, ma ho già una psicologa personale [Alice]. Ma comunque, ci conosciamo da nemmeno un giorno. Per quanto mi riguarda potresti essere solo una mia illussione..." le stava per scoppiare la testa. La sua dislessia la distruggeva, lei pensava fosse una sorta di punizione. Una volta, da piccola, era andata con i suoi genitori ad Atene; nel Partenone si era aperto un buco sul soffitto e un fulmine le cadde accanto. Cresciuta, aveva pensato che Zeus ce l'avesse con lei, ma, 1 il tempio era dedicato ad Atena, 2 sapeva che gli dei non esistono. Da quel giorno, si rese conto che leggere, per lei, era difficilissimo: le lettere si spostavano.
"Si, scusa. Volevo solo farmi un'amica. Sai... Non sono bravo a socializzare -Nemmeno io, non ti preoccupare- e non so mai cosa dire... Potremmo diventare amici?" Non sapeva come rispondere. Se lui non era bravo a socializzare, allora per lei sarebbe stato un totale fallimento trovarsi degli amici.
"Ehm... Se vuoi..." digitó e invió la ragazza.
"Allora a domani, nuova amica :)" la sua risposta la spiazza totalmente, e decide di non rispondre.
***
-Hei, "Nuova Amica"... Ehm... Ho bisogno di un consiglio! Non so cosa dirti!- fece Luke con fare melodrammatico.
-Smettila,"Nuovo Amico". Uhm... Il cibo della mensa fa davvero schifo- cercó di rompere il ghiaccio la ragazza.
-Aspetta! Tu... NON MI HAI DETTO IL TUO NOME!- Luke quasi cadde dalla sedia, mentre la ragazza scoppió a ridere, per la faccia sconvolta del ragazzo seduto di fronte a lei.
-Beh... Io non so il tuo cognome. E ritengo che sia importante sapere il cognome di un "Nuovo Amico"- Lui sbuffó
-Jackson. Beh... Peró...- divenne tutto rosso.
-Che hai ora? Hai il colore di quelle mele!-
-Beh... Ho... Io ho... Ho due papà- sussurró. L'amica si zittí. Tutta la sua allegria peró aumentò.
Si stampó un sorriso in faccia. -Zoe Valdez. Figlia di Leo Valdez e Calypso Nightshade. Porto il nome della sorella di mia madre, morta per... Beh... In realtà mi hanno detto che é morta per salvare il mondo. Dicono che le assomiglio-
Porse la mano a Luke.-Luke Jackson. Figlio di Percy Jackson e Nico di Angelo. Porto il nome di un vocchio amico di mio padre. Dice che era un grande.
Comunque grazie-Zoe sorrise -E di cosa?-
-Di non avermi giudicato-
-Non servono a questo gli amici?-