Quella notte non aveva mai smesso di piovere. Il vento gelido apriva e chiudeva ripetutamente le finestre rimaste aperte. Quella poca aria che entrava faceva rabbrividire Chuuya, il cui corpo veniva scosso da leggeri ed interminabili brividi. Ma era come se non li sentisse. Le braccia fasciate di Dazai lo scaldavano, per quanto possibile, e lo tenevano stretto in un abbraccio che poteva rappresentare tutto tranne che affetto.
–D-Daz-AH!–
Continuava ad urlare, ma ad Osamu non importava, concentrato piuttosto su qualcosa di più importante.
–Daz-ai…–
Ancora e ancora. Lo ripeté infinite volte, finché il bendato non si decise finalmente a parlare.
–Cristo, Chuuya, smettila di urlare, ci sentiranno–
Fu questa la prima cosa che disse da quando era iniziato tutto.
–Non è colpa mia se fa un male cane!–
Gli aveva risposto il più basso, senza girarsi a guardarlo.
–Beh, forse se tu fossi stato attento a quest'ora non ti staresti lamentando per una medicazione che si poteva evitare–
–Scusami se ho cercato di pararti il culo. A proposito, prego eh–
–Potevo difendermi da solo, sai? Ora stai fermo, ho tolto il proiettile–
E così dicendo estrasse il pezzo di metallo che si era conficcato nel corpo del partner circa dieci minuti prima, quando erano stati attaccati da un gruppo di uomini armati. Chuuya si era buttato a capofitto nella mischia e aveva finito con l'essere colpito da un proiettile nel millesimo di secondo in cui aveva disattivato la sua abilità per buttare Dazai di lato, in modo che non fosse colpito da una lama. I due ragazzi erano riusciti a scappare, così da poter medicare Chuuya e per elaborare un piano d'attacco.
Ora si trovavano in quella che credevano essere l'infermeria della vecchia scuola abbandonata in cui si erano infiltrati sotto istruzioni del Boss.
Secondo una soffiata anonima, molte delle armi rubate alla Port Mafia erano state trasferite là. Ora, Dazai pensa che fosse solo una trappola per decimare le forze operative dell'organizzazione. Peccato per loro, Mori aveva mandato i due ragazzi prevedendo questo cambio di eventi.La stanza in cui si erano rinchiusi assomigliava a una di quelle d'ospedale, con occhio e croce 10 lettini pieni di ruggine unita a polvere sparsa su tutte le lenzuola e sulle tende che servivano da separè. Il pavimento era di piastrelle di marmo giallo chiaro, che una volta dovevano essere state bianche, con qualche crepa qua e là. L'angolo in cui i due si erano stretti era vicino ad uno specchio, coperto anch'esso di polvere, che rifletteva la porta e una vecchia scrivania di legno, sulla quale erano ancora posizionate delle medicine e dei fogli di carta. Ai lati, come a fare loro da scudo, un armadio di ferro arrugginito, dentro il quale Dazai aveva trovato delle pinze monouso e delle bende, e un vecchio scaffale pieno di medicinali scaduti, alcuni addirittura fuori commercio. Il soffitto era ancora su per miracolo e delle lampade a forma di quadrato erano ornate di ragnatele.
Osamu sentì dei passi avvicinarsi mentre la finestra vicino a loro produsse uno cigolio poco rassicurante. Istintivamente strinse il corpo del partner più vicino al suo, per non farsi vedere in caso i nemici fossero entrati.
Questi stavano discutendo proprio sui due mafiosi ed uno di loro fece un commento a proposito di Chuuya che fece ribollire il sangue nelle vene a quest'ultimo.–Certo che quello rosso era proprio carino, se riuscissimo a catturarli vivi mi ci divertirei un pò–
Dazai fermò il più grande prima che potesse avventarsi sui due uomini, mettendogli una mano sulla bocca per non farlo urlare e stringendogli il fianco non ferito con l'altra.
A quel contatto Chuuya si irrigidì, ma fu solo per un momento: i due erano abituati ad assumere quella posa, complici le innumerevoli notti in cui erano usciti di nascosto dalla sede della Port Mafia per andare in qualche bar ad ubriacarsi o a trovare delle ragazze con cui passare la serata. Di solito, Chuuya eccelleva nella prima e Dazai nella seconda. Una notte stavano anche per essere beccati da Kouyou, la mentore del rosso, che probabilmente era troppo stanca per accorgersi del piede che spuntava da dietro una colonna.
Poco dopo i passi e le voci dei nemici si affievolirono sempre di più, fin quando non si sentì altro che l'ululare del vento e i respiri affannati di Nakahara, che aveva ancora la mano del compagno sulla bocca. Osamu liberò il più basso e finì di avvolgergli la ferita.
–Appena torniamo in base ti porto in infermeria–
Constatò il più giovane, guardando la fasciatura che si stava lentamente tingendo di rosso cremisi.
–Allora vedi di elaborare un buon piano…e in fretta se ti è possibile, non vedo l'ora di fare a pezzi quei figli di puttana–
Esclamò Chuuya mettendosi in piedi, anche se un pò traballante.
Dazai sospirò: era proprio il carattere impulsivo e la testardaggine del partner che li avevano condotti in quella situazione. Nonostante tutto, però, Osamu ammirava la tenacia di quel ragazzo. Sorrise, senza neanche rendersene conto.–Calmati– disse, alzandosi lentamente a sua volta –Forse mi è venuto in mente qualcosa, ma dobbiamo agire con prudenza–
Chuuya annuì, e per Dazai fu il segnale per iniziare a spiegare il piano.
–
Dopo neanche venti minuti la struttura era bombardata ripetutamente da gravitoni sempre più grandi. I corpi della banda nemica giacevano a terra, senza vita; l'unica cosa che si muoveva erano i rivoli di sangue che uscivano copiosi e si univano in un'unica pozza. Le palle di energia si fermarono dopo un po' e altro sangue di aggiunse a quello già collezionato sull'erba; ma a differenza sua, il liquido che si stava diradando proveniva da un corpo ancora vivo e cosciente. Nella testa del ragazzo risuonarono ancora una volta quelle fatidiche parole, che già in altre occasioni aveva sentito:
–Riposati, Chuuya–
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Ciao a tutti! Come va? Spero bene :)
Questa è la mia prima storia, quindi scusate se ci sono degli errori o dei passaggi difficili da leggere <3
Se avete trovato qualcosa che non andava, dite pure, farò del mio meglio per migliorare (e poi le critiche costruttive sono le migliori)
Riguardo gli aggiornamenti, spero di farli ogni 1/2 settimane, probabilmente di Sabato.
Non credo di avere altro da dire, quindi…ci rivediamo nel prossimo capitolo!
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Quando ci innamorammo
FanfictionSono passati 4 anni da quando Dazai ha lasciato la Port Mafia. Improvvisamente, le due organizzazioni più potenti di Yokohama si trovano a dover unire le forze per sconfiggere un nemico comune, ed il Duo Nero sarà di nuovo unito. Le cose fra Dazai e...