<< Alzati tesoro sei in ritardo >> sento mia madre imprecare dietro alla porta della mia stanza. Mi alzo di scatto e controllo l'orario. Oh cavolo! Sono le 7:30. Dio, sono in ritardo il primo giorno di lavoro. Avevo persino messo dieci sveglie ma evidentemente non le ho sentite oppure le ho semplicemente spente e sono tornata a dormire. Non so perché mi ostini tutte le volte a metterle se poi non riesco mai a svegliarmi.
<< Sì mamma sono sveglia, mi preparo e scendo subito >> Ok, ce la posso fare. Mi dirigo in fretta in bagno. Mi guardo alla specchio e quasi mi spavento. I miei capelli sono un disastro, sembra che ci sia passato un tornado. Non capisco mai che forma abbiano. A volte sembrano ricci, altre volte mossi e altre lisci.
È un mistero.
Non parliamo poi delle enormi occhiaie che mi ritrovo. Forse non dovevo restare sveglia fino a tardi a leggere. Succede sempre così. Tutte le volte che ho qualcosa di importante da fare non riesco mai ad addormentarmi e quando lo faccio neanche un carro armato riuscirebbe a svegliarmi.
Sono un completo disastro.
Pettino i miei capelli neri e raccolgo una parte di essi in un chignon. Non sono abbastanza lunghi da farci una coda. Dopo il disastro del primo anno di liceo ho deciso di tagliarli e non li ho fatti più crescere. Mi piacciono molto di più così e poi, sono più facili da maneggiare.
Mi sciacquo la faccia e cerco di coprire il più possibile le occhiaie che mi circondano gli occhi. Non sono un fenomeno nel trucco ma applicare un po' di mascara e di correttore ce la fanno tutti. Indosso i vestiti che avevo preparato la sera prima, meno male direi, dei pantaloncini sportivi e una t-shirt blu. Non mi piacciono i pantaloncini di jeans. Per i miei gusti fanno risaltare un po' troppo le forme e quelle, nel mio caso, meglio nasconderle.
Scendo giù in cucina e trovo mia madre seduta a tavola a mangiare dei pancake. Hanno un bell'aspetto ma non mi va di fare colazione così prendo solo un bicchiere di succo d'arancia. Infilo nella borsa un pacchetto di mandorle, come spuntino di metà mattina, insieme a cappellino, occhiali da sole e crema solare. Spero di non scottarmi. Puntualmente ogni anno riesco a diventare un pomodoro anche con un quintale di crema spalmata sul corpo. Per questo motivo non mi piace uscire di casa in estate. Non mi piace abbondare la mia stanza, il mio posto sicuro, il mio rifugio. Non posso controllare tutto ciò che si trova al di fuori di essa. Questo mi spaventa.
Ma ora non è il momento per questi pensieri. Oggi inizio il mio primo vero lavoro e devo pensare positivo.
In questi momenti mi viene in mente cosa diceva la mia abuelita, adoravo stare con lei. Le sue parole erano sempre perfette in ogni occasione. Riusciva a farmi sentire felice e spensierata anche nel giorno più brutto della mia vita.Quando mamma mi sgridava, perché facevo puntualmente qualcosa di sbagliato, andavo dritta da lei con le lacrime agli occhi. Abitava in una piccola casa in stile rustico moderno di fronte alla nostra. Le piaceva stare su un sedia a dondolo in veranda e prendersi cura delle sue piantine. Aveva riempito il giardino con ogni tipo di pianta esistente. Sedevo in braccio a lei sulla sedia "coccolosa" (la chiamavamo così perché riusciva a consolarci nei momenti tristi) e mi asciugava le lacrime con un fazzoletto di cotone ricamato con dei fiori gialli e blu.
"Devi sempre sorridere perché è l'arma migliore che hai"
"Se non vuoi che i mostri ti abbraccino devi sorridere Julieta, in questo modo riuscirai a scacciarli" bellissime parole che avevano centrato il mio cuoricino
<<Buongiorno tesoro, come hai dormito? >> mia madre mi fa tornare con i piedi per terra. Mi perdo molto spesso nei miei pensieri anche mentre sto avendo una conversazione.
<<Bene, anche se non sono riuscita a prendere subito sonno >> dovrei sbrigarmi. Devo essere a lavoro prima delle 8. E adesso sono le 7:40. In macchina da Colegiales, il quartiere di Buenos Aires dove abito, fino al parco ci vogliono quindici minuti.
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Beautiful revenge
Ficção GeralJulieta è una ragazza di Buenos Aires che si trova ad imparare a rivivere la sua vita. Dopo la morte di sua nonna si era creata una bolla per proteggersi dalla realtà, una realtà che la spaventa. Riuscirà a superare le sue paure e a distruggere la b...