capitolo uno

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Non sono mai stata lì. Io non ci sono mai stata; era quello che continuavo a ripetermi mentendo a me stessa su quella dannatissima sera del 25 giugno. Io non ci sono mai andata non ci sono mai stata. Se solo fosse così. E invece io ci ero andata. Doveva essere un'innocentissima uscita tra amiche e amici, una festa come tante altre. Invece quel tatuaggio di Medusa sul mio fianco mi ripeteva che purtroppo quella sera era esistita. Le loro maledettissime mani che toccavano il mio corpo che si dimenava invano. Io che piangevo e cercavo di urlare con scarsi risultati a causa delle loro mani premute con violenza sulla mia bocca. Loro che facevano a turno come se fossi un pupazzo. Le loro risate mentre mi toccavano ovunque, sul seno, le loro mani che stringevano con violenza il mio sedere. Loro che mi usavano senza alcuna protezione come se tanto poi io sarei morta dopo quella sera. E forse un po' è stato così. Sono passati ormai cinque mesi, ma il ricordo è indelebile sulla mia pelle e soprattutto nella mia mente. La sera in cui sono stata stuprata è stata la sera in cui sono morta, o almeno dopo mi sono sentita come se lo fossi.
Era una bella estate tutto andava per im verso giusto. Ero felicemente single e mi godevo la mia estate da quindicenne. Non avrei mai immaginato che mi sarebbe potuta accadere una cosa simile.
Ero in mezzo alla pista quando intorno all' una di notte mi sono allontanata un attimo dalle mie amiche e dalla pista per chiamare mia mamma per dirle che sarei andata a casa della mia amica a dormire in pochi minuti. Avevo appena riattaccato quando mi si avvicina questo gruppo di ragazzi.
" Ei bella" mi grida uno. Io faccio finta di non aver sentito, è pieno di ubriachi, nemmeno ci do peso.
" Vieni qua dai che ci divertiamo"
" No grazie" ha risposto la mia ansia la paura già che potesse accadere qualcosa.
" Dai, mica ti facciamo niente ci divertiamo e basta" insistono. Io non rispondo e comincio a allontanarmi da loro. Accelero il passo quando sento una mano afferrami il braccio.
" Ho detto vieni" mi afferra il viso con una mano e con l" altra tiene vicino il suo corpo al mio da dietro. Non mi permette di parlare. Mi porta con la forza dagli altri suoi due amici che lo aiutano a tenermi ferma dato che mi dimenavo.  Mi portano lontano in un parco a almeno un chilometro dalla festa. Mi alzano il vestito. Uno di loro si lecca le labbra con soddisfazione, si slaccia i pantaloni e inizia lo scempio. Intanto i suoi amici si toccavano davanti alla scena. Mi teneva stretto il collo, poi la bocca per non farmi emettere alcun suono. Mi palpava con violenza ovunque mentre si divertiva a insultarmi come se mi conoscesse e sapesse che tipo di persona sono. E poi i suoi amici e poi di nuovo. Non so quanto tempo abbia trascorso così ma mi è sembrato un eternità. Era la terza volta che facevano il giro quando lo stupratore si sposta improvvisamente. Sento un grido maschile, pugni, pugni e ancora e ancora,poi il silenzio. Stavo piangendo disperatamente quando vidi i miei stupratori scappare. Davanti a me stava un ragazzo. La camicia di lino bianca sporca di terra e sangue e i pantaloni di jeans completamente marroni. Si avvicina. Mi sono ritratta di scatto. Lui mi porge la mano.
" Non voglio farti niente te lo assicuro" non riesco a parlare, mi sento impotente e sporca.
" Vieni con me, andiamo alla polizia" annuisco. Sì, era l' idea migliore. Mi fa salire in macchina e non mi proferisce parola. Ero molto contenta di ciò. Quasi alla fine del viaggio mi rivolge parola.
" Ho avvisato io le tue amiche e  i tuoi genitori, dovrebbero già essere alla centrale della polizia. Scusami per essermi perso questa responsabilità, mi sembrava la cosa migliore da fare."
" Hai fatto la cosa giusta, grazie"
" Comunque mi chiamo Thomas. Thomas Leonardi"
Lo conoscevo di vista, frequentava la mia stessa scuola.
" Io sono..."
" Esmeralda Criseldi, lo so" conclude lui
" Non so come ringraziarti. Sul serio" dico
" È l'ultima cosa di cui devi preoccuparti"

Ho denunciato i ragazzi,li hanno presi e condannati per trent' anni in carcere e cinque di libertà vigilata. Per pedofilia e stupro. Loro erano maggiorenni.
Quella giornata è stata anche l inizio di qualcosa di veramente grande.

i was never thereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora