Capitolo 1

0 0 0
                                    

"Il volto è lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore."
San Girolamo

"Nonna, ti prego fai più veloce o faremo tardi!".
Non riesco a smettere di muovermi mentre aspetto mia nonna che finisca di vestirsi: non tollero il ritardo e la fretta, portano gli uomini a gareggiare contro il tempo ed a compiere azioni pericolose pur di batterlo.
Sono pronta ormai da più di trenta minuti; ho calcolato tutto nei minimi dettagli, come al mio solito, ma se partissimo da casa anche solo con cinque minuti di ritardo andrei nel panico.
Per cercare di mantenere la calma, mentre aspetto mia nonna colgo l'occasione per guardarmi intorno ancora per qualche momento. Non riesco ancora a credere che tra qualche attimo tutto questo non farà più parte della mia vita, della mia quotidianità.
Cammino per il corridoio della casa nella quale ho vissuto con i miei nonni per otto anni, anche se mio nonno Robert ci ha lasciati tre anni fa, e mi soffermo qualche istante sulla foto che raffigura noi tre in un pomeriggio d'estate mentre mangiamo un gelato seduti su una panchina. Io avevo cinque anni e sorridevo con la bocca sporca di gelato al cioccolato, i miei capelli castani, uguali a quelli di mia nonna, erano colpiti dal sole il quale metteva in risalto i miei riflessi biondi. Entrambe mi guardavano, e sorridevano.
Eravamo felici.
La scomparsa di mio nonno mi causò un grande dolore, ma per mia nonna fu un duro colpo, specialmente avendo superato da poco la perdita del suo unico figlio, mio padre.
Mia nonna Rose Fournier è nata e cresciuta a Ploujean, nel Nord della Francia, e ha conosciuto mio nonno Robert Evans quando entrambi avevano ventidue anni. Lui era un giornalista americano e si trovava in Francia perché stava lavorando ad un progetto per l'università, e dal primo momento in cui si incontrarono, quando per la prima volta gli occhi neri di mio nonno si tuffarono in quelli ambrati di mia nonna non ci fu più via di scampo, si scelsero l'un l'altro sin dal primo istante.
Da lì in poi vissero sempre insieme, non si separarono mai e non dubitarono nemmeno per un momento dell'affetto che li legava.
Mio nonno decise quindi di trasferirsi in Francia con mia nonna, ed a venticinque anni si sposarono. È grazie a loro se oggi sono in grado di conoscere e credere ancora nell'amore; non intendo solo quello che lega i familiari, ma quello profondo e sincero che si prova verso una persona specifica. Il rispetto e la fiducia, la generosità e la sincerità. L'amore semplice e genuino.
Grazie a loro adesso so cosa cercare.
Nacque poco dopo mio padre, Josh Evans: lui era identico al nonno: alto, corporatura muscolosa, capelli e occhi scuri. Anche quando poi mio papà conobbe mia mamma, Evelyne, insieme decisero di continuare a vivere qui, in Francia, e si trasferirono a Morlaix, poco distante dai miei nonni. Così vissi la mia infanzia circondata dalla mia famiglia, e dall'amore che tutti mi donavano, andando a scuola e frequentando corsi di danza, uscendo con i miei amici al parco e vivendo una vita normale, come ogni altro bambino della mia età.
Avrei soltanto aver saputo che non sarebbe durato per sempre.
Continuando a passare al setaccio le fotografie appese al muro del corridoio che raffigurano tutti i momenti più felici del mio passato, mi ritrovo davanti alla camera di mia nonna e noto che è seduta sul letto mentre guarda distrattamente fuori dalla finestra.
Appena mi avvicino, mi rendo conto delle lacrime che le bagnano le guance.
"Oh nonna, mi avevi promesso che non avresti pianto."
"Piccola mia, lo sai che sono sensibile. Vieni qua." Mi sorride e mi porge la mano. Mi fa sedere a fianco a lei e mi circonda le spalle con un braccio, mentre con l'altra mano afferra la mia ed inizia ad accarezzarmi dolcemente. Quel gesto così intimo e familiare mi scalda il cuore, e mi fa pensare a quanto io, nonostante tutto, sia stata fortunata ad avere avuto lei che si prendesse cura di me quando tutto sembrava mi si stesse ritorcendo contro.
"Nonna..."
"Ari è normale piangere. Stai per andare dall'altra parte del mondo, a quasi diecimila chilometri di distanza da casa. Mi mancherai molto, tutto qui." Sto per andare a studiare a San Diego, una città che ho sempre desiderato visitare. Per la lingua non si è presentato alcun problema, perché in casa oltre al francese abbiamo sempre parlato anche l'inglese.
"Senti tesoro, stai per iniziare una nuova vita. Sarai lontana da casa, lontana da me, lontana dal nonno." Tenta di spiegarmi.
"Se hai intenzione di terrorizzarmi, per favore no! Sono già abbastanza spaventata." Le rispondo scherzando.
"Non hai motivo di essere spaventata Ari. Ti conosco, ti ho cresciuta io. So quanto sei forte, so che hai coraggio da vendere."
"Nonna, non è così. Non sono forte, lo sai. E se non fossi in grado di affrontare questa nuova avventura? Non ho mai vissuto da sola, non sono brava nel relazionarmi con la gente. Non penso di essere pronta per tutto questo." Così emergono le mie paure. Mia nonna mi stringe in un abbraccio, e mi bacia la fronte dolcemente. Dopodiché mi fa alzare dal letto e mi porta davanti lo specchio.
"Guardati Ariana Evans, guarda chi sei. Lo vedi?"
Io non vedo niente. Solo una semplice ragazza. Una semplice ragazza spaventata, impaziente di scoprire cosa il futuro abbia in serbo per lei ma che manca di coraggio per poterlo scoprire.
"Io lo vedo Ari. D'altronde lo sai, te l'ho sempre ripetuto: ti conosco a fondo e so quanto vali perché posso leggerlo dentro i tuoi occhi."
Mia nonna mi ripete in continuazione che gli occhi di una persona sono in grado di mostrarci la sua anima, il suo cuore.
Gli occhi non mentono mai.
Le sue parole mi rimbombano continuamente nelle orecchie, però non ho mai capito a fondo cosa voglia dire, forse perché fino a questo momento non ho ancora scoperto cosa voglia dire desiderare di conoscere qualcuno fin nel profondo della sua anima.
Alzo gli occhi ed incontro i suoi che mi osservano attentamente nel riflesso dello specchio.
Anche così mi rendo conto di quanto mia nonna sia estremamente bella. Nonostante abbia già superato la soglia dei settant'anni non li dimostra affatto. Il suo fisico alto e slanciato è rimasto intatto, i suoi capelli un tempo castani come i miei ora sono diventati grigi ma hanno conservato nel tempo la loro lucentezza. Il viso armonioso, e dolce. Per non parlare degli occhi, così simili ai miei. Grandi e profondi.
"Vorrei poter essere come te nonna." È quello che penso da sempre, che sempre penserò. Ammiro non solo la sua bellezza, ma prima di tutto il carattere e la sua forza nell'affrontare la vita.
"Tu non devi desiderare di essere nessun'altro se non te stessa tesoro."
"Ma come faccio? Come si può desiderare di essere come me?" Mia nonna rimane sorpresa da questa mia domanda. Sa dei problemi che ho avuto e che ho tutt'ora, ma io so che non potrà mai capire a fondo come mi sento e quello che provo. Non perché lei non mi voglia bene o perché non mi capisca, semplicemente certe cose possono essere comprese solamente se si vivono in prima persona.
"Ari, tu vai bene così come sei."
"Non sono perfetta, nonna. Quando e se lo sarò forse potrò essere contenta di quello che sono."
"La perfezione si raggiunge solamente accettando il fatto che non esista. Diventerai perfetta quando guardandoti allo specchio amerai quello che vedi, sia i pregi che i difetti."
Mia nonna alza il mio sguardo per permettermi di guardare il mio riflesso.
"Guarda. Dimmi cosa vedi."
Rimango in silenzio.
Quindi mia nonna decide di parlare per me.
"Io vedo una ragazza a mio avviso estremamente bella. Non troppo alta, diciamoci la verità, - mi strizza l'occhio - ma con una bellissima chioma marrone, con degli occhi che sono veri e profondi. Vedo le tue labbra, che sono capaci di formare un sorriso incantevole." Inizio a sorridere nel sentire queste parole. "Vedo una ragazza che merita di iniziare a vivere la sua vita che, fidati, sarà fantastica. Vedo una giovane donna che sta per realizzare il suo sogno, che conoscerà tanta gente nuova e vivrà mille nuove esperienze.
"Vedo però anche un bambina alla quale è stata rubata l'infanzia, la cui vita è stata scossa da un terribile incidente; una bambina che ha dovuto sopportare troppo per la sua età, la morte e l'abbandono, ma che ha avuto la forza di superare tutto da sola." Il peso che porto sul cuore ormai da dieci anni diventa più pesante ogni volta che ricordo ciò che è accaduto. Ammiro mia nonna perché ormai lei è in grado di parlare di questo argomento tranquillamente, sembra averlo accettato. Invece i miei pensieri ed i miei sensi di colpa ancora mi logorano dentro; compiono sul mio cuore un'azione distruttiva, come quando goccioline d'acqua insistono su una roccia e finiscono con il consumarla completamente.
Quando questo sarebbe avvenuto al mio cuore? Quando si sarebbe consumato?
"Ari, guardami. Guardami tesoro." Mi volto verso di lei, vedo il suo sorriso sincero e le rughe intorno alla sua bocca che sono così familiari. "Non avere mai paura di mostrare chi sei. Promettimelo, è l'unica cosa che ti chiedo. Fa vedere a tutti che donna stai diventando. Non nasconderti! E concedi te stessa solo a chi se lo merita. Qui vit sans folie n'est pas si sage qu'il croit... è la nostra frase preferita, ricordatela sempre. Vivi completamente, vivi follemente, non far tacere mai i tuoi sentimenti. E te lo ripeto, fidati degli occhi... gli occhi non mentono mai."
La stringo forte, e penso a quanto sia stata fortunata ad avere avuto lei nella mia vita.
Le devo tutto.
Cercherò dentro di me quella forza di cui mia nonna parla, perché mi fido ciecamente di lei e se l'ha vista devo solo trovarla e tirarla fuori.
Sarò da sola, lontana da lei, ma così deve essere.
Adesso tocca a me, è arrivato il momento che io prenda in mano la mia vita ed inizi a viverla.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Tu mi salvi da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora