"Tu che stai con nessuno ma io con te da anni
Tu non stai con nessuno ma io con te da anni"
~ San Giovanni; Fulminacci------
Sotto un tetto di stelle si consuma un amore non nato, acerbo a tal punto da trovare troppo fredda persino una sera d'estate per permettersi di sbocciare.
I ciottoli stridono sotto le ruote del suo motorino, l'aria fredda si mischia con l'odore di alcool esalato dalle loro bocche, alleviando quel calore che, a causa di quello, scaturisce e si irradia nei loro corpi avvinghiati su quello scomodo sellino.
Percorrono indisturbati le vie deserte della capitale nel tentativo di riuscire a ritrovare la strada di casa, senza però preoccupazione alcuna ad appesantire i loro animi.Simone abbraccia stretto stretto il busto di Manuel, le sue dita sfiorano il tessuto liscio di quella camicia nera che il più grande ha deciso di indossare quella sera - secondo lui con il chiaro intento di causargli un arresto cardiaco - mentre l'altro è concentrato unicamente su quella stretta che, in realtà, è ciò che sta effettivamente impedendo al suo cuore di battere regolarmente, facendogli distogliere l'attenzione dalla strada che si sviluppa davanti a lui.
La notte sovrasta ogni corpo ma non inghiottisce le luci dei lampioni che, imitando placidamente le stelle, brillano, schierati lungo i viali, quanto basta per indicare la giusta via da seguire.
Scendono infine da quel fedele destriero a motore, che ben presto viene dimenticato, abbandonato nel garage scuro di Villa Balestra che li accoglie silenziosa, dormiente, mentre loro di sonno non ne hanno affatto.
La meta prefissa era, già inconsciamente, quella piscina svuotata d'acqua.
Il bordo vasca assorbe il fresco della notte che, inesorabile, si trasferisce sui loro vestiti e raggiunge pungente le carni delle loro membra comodamente appoggiate ad esso, gli zaini malamente sistemati loro a fianco."Manu, ce l'hai una canna?" Simone si sporge pericolosamente verso l'altro, le gambe si toccano, le fronti quasi si sfiorano.
"Ora la giro, sta' bono" risponde Manuel che, come impaurito, distoglie lo sguardo da quegli occhi liquidi che l'altro gli rivolge, lucidi e grandi a causa del suo evidente stato di leggera ebrezza.
Afferra distrattamente il suo zaino e ne estrae ciò che gli serve per soddisfare la richiesta del più piccolo.
Simone nel frattempo lo osserva; non sembra minimamente intenzionato a distogliere la sua attenzione da quel filtrino adagiato precariamente sulle labbra dell'altro.
Osserva la cartina, che quasi gli trema tra i polpastrelli, mentre accuratamente vi sistema quel miscuglio di tabacco ed erba per poi avvicinare tra loro le sue estremità sottili.Contemporaneamente, si avvicinano anche altri due corpi.
"Bere così tanto alla cena di classe non è stata una buona idea" pensa Manuel, ora che Simone si è completamente steso sul cemento, la testa abbandonata contro le sue gambe e i riccioli, tra i quali vorrebbe far scorrere le sue di dita ma che sente di non poter toccare, schiacciati contro i suoi jeans scuri.
"Manu?" lo richiama il moro.
"Mmmh?" si limita a rispondere, la lingua che ancora scorre inumidendo la colla prima di rigirare lo spinello tra le dita, evitando cautamente di ricambiare il suo sguardo.
"La posso mettere una canzone?" continua timido il più piccolo, biascicando un po', mentre lo osserva dal basso compiere quegli ultimi gesti, la lingua di Manuel al centro della sua visione.
"E perché no"Aspettava solo questo.
Ricevuto il consenso del compagno, il cellulare viene goffamente estratto dalla tasca dei suoi pantaloni.
La luce dello schermo si riflette sulla sua diafana pelle e lo costringe a strizzare lievemente gli occhi, mentre con le dita traffica, facendole scorrere sullo schermo, alla ricerca del brano da riprodurre.
Le prime note iniziano finalmente a diffondersi timide nell'aria, il silenzio della notte è l'unico ad interferire, spezzato sporadicamente dalle voci dei due ragazzi che quel suono preferiscono goderserlo senza interromperlo parlando.Manuel aspira il fumo e passa la canna a Simone, e Simone poi a Manuel e così via, mentre il filtrino viaggia, alternandosi, da un paio di labbra ad un altro.
Il tempo scorre, inesorabile e indifferente rispetto a loro e alle loro azioni, che offrono inconsapevoli spettacolo alla Luna, offesa di non essere lei la protagonista delle loro attenzioni.
Scorrono indisturbate anche le canzoni, ignare della richiesta che sta generandosi nella mente del più grande.
Richiesta che, però, non verrà mai pronunciata.Ogni suo tacito pensiero viene annullato quando, da quel telefono, inizia a suonare quella maledetta canzone che da giorni è diventata la sua pulce nell'orecchio, insieme a tutti i pensieri che da essa hanno genesi.
Inevitabilmente il suo sguardo vola sulla figura stesa sulle sue gambe.
Ciò che lo coglie di sorpresa è scoprire Simone con gli occhi chiusi, le guance ed il nasino arrossati a causa del freddo e dell'alcol, che timido canticchia piano.Manuel sente le dita formicolare quando un riccio scivola sugli occhi dell'altro ma, causa un'autoimposta resistenza, non muove un muscolo; il minore coglie inconsciamente la libertà concessagli intervenendo lui stesso, spostando quella fastidiosa ciocca dalla sua fronte e contemporaneamente schiudendo le palpebre, rivelando le perle castane che le stesse celavano e che, egoiste, imprigionano legandole a loro le iridi del più grande.
Ma Manuel non riesce a sostenere quello sguardo senza sentirsi sopraffatto dai suoi stessi pensieri, soprattutto quando una lieve risata viene esaltata dalle labbra piene di Simone e lui non può far altro che pensare che quella sia la visione più eterea di cui potrà essere partecipe.
Eppure non lo riesce a guardare."Manu, che c'è?" gli chiede quindi Simone, che chiaramente si accorge subito che qualcosa non va, con la sua voce dolce come l'ambrosia e gli occhioni stanchi.
"Nulla Simó, c'ho solo sonno, e poi abbiamo finito 'a canna" svia.
"Ma io non voglio andare a dormire" pigola.E in realtà, di voglia, non ne ha neanche Manuel che, nonostante tutto il peso della stanchezza accumulata durante la giornata inizi a gravargli sulle spalle, lui Simone vorrebbe guardarlo sempre e non si stancherebbe mai.
Glielo direbbe anche, ma non vuole illudere l'altro, perché lui è etero e Simone è solo il suo migliore amico... Giusto?
O forse ha già illuso se stesso; forse ha iniziato a capirlo.È proprio Simone però che, alzandosi e stiracchiandosi, interrompe quel turbinio di pensieri, borbottando un "Mi fa male la schiena", prima di voltarsi verso il più grande e tendergli la mano.
Manuel lo guarda, inizialmente interdetto, prima di afferrarla, accettando quel tacito invito a tirarsi su, ché Simone, per quanto non ne abbia voglia, finisce sempre con il voler accontentare l'altro.Colpevole l'alcool, la stanchezza o semplicemente la distrazione, l'uno si alza in fretta e l'altro lo avvicina a se un po' troppo bruscamente, tanto che Manuel quasi si ritrova abbracciato al corpo di Simone, scoprendosi nuovamente incastrato tra quelle braccia e quello sguardo, come due innamorati in procinto di ballare un lento.
Ma per questo dovranno aspettare."Bella la luna sta sera no?" chiede il più piccolo, che immediatamente cerca di trovare una distrazione che possa distoglierli da quello strano stato di imbarazzo.
"Si, ma sei più bello tu" gli vorrebbe rispondere Manuel, che si sente come il mare sotto l'influenza del satellite, l'alta marea nello stomaco e le guance rosse.
"'Ndiamo a dormí mo'?" risponde, ancora annuendo con il capo.
"Si"Ora è il turno di Simone di osservare inosservato l'altro, che finalmente degna la Luna di un fugace sguardo, ed è lo stesso che non rinuncia a quell'unico contatto dato da un suo braccio sulle spalle più basse del più grande mentre si dirigono, senza più scambiarsi parole, verso la porta d'ingresso.
Sotto un tetto di stelle si consuma ora silenzioso un amore non dichiarato, una pianta di mandarino che timida inizia a germogliare da un terreno finalmente fertile.
fine.
𝗮𝗻𝗴𝗼𝗹𝗼 𝗮𝘂𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲
Ora ascoltate questa canzone e ditemi che non li descrive perfettamente.
Non ammetto repliche.
Ok, a parte gli scherzi, non mi entusiasma ciò che è uscito, ma che ve lo dico a fare.
Un ringraziamento speciale va a quell'esserino che si è dovuta sorbire i miei mental breakdown da quando ho iniziato anche solo a pensare a questo coso e che ancora non si è stufata di leggere in anteprima il tutto.
Che onore, oserei dire.
Comunque, spero vi sia piaciuta
Alla prossima
E.🍂
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𝗦𝗮𝗻 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗻𝗶
Fanfictionmiscuglio randomico di lettere intermezzate da segni di punteggiatura