Cornelia stava guardando l'orizzonte dalla finestra della sua stanza.
"Il cielo è terso, non ci sono nuvole all'orizzonte e dunque nemmeno oggi pioverà" disse rivolgendo lo sguardo sconsolato verso l'interno delle sue stanze. A risponderle il fruscio del vento bollente attraverso le fessure dei mattoni del castello.
"Ci sono notizie sulle piogge dalla Città Santa?" chiese nuovamente rivolgendo lo sguardo nella penombra della stanza.
La stanza era piuttosto ampia, costituita di un letto a baldacchino rivestito di sontuose lenzuola in seta, dove, sia alla sua sinistra che alla sua destra si trovavano due comodini in pregiato legno massello proveniente da qualche paese del sud. Le finestre erano spalancate e le pregiate tende arabescate erano raccolte con un nastro in seta rossa. Nonostante la posizione di molto sopraelevata rispetto al suolo, la sua stanza, situata nel Torrione Est, era investita da forti raffiche calde. Cornelia stava sudando, eppure era seduta su una comoda poltrona, mentre una silenziosa ancella le faceva aria sventolando alcune foglie di banano laccate.
Dalla penombra si udirono alcuni passi e poco dopo una figura piuttosto giovane venne illuminata dal chiarore proveniente dalle finestre.
"No, mia signora. Sono mesi che i sacerdoti della Città Santa non inviano più lettere. L'ultima, se non ricordo male, era per avvisare suo marito, il Granduca, che i venti caldi sarebbero arrivati a breve e avrebbero sancito l'inizio del periodo di siccità". Cornelia poté finalmente vedere chiaramente il suo interlocutore.
"Ti ringrazio Ilis, avvisami se i sacerdoti mandano qualche lettera. Ora va! Il consiglio si riunisce a minuti e solo gli dei sanno di quanto abbiamo bisogno di fare fronte comune in un momento sventurato come questo. I torrenti si stanno prosciugando, la vegetazione comincia ad ingiallirsi, i campi cominciano a seccarsi e il popolo comincia a lamentare scarsità di vivande".
Ilis annuì lentamente col capo e si inchinò leggermente verso Cornelia.
"Se non c'è altro mia signora..."
Cornelia lo congedò velocemente con un rapido movimento di mano.La donna, rimasta sola nella stanza, si alzó dalla poltrona e raggiunse il davanzale dell'ampia finestra. La giornata era così serena che poteva vedere lontano miglia e miglia in ogni direzione. Le pareva che, puntando nella direzione corretta e sforzando un po' gli occhi, potesse vedere il Monumentale Tempio Oceanico di Galeonia stagliato all'orizzonte.
Le praterie stavano effettivamente ingiallendosi a causa della mancanza delle piogge. Eppure Cornelia, davanti alla desolazione dell'estate, non provava nessuna pietà per i milioni di sudditi costretti a bruciarsi la pelle sotto il sole cocente. Quello era il loro ruolo. Loro erano nati per lavorare, mentre lei era nata per governare.
O meglio, suo marito era nato per governare, lei si limitava solamente a subire passivamente le scelte del marito così come ogni altro suddito della Prateria. D'altra parte l'unica fortuna di Cornelia era stata sposare il Granduca, un uomo che non amava, ma che comunque rispettava. Cornelia era di molti anni più giovane rispetto al Granduca: lei aveva solamente ventotto anni, mentre il granduca aveva compiuto il settantesimo compleanno in una afosa giornata di fine primavera. Ormai erano sposati da anni, ma ancora le venivano i conati quando pensava alla prima notte di nozze. Nonostante il sesso, che il marito richiedeva regolarmente, Cornelia non era mai riuscita a dargli un erede. Eppure Cornelia sapeva come divertirsi e il sesso in sé non la disgustava affatto. Ella non perdeva occasione, durante la giornata, quando se ne stava rintanata nei suoi appartamenti, mentre il Granduca portava da solo il peso della Prateria, lei offriva attenzioni a tutti i paggi e a tutti i servitori del palazzo. Ad ogni uomo diceva che fosse il suo preferito e che lo amasse, ma la realtà è che vi era un solo uomo in grado di farla godere come non aveva mai goduto. Quest'uomo, un certo Eon, aveva solo quindici anni, ma a letto era instancabile e ben dotato. Costui a corte si occupava di poco in realtà: faceva qualche spettacolo di magia per guadagnare qualche moneta di rame. Poi finito lo spettacolo, si introduceva nelle stanze di Cornelia, le sollevava l'ampia gonna e la possedeva brutalmente, come piaceva a lei. Finito l'amplesso lui se ne andava, prendendo con se una moneta d'oro e lasciando Cornelia stremata e ansimante.
STAI LEGGENDO
Cronache Dell'Estate
AcciónIl paese sta attraversando l'estate più torrida degli ultimi mille anni. I terreni agricoli sono aridi e la terra si sbriciola diventando sabbia a causa dei venti caldi. I fiumi sono in secca, i laghi sono ridotti a specchi d'acqua stagnante. La car...