Prologo - La prova

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Odette


Odette si avvicinò alla finestra. Si sfiorò la punta del naso all'insù con l'indice, quasi a volerne tracciare il contorno.

"Oh, Tea. Vorrei essere bella."

La teiera borbottò qualcosa, che la ragazza non comprese.

Qualcuno bussò alla porta. L'eco raggiunse anche la sua stanza e squarciò quel silenzio innaturale, quasi sinistro. Dalla camera non riusciva a scorgere la persona che aveva raggiunto il suo castello, quindi scese le imponenti scale per raggiungere l'atrio.

"Chi è?" domandò Odette dall'interno.

"Salve," rispose una voce tremolante. "Sono una povera vecchia, stanca e affamata. Potrebbe ospitarmi nel suo palazzo?"

Gli oggetti magici si animarono. I quadri appesi nel salone iniziarono a innervosirsi. Il ritratto della bisbisbisbisbisbisnonna camminava avanti e indietro nello spazio ristretto e si mangiava le unghie, nonostante fosse un atteggiamento poco nobile.

"Non aprirle," la consigliarono.

"V... vada v... via," balbettò la ragazza.

L'anziana donna non si arrese. Mentre Odette si allontanava, lei colpì più forte la porta e urlò in una lingua sconosciuta. Spaventata, la principessa corse via.

La ragazza trascorse il pomeriggio a leggere. Fece una pausa soltanto per sorseggiare il té verde, accompagnato dai biscotti al burro che amava tanto.

Il cielo si tinse dei colori del tramonto. Ciononostante, Odette non distolse gli occhi dalle pagine che aveva davanti fino all'ora di cena, quando la vecchia signora si ripresentò al castello.

"Sono ancora io. Per favore, ho bisogno di un riparo per la notte."

La ragazza appoggiò il libro sulla scrivania, quindi strinse Tea tra le braccia.

"Cosa vuole da me? Ho paura."

"Perché non la fai entrare?" Il tono di voce della teiera era dolce, rassicurante.

"Sei sicura?" rispose Odette con un'altra domanda. "E se avesse delle cattive intenzioni?"

"Dovresti essere più altruista, principessa. Questa casa è enorme e puoi ospitare quella povera anziana."

"No, non voglio," alzò la voce.

"Non fare i capricci."

"Taci!" le ordinò.

Tea spalancò gli occhi e aprì la bocca per parlare, ma poi la richiuse e abbassò lo sguardo. Ricacciò indietro le lacrime e uscì dalla stanza con uno sbuffo mesto. Avrebbe atteso le scuse della ragazza in cucina.

Odette rimase da sola nella stanza buia. Le nuvole si riunirono nel cielo, divertite, e scatenarono un violento acquazzone. Nell'udire le gocce di pioggia che tamburellavano contro i vetri, pensò alla vecchietta.

"Non me ne importa niente."

Sbadigliò. Era stanca dopo la discussione con la sua amica. Si distese sul letto, posò il viso sul cuscino morbido e si addormentò presto.

Odette si svegliò il mattino seguente. Entrò in cucina e serrò i pugni lungo i fianchi. Guardò con disprezzo la teiera, il candelabro e l'orologio.

"Perché nessuno mi ha svegliata per la cena?"

I tre finsero di non averla sentita e si fissarono, indecisi su come affrontare la prepotenza della principessa.

"Signorina," disse Tea.

"Che c'è?" rispose sgarbata.

"La colazione è quasi pronta."

"Quasi? Io ho fame."

"Ti informiamo che la signora di ieri è tornata e ora è in giardino."

"Cosa?" Odette scostò la tenda e osservò la strana vecchietta. Era piegata e annusava le rose.

"Non ci posso credere." Sospirò. "Devo intervenire."

La principessa uscì e raggiunse la donna.

"Buongiorno," disse l'anziana in tono gentile.

"Dovrebbe andarsene."

Annuì. "Dovrei."

"È ancora qui."

L'anziana iniziò a camminare avanti e indietro, quindi adulò Odette con la speranza che non la cacciasse. Le fece i complimenti per ogni fiore che la ragazza aveva piantato. La principessa si rilassò: la donna non la spaventava più, malgrado apparisse trasandata.

"Qual è il tuo desiderio?" domandò la vecchietta.

"Mi piacerebbe diventare bella."

"È questo ciò che desideri davvero, è l'unica cosa che ti interessa? Io posso fare in modo che si avveri."

"Davvero?" Odette prese le mani rugose della donna tra le proprie. "La prego, entri pure. Mi spiace essere stata scortese con lei."

La principessa si avviò, ma l'anziana non la seguì.

"Non viene?" chiese la ragazza con stupore.

"Ho fretta." La donna le passò uno specchio con il manico. "Se vuoi diventare la ragazza più bella del pianeta, devi guardare la tua immagine riflessa e aspettare tre secondi."

Odette fece quanto le aveva detto la vecchia. Si guardò allo specchio e dopo pochissimo si trasformò. La ragazza urlò.

"Cosa? Cosa mi hai fatto?"

L'anziana ringiovanì di colpo: la sua pelle diventò liscia come la seta, i capelli bianchi e radi vennero sostituiti da una lunga e folta capigliatura bionda e gli stracci che indossava si tramutarono in un abito lussuoso di colore turchese.

"Ti ho messa alla prova, ma non sei stata all'altezza. Hai un cuore freddo, arido. E il tuo sogno ti si è rivoltato contro." Alzò l'indice in modo solenne. "Potrai tornare come prima a una condizione. Devi trovare l'amore entro cinque anni e dimostrarmi di essere cambiata, di accettare l'imperfezione e di non essere più una ragazza capricciosa. Ti lascio questo. Se il vetro dovesse infrangersi, per te sarà la fine. Non potrai riacquistare il tuo solito aspetto."

La fata se ne andò. Odette si accasciò a terra e scoppiò a piangere. La magia l'aveva trasformata in un'orribile bestia. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 29, 2022 ⏰

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