Dall'altra parte

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Malberg stava percorrendo il corridoio luminoso che conduceva alla sala da pranzo del castello. Attorno a lui vi era tutto il lusso che una persona del suo rango si poteva permettere. Tappeti persiani, specchi dalla cornice dorata, lampadari in cristallo. Nell'aria erano diffusi profumi di altre terre. La ricchezza dimorava in quel luogo.
Da dietro una porta al fondo del corridoio provenivano perfino versi di animali esotici. Pure quelli erano presenti nel suo castello, col fine di allietare la vita di corte.
Prima di raggiungere la sala da pranzo, sentì una fitta allo stomaco. Il dolore si rivelò opprimente.
All'improvviso, in lui, una luce si accese. Questa, come un occhio bianco che si dischiude nell'oscurità, gli permise di vedere, oltre.
Una stanza di modeste dimensioni, illuminata da una luce di candela. Una tavola umile, con due sedie ai lati. Sedute, stavano due persone, probabilmente due coniugi. Poco cibo in tavola. Una fetta di pane, un po' di formaggio. E basta.
L'occhio si chiuse, non gli permise di vedere nient'altro.
Malberg rinvenne, si rialzò e percorse i pochi metri che lo distanziavano dalla sala da pranzo. Afferrò la maniglia e, con un lento movimento, la spinse verso il basso per aprire la porta.
Un'altra fitta, più dolorosa. Come un chiodo piantato nello stomaco. Una sensazione insopportabile.
E l'occhio di luce si riaprì nel buio.
Di nuovo, la stanza si mostrò. Stavolta, però, aveva un aspetto diverso da prima. La fiammella della candela stava per esaurire le sue ultime energie. Il trionfo dell'ombra incombeva sui due coniugi. A tavola non c'era più nulla, se non la totale povertà. I due erano fermi, come in un'immagine, forse erano morti.
L'occhio si sforzò di vedere meglio. Sì, erano morti, ne ebbe la conferma. La donna aveva piantato una forchetta nel piatto vuoto, rompendolo a metà. La sedia su cui stava poggiato l'uomo si era sfasciata, facendolo piombare a terra.
Sul pavimento, schegge di bicchieri rotti.
Malberg si sentì rinvenire per una seconda volta, ma, con sua sorpresa, si ritrovò in un ambiente nuovo.
Si ritrovò nella piccola stanza.
Sentì uno scricchiolio delle pareti di legno attorno a lui, poi venne il buio: il lume si era spento.
Intese una voce, proveniente forse dal vuoto, forse da dentro di sé, forse da fuori: "Anche se ora è buio, hai già visto. Ed è tutto. Come ci si sente dall'altra parte?"
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"Malberg? Malberg? Dove sei?" La moglie di Malberg, quella sera, andò alla ricerca delle tracce del marito in ogni singolo angolo del castello.
Lo cercò nella stanza da ballo, nella stanza degli ospiti, per i corridoi, sotto alle scalinate. Le sue ricerche proseguirono per tutta la notte, ma non lo trovò.
Il mattino dopo chiese notizie del marito a tutti gli abitanti del circondario. Nessuno sembrava sapere dove fosse finito, tranne un pastore, che raccontò: "L'ho riconosciuto, l'ho visto poco prima dell'alba, quando i primi bagliori del sole hanno incominciato ad invadere la vallata. Sono sicuro che fosse lui, il suo volto è inconfondibile, ma mi sembra che abbia completamente mutato abitudini".
"Come? Cosa intendi dire?" lo incalzò la donna.
"Da quel che ho visto, ora vive in una capanna, sul limitare del bosco. Veste come noi uomini di campagna, con pelli d'animali. Tiene in mano un bastone e con esso si sostiene".

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