CAPITOLO 3

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STEPHANIE

Chiudo la porta della nuova casa. Alla fine, siamo riuscite a trovare una casa non tanto costosa. Ognuna ha una sua stanza. Un bagno, un salotto e una cucina. Il giardino sarà utile per quando vorrò starmene un po' da sola. Connie ha organizzato tutto in ogni minimo dettaglio. Entrambe abbiamo cambiato colore di capelli. I miei da lunghi fino a metà schiena sono diventati corti che toccano a malapena le spalle, e da neri sono diventati viola scuro. Quelli di Connie sono diventati da lunghi fino alle spalle, a corti che le toccano le spalle e da marroni li ha fatti biondi.

Userò le lenti a contatto azzurre, mentre Connie non ne avrà bisogno, per fortuna nessuno l'ha mai vista, ma lei ha voluto cambiare almeno pettinatura. Sarà difficile per la polizia trovarci, ma dobbiamo comunque stare attente. Connie ha pensato anche ai nostri documenti. Ora mi chiamo Rose, mentre Connie si chiama Rachel. Purtroppo per quanto sia più esposta io di lei, è fondamentale che tutte e due diventiamo altre persone.

Si è occupata anche dei documenti della patente e ha pensato anche a due nuove carte di credito. Senza di lei sarei dietro a delle sbarre. L'unica cosa a cui dobbiamo pensare, è quella di trovare un lavoro. Per quanto abbiamo dei soldi che ci permettono di poter vivere, prima o poi finiranno e non possiamo pagare le bollette e fare la spesa senza un lavoro. Connie mi avverte che esce un attimo per andare a fare un po' di spesa, annuisco e salgo di sopra. Apro la porta della mia futura stanza e appoggio zaino e borsone sul letto. Abbiamo scelto una casa già arredata. La stanza in cui sono capitata mi piace molto.

Il letto è coperto da un piumone viola a fantasia con sopra stelle e lune. Ai suoi piedi ci sono due pouf, entrambi a pua, ma uno rosa e uno azzurro. Di fronte al letto è presente una scrivania bianca con cassetti. Di fronte alla scrivania è posizionata una sedia bianca. Ai lati del letto sono presenti due comodini, su uno di essi è posizionata una lampada. Sopra la scrivania è presente una televisione. L'armadio è sistemato contro il muro tra il letto e la scrivania. Le tende appese alla porta del balcone sono di colore viola.

È presente una libreria bianca contro il muro di fianco al balcone, vicino ad essa è presente una poltrona a righe nere e viola. Al centro della stanza è presente un tappeto a scacchi viola con sopra un tavolino con un vaso. Le pareti sono di colore viola scuro. Apro lo zaino e prendo il mio pc portatile. Lo appoggio sulla scrivania per poi mettere nel cassetto di essa carica batterie e mouse. Apro il borsone e tiro fuori i pochi vestiti che ho. Apro l'armadio e li sistemo. Sospiro e prendo il cellulare. Si sono fatte le quattro del pomeriggio.

Siamo venute ad Astoria. Non ci sono stati problemi con il volo perché Connie ha preferito prima poter fare avere ad entrambe delle nuove identità. È stato un lungo viaggio, ma almeno adesso sono in uno Stato in cui sarò meno ricercata, almeno finché la ricerca non sarà estesa anche qui. Dovrò coprire ancora meglio le mie tracce, ma il fatto che abbia stravolto del tutto la mia identità è un passo importante. Mi dispiace solo per Connie che ha dovuto fare questo sacrificio. Spero che riesca ad ottenere la vita che aveva lì, anche qui.

Dobbiamo iscriverci anche all'ultimo anno di scuola, ma Connie ha detto che provvederà lei a tutto, ma per il lavoro dovrò trovarmelo da sola. Sento il telefono vibrare, segno di un messaggio. Lo prendo. È Connie, mi dice di farmi una doccia, prepararmi che saremmo andate a fare un po' di spesa non avendo nulla in casa. Prendo dall'armadio dei jeans neri, con una maglia nera a mezze maniche. Mi sarei messa una giacca di jeans sopra, e poi la giacca.

Mi dirigo in bagno e mi faccio una doccia veloce. Mi asciugo i capelli, essendo corti, ci metto poco ad asciugarli. Per mia fortuna non si gonfiano quando sono asciutti, almeno non devo passarmi la piastra. Mi vesto, vado in camera per mettermi delle scarpe della ginnastica nere.Prendo il telefono e la borsa. Scendo di sotto. Accendo il telefono e vedo il messaggio di Connie. È fuori casa. Per il momento non disponiamo di una macchina, però Connie provvederà a prenderne una, appena inizieremo a lavorare. Decidiamo di andare al Zabar's Broodway. Si trova solo a dieci minuti da casa nostra. Non avendo la macchina e non potendo prendere il pullman per risparmiare i soldi che ci siamo portati dietro. Non ha trovato altri supermercati vicini dove poter andare a prendere le cose che magari ci mancavano.

L'INNOCENZA DEL DIAVOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora