sette

381 16 7
                                    

Il nome "festa" descriveva un luogo aperto, approssimativamente piuttosto vicino a casa sua, contornato da lunghe distese d'erba, una buona dose d'alberi e uno skatepark nascosto tra le boscaglie.

Più che una festa pareva un rave, più che un parco pareva una pista da ballo. O un ospedale, se ti riusciva bene guardare.

«Il fatto è questo» esordì Jungkook, sfilando una sigaretta dal pacchetto di Yoongi «non gli piaccio, per niente.»

Yoongi rise di gusto. Era arrivato con Jimin, ovviamente.

Indossavano l'uno i vestiti dell'altro, Jungkook lo trovava stupido.

«Perché sei una testa di cazzo» rispose Yoongi «gli hai sparato quella domanda, dai.»

Jimin si fece avanti «Beh? Mica gli ha chiesto il codice fiscale.» a braccia conserte, fulminò Yoongi con lo sguardo «Pensavo che uno studente della mente fosse più razionale, o che avesse qualche trucco per evitare la domanda.»

Hoseok quasi si strozzò col suo drink annacquato «Vabbè adesso solo perché studia psicologia non significa legga nella mente, men che meno non lo sottrae dall'offendersi.» deglutì «È un essere umano, no?»

Non avrebbe dovuto porgli una domanda tanto personale così presto, certo, ma neanche Taehyung.

«Kim Taehyung non s'è fatto scrupoli però.» ribatté Jimin, che quella sera aveva deciso di diventare l'avvocato del diavolo «Quindi è inutile tutto il discorso. Ho ragione io.»

In ogni caso, era andata come era andata. Cioè da schifo.

Tutta questa storia di doversi comportare in maniera differente non gli andava giù.

Chi se ne frega, sarebbe scappato Taehyung se avesse visto il suo carattere rumoroso? Poi, perché gli importava?

Perché voleva piacergli? Purtroppo si rendeva conto che questo andava ben oltre la scommessa, oltre alla sua testa dura.

Ma partire da menzogne non è mai un buon modo di costruire un rapporto.

Boh, vabbè.

Come ad ogni festa avrebbero fumato a breve. Come di rito, avrebbero continuato a bere.

Alzando gli occhi al cielo non si riusciva ad intravedere nemmeno la luna.

C'era solo fumo. Fumo ed una sensazione strana di ostruzione, all'interno del petto di Jungkook.

Ad ogni tiro si diceva "non ti importa, per adesso non ti importa" e, pian piano, non gli importava davvero più.

Erano passate due ore e la notte s'era fatta più scura, lo sguardo di Jungkook era sfocato, ma stava bene.

Non serviva mettesse a fuoco un bel niente.

Gli altri ballavano, o bevevano, intorno a persone che lui non aveva mai visto prima.

Gli scappava la pipì.

Una volta trovatosi al punto perfetto, si accinse a slacciare i pantaloni.

Erano diventati davvero impossibili da slacciare, che assurdità. La sua serata si era ridotta a quest'atto pietoso.

Alzò gli occhi al cielo sbuffando e, come comparse dal nulla, scorse due figure.

Totalmente in presa male si accinse a risistemare i vestiti, finché non vide chiaramente.

Due figure, due ragazzi: uno dei due era in piedi, contro un'albero, l'altro era di spalle, in ginocchio, davanti al primo.

E Jungkook conosceva a memoria, perfettamente, il volto di Kim Taehyung.

✧ disfunction erectile;taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora