Sono la morte

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Tutto è iniziato quando il primo uomo e la prima donna furono creati e messi sulla Terra. Lo so, può sembrare assurdo, ma quel primo uomo sono io.

I pochi ricordi che ho della vita sono di me ed Eva, eravamo così felici e spensierati, ma soprattutto innamorati. A volte mi sembra ancora di sentire i suoi morbidi e setosi capelli biondi fra le mie dita, di vedere i suoi occhi color smeraldo, di sentire la sua calda voce e il suo profumo di lavanda.

Sono la morte perché sono stato il primo a morire, ma a me sembra più una punizione che mi è stata data ingiustamente. Il mio compito è accompagnare le persone nell'aldilà, ma in esso non ci posso entrare, è per questo che dico che per me è una punizione, non posso più vedere Eva.

All'inizio era difficile vedere tutte quelle persone dal volto distrutto gridarmi contro:

"Sono morto! O mio Dio sono morto!" ma dopo un po' di tempo ci ho fatto l'abitudine. In ogni caso, la cosa più straziante fu dover accompagnare Eva nell'aldilà, doverle dire addio, non ci voglio ripensare.

Ormai non ho più emozioni, la mia espressione è sempre la stessa, vengo descritto con uno sguardo gelido e penetrante, ma allo stesso tempo affascinante, come se scrutassi l'anima delle persone, cosa che in realtà faccio.

La mia "vita" è noiosa, non succede mai niente di diverso, anche se il giorno scorso mi è parso di provare qualcosa di familiare, qualcosa che avevo provato secoli fa, era come se potessi risentire il battito del mio cuore accelerare, nonostante esso non funzioni più da tempo, insomma, le gote che arrossivano, le mani che sudavano, uno strano sorrisetto che non mi vedevo più da tempo, e tutto ciò difronte ad una ragazza, così simile a qualcuno che ricordavo bene.

Il velo che ci separaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora