Chapter 1

920 67 32
                                    

Los Angeles, la città degli angeli, la città dei talenti.
Era quello che Kristen pensava, seduta su un muricciolo a riflettere su una passione che lei credeva irrealizzabile; la danza.
Il vento della fresca sera di New York, le sfiorava i capelli e la pelle delicata che subito si ricoprirono di piccoli brividi di piacere.
Il rumore del mare che infrangeva le coste senza sosta, rompeva quel silenzio tranquillo che si era creato attorno alla giovane ragazza che ancora fra i suoi pensieri piú segreti e silenziosi, osservava il panorama dell'orizzonte. 
Percepì la brezza accarezzarle il viso con estrema dolcezza e portandosi le mani nella capigliatura lunga,chiuse per brevi secondi gli occhi, abbandonandosi al vento che sembrava cullarla soave.
"Il mare è immenso e profondo,eppure la gente pensa di conoscerlo. Ma in realtà custodisce segreti ancora da scovare. Le persone, invece, sono fatte per leggerle e soltanto se sfogli tutte le loro pagine, riesci a scoprire la loro storia".
Questo era quello che sua madre, seduta sulla panchina del giardino con lei tra le gambe, le sussurrava dolcemente. 
E ora, senza i suoi genitori che perse in giovane età, si sentiva sola e affranta. 
Erano stati per lei le fondamenta della sua vita, ma ora a tirarle su il morale era il fratello maggiore Tyler. Il suo pilastro
Il vibrare del suo telefono la svegliò da quel coma profondo in cui cadde senza nemmeno accorgerse e sentendosi disturbata, rispose: "Pronto?".
Dall'altro capo della linea sentì l'esclamare di una voce a lei molto cara.
"Ehy sorellina, dove ti sei cacciata?".
Ella sospirò, passandosi una mano fra i capelli. 
Lanciò uno sguardo all'orologio da polso che portava, spalancando leggermente gli occhi. Aveva perso del tutto la cognizione del tempo e questo le succedeva spesso, sopratutto quando si fermava in quella spiaggia, intenta a rilassarsi dopo ad una serata quasi stressante.
"Perdonami. Sono sulla strada di casa. Sarò lí in pochi minuti" - mentí.
"Vuoi che ti venga a prendere?" - domandò egli, con la sua voce profonda ma dolce al contempo.
Sapeva benissimo che sua sorella stava mentendo, perchè la conosceva perfettamente. Non era mai arrivata a casa in tempo, dopo al lavoro e quando un giorno le domandò come avrebbe voluto passare la sua serata, ella senza troppi giri di parole gli aveva rivelato che avrebbe tanto voluto poter passeggiare sulla riva di quel mare che per tutto quel tempo aveva custodito i suoi segreti piú grandi.
"No, non ti preoccupare. Non credo ci metterò molto" - replicò dolcemente.
"D'accordo, ti aspetto. Fai attenzione" - le raccomandò lui.
Sorrise a quella frase e dopo averlo salutato per l'ultima volta chiuse la chiamata.
Si sollevò con l'aiuto delle proprie mani, inchinandosi leggermente per afferrare il suo zainetto per portarselo sulle spalle e quando lanciò un'ultima occhiata all'orizzonte, si accorse che il sole stava per tramontare quando si mise in cammino al ritorno verso casa.
Era da molto tempo ormai che spendeva quasi metá della sua serata in quel modo, sopratutto quando il fratello era ancora al lavoro. 
E piú il tempo passava, piú si accorse che quello divenne parte della sua vita quotidiana.
New York era uno spettacolo di sera e le luci dei grandi palazzi ancora accesi, rendeva quella cittá movimentata un pochino romantica.
Non era la prima volta che, passando per i ristoranti, si incrociava sempre in coppie intente a consumare la loro cena a lume di candela e nemmeno la prima volta che, percorrendo il lungo tratto di strada che avrebbe poi condotto al suo piccolo ma confortevole appartamento, si imbatteva in giovani ragazzi intenti a mettere in mostra i loro talenti. 
Quando fu davanti al suo piccolo appartamento, Kristen percorse tutte le rampe di scale, soffermandosi poi dinanzi alla porta. 
Non esitó ad intascare le mani alla ricerca delle chiavi che infilò poi nella piccola fessura, aprendola infine. 
"Fratellone?" - lo chiamò una volta dentro e intenta a togliersi la giacca.
"Sono in cucina!" - rispose costui con lo stesso tono di voce.
Un profumo delizioso cominciò ad invaderle le narici, e lei si lasciò guidare da esso, camminando con passi veloci. 
Dopo una lunga e faticosa giornata, ella non vedeva l'ora di mettere qualcosa fra i denti.
Lo intravide davanti ai fornelli e appena entrò, egli si voltò verso di lei e con le braccia aperte e un sorriso smagliante sul viso, le venne incontro abbracciandola com'era solito fare.
"Com'è andata?" - le chiese.
Kristen non esitò a ricambiare quella stretta calorosa e fraterna; essere tra le braccia di suo fratello la faceva sentire sicura; una sicurezza che solo lui riusciva a trasmetterle dopo ai suoi genitori.
"Stancante ma credo che con il tempo, ci prenderó la mano" - rispose, sciogliendo quell'abbraccio che sembrò durare un'eternità.
Tyler la guardò per bene nelle sue iridi chiare mentre le accarezzava la testa dolcemente, affondando le sue dita nei suoi capelli.
"Mamma e papà saranno orgogliosi di te" – mormoró ad un tratto.
La sorella gli sorrise affettuosamente, portando le sue piccole mani sui suoi fianchi muscolosi.
"Di noi. Di noi Tyler" - sussurrò.
Averlo avuto come fratello per lei, era come una benedizione che i suoi genitori erano riusciti a regalarle. Il fratello, dal canto suo la pensava allo stesso modo.
Kristen si allontanò di poco dal suo corpo, avvicinandosi ai fornelli ancora accesi mentre si portava una ciocca di capelli dietro all'orecchio. 
"Cosa cucini di buono?" - gli domandò curiosa.
Aveva da sempre amato quando era suo fratello a preparare la cena e lui lo aveva da sempre fatto volentieri, senza giri di parole.
"Pasta e gamberi!" - esclamò lui, alquanto orgoglioso del risultato che stava ottenendo. 
Eh sì, più cucinava, più migliorava.



"Ecco fatto!" - esclamò il ragazzo appena poggiò sul tavolo l'ultimo piatto colmo di cibo.
Kristen sgranò gli occhi per la sorpresa e applaudì contenta.
"Ha un'aspetto fantastico!" - esclamò pimpante.
Il fratello si sedette di fronte a lei, sorridendo con un lieve rossore sulle goti.
Non era da lui arrossire, ma quando era sua sorella a fargli i complimenti, egli si emozionava senza volere.
Come sempre, i Moore si unirono nella sacra preghiera poi, dopo aver riaperto gli occhi, cominciarono a mangiare.
Il piatto che Tyler cucinò era squisita e Kristen non faceva altro se non portare grandi quantità di bocconi in bocca, il tutto sotto allo sguardo divertito di lui.
"Dove sei andata dopo lavoro?" - le domandò, intento a masticare.
Ella sorrise e dopo aver bevuto un sorso d'acqua rispose: "Io, Kristen Moore mi sono dovuta fermare in piazza prima di raggiungere la spiaggia".
Al solo ricordo di quella sensazione, le sue iridi chiare assunsero del tutto un luccichio strano.
Si emozionava ogni volta che si parlava di ballo e lei non faceva altro se non raccontare e raccontare senza sosta, sprigionando anche emozioni nuove in chi l'ascoltava.
E Tyler l'ascoltava in silenzio, sorridendo raggiante.
"Hai ballato un'altra volta?".
"S'! Era stato una sensazione fantastica! C'erano ottimi ballerini! Tutti nuovi! E dovevi vedere quanta gente urlava e batteva le mani!" - esclamò pimpante.
Ripensava a quei suoni di batterie e di piedi che calpestavano l'asfalto caldo. L'urlare delle persone e i fischi dopo che ella terminò di ballare.
Non era più nella pelle, si sentiva felice e il suo volto si illuminò come ogni volta che toccava quel tasto.
"E dimmi, per caso c'era anche quel ragazzino dell'altro giorno?" - chiese egli, ridacchiando subito dopo.
"Sì, è proprio lui ad organizzarlo. Ogni martedì! E non si stanca mai!" - replicò entusiasta.
Il ragazzo rise, scuotendo lievemente la testa. Sua sorella era proprio fantastica!
"Proprio come te! Balli in continuazione e hai sempre qualcosa di nuovo da mostrarmi" - enfatizzò.
Tutto quello che ricevette fu uno sguardo dilettato da parte di ella che ritornò poi a mangiare con quel largo sorriso stampato sulle labbra.
Come biasimarlo?
"È arrivato una cosa per te" - disse alzandosi dalla sedia, dopo aver mandato giù l'ultimo boccone del suo piatto.
Kristen lo osservò con sguardo curioso e con aria interrogativa, mentre egli si allontanava, varcando la soglia della cucina per poi sparire sotto ai suoi occhi.
"Di cosa si tratta?" - chiese, alzandosi pure lei per raggiungerlo, ma egli la precedette, spuntando subito dopo.
"Oh, lo scoprirai presto! Non sapevo avessi fatto colpo con il tuo collega di lavoro!" - scherzò, sollevando un mazzo di rose rosse per poi porgerglielo.
Kristen rimase completamente sorpresa, allungando titubante una mano verso ai fiori colorati per prenderlo con cautela.
Aveva sempre amato le rose e i fiori in particolare e sapere che ne aveva ricevuto un mazzo da un suo collega, la rendeva felice ma imbarazzata al contempo.
Non c'era nessun collega a cui ella si interessava; per lei erano soltanto dei cari e buoni amici.
Ma chi era stato? E come mai proprio le rose rosse?
Tyler sollevò leggermente un sopracciglio, osservandola con un dolce sorriso.
"Allora? Chi è il fortunato?" - domandò con voce pacata.
La ragazza scosse leggermente la testa, studiando con attenzione i fiori per poi mordicchiarsi il labbro inferiore.
"Non lo so" - sussurrò.

Thᥱ Wᥲყ Of DᥱstιᥒყDove le storie prendono vita. Scoprilo ora