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Il sole si levava all'orizzonte quando, alle 8:00 del mattino, Lucius varcò la soglia con un'aria imperiosa.

Lucius: "Buongiorno, T/n. È giunto il momento di apprendere il nuovo incantesimo?"

T/n: "Certamente, padre."

Lucius, con voce severa: "Entro 5 minuti ti aspetto nel salone. Non indugiare, altrimenti sarai costretta ad affrontare le conseguenze."

T/n annuì con una leggera incertezza: "Sì, padre."

Mentre mi affrettavo a prepararmi, l'atmosfera era permeata da una tensione palpabile, anticipando un incontro tempestoso.

Una volta pronta, giù nel salone, mi trovai a fronteggiare lo sguardo furioso di Lucius, il quale sembrava preoccupato per qualcosa di importante.

Draco, con tono sospettoso, pronunciò il mio nome, gettando ulteriormente scompiglio nell'aria già densa di tensione.

Draco: "Scommetto che è stata T/n."

T/n, visibilmente sorpresa: "Cosa intendi, Draco?"

Lucius si avvicinò rapidamente, senza alcun preavviso, e mi sferrò uno schiaffo.

Lucius: "Hai rubato la bacchetta dall'esposizione, vero?"

T/n, sconvolta: "No, padre, non sono stata io. Per quale motivo avrei rubato una bacchetta?"

Un altro schiaffo interruppe la mia risposta, mentre il cuore martellava forte nel petto, ansioso e temendo il peggio.

Lucius mi afferrò con violenza, spingendomi contro il muro con una forza implacabile. Sentii il freddo del cemento contro la schiena mentre il suo sguardo infuocato si posò su di me, trasmettendomi un senso di terrore e impotenza.

Con un movimento fluido, passò dall'ira fisica all'incantesimo cruciatus, pronunciando le parole con una voce carica di malvagità e vendetta.

Dopo aver pronunciato il crudele incantesimo il mio corpo fu travolto da un'onda di dolore lanciate. Le mie urla riempirono la stanza, ma sembravano svanire nell'eco della sofferenza che mi avvolgeva.

Le lacrime sgorgavano dai miei occhi mentre imploravo pietà, ma Lucius sembrava indifferente al mio dolore. Continuò a lanciare l'incantesimo, tormentandomi senza tregua fino a che il mondo intorno a me si dissolse in un vortice di oscurità e dolore insopportabile.

Quando riaprii gli occhi, mi trovai distesa sul pavimento freddo, avvolta nell'oscurità della notte. Il mio corpo era esausto, la mia mente annebbiata dal dolore che pulsava in ogni fibra del mio essere.

Guardai l'orologio sul comodino e vidi che erano le 3 del mattino. La stanza era avvolta nel silenzio della notte, interrotto solo dal battito irregolare del mio cuore e dal sordo ronzio del dolore che mi avvolgeva.

Con un sospiro affranto, mi sforzai di alzarmi dal pavimento, sentendo il bruciore delle cicatrici e delle ferite che Lucius mi aveva inflitto. Il mio corpo era segnato da segni di violenza, cicatrici che raccontavano la storia del mio tormento e della mia sofferenza.

Con passo incerto, mi diressi verso le scale, determinata a trovare un modo per sfuggire a questo inferno che era diventata la mia vita. Ma la mia fuga fu interrotta quando incrociai Draco, che mi guardò con un misto di curiosità e sospetto.

"Che cosa stai facendo qui a quest'ora?" chiese, il tono pieno di sorpresa e interrogativi.

Senza rispondere, mi limitai a esprimere un bisogno improvviso di bere, e mi affrettai verso la cucina. Mentre fingeva di non guardarmi, vidi le chiavi del portone posate sulla mensola. Con un movimento furtivo, le afferrai, cercando di non far rumore mentre Draco si distrasse.

E così, con il cuore pieno di terrore e speranza, iniziai la mia fuga, determinata a lasciarmi alle spalle l'orrore e la violenza che avevano segnato la mia vita fino a quel momento.

𝘾𝙞𝙘𝙖𝙩𝙧𝙞𝙘𝙞 🩼(OC X Severus Piton)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora