io, L'atruista

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800 euri.
Ecco il valore del mio 10%, dopo aver sottratto le tasse ed ogni contributo.

Dovrà bastare fino a che non pubblicherò qualcosa di nuovo.

A volte ci impiego un anno, a volte di meno, ma non è poi così male.

Dovrò solo razionarli nel modo giusto.

Non riesco più a sognare da quel giorno. Mi sveglio poco riposato e con il fiato appesantito.

Ho bisogno di sognare. Non per qualche motivo filosofico, ma per scrivere.

Se riuscissi di nuovo a sognare allora potrei scrivere di nuovo qualcosa di simile.  Per questo motivo dopo aver prelevato i soldi sono stato dal Dottore, a cui son bastati 200 euro per prescrivermi una scatoletta di sonniferi.

Ho 600 euro.
550, togliendo una piccola scorta di tabacco.
Non sono pochi, comunque.

Arrivato a casa, bevo il restante latte dal cartone nel mini frigo, poi mi stendo sul divano.
Dovrei pulire, ma lo farò dopo.
Apro la scatola di sonniferi e osservo con una certa bramosia una delle sei capsule. 

Ne afferro delicatamente una tra indice e pollice, avvicinandola alla bocca.

Sono pronto. Qualsiasi sogno mi aspetti devo solo ricordarlo.

Poi,

TOC TOC TOC

Scatto in piedi, la capsula mi cade e scivola tra le pieghe del divano.
Poi, una voce vecchia e familiare.

"ADESSO BASTA! O PAGHI O TI SBATTO FUORI OGGI, LO GIURO"

Nulla di nuovo. Mi alzo e raggiungo la porta, limitandomi a far qualche centimetro di spazio per poi allungare  250 euri.

Sono anche troppi per un garage come questo.
Va bene così, ho ancora 300 euri.

Sospiro fissando le banconote rimaste. Le infilo in una tasca del pantalone, per poi gettarmi nel divano e prendere la seconda di sei capsule.

Inghiotto celermente, ed aspetto.

.
.
.
.

Riapro gli occhi.
Fisso pigramente la sveglia vicina:
Sono le 17.

Ho dormito, ma non ho sognato niente.

Sospiro pesantemente, poi esco di casa. Dopo una quarantina di minuti raggiungo il posto desiderato.

Entro passando per un portone e supero alcuni individui vestiti di nero.

Davanti a me, circa trenta sedie, di quelle in plastica che si usano agli eventi.

25 sedie sono vuote. 

Prendo posto in una fila centrale, osservando la piccola bara posta all'estremità della stanza.

Per i 20 minuti a seguire ascolto un prete parlare della bambina dentro la bara.

Dopo di lui, a turno, i presenti  si avvicinano alla bara.  Due di loro, una coppia anziana, si limita a fare una preghiera.

Il terzo individuo confessa di essere l'ex insegnante della bambina. Ne loda le capacità e porge le sue più  'sincere' condoglianze.

La quarta persona a farsi avanti è una donna anoressica, dalla figura tanto esile dal perdere quasi la sua tridimensionalità quando vista di fianco. Ha il viso scavato ed indossa una triste vestaglia nera.
Poi, si presenta. La prima cosa che noto sono i denti storti e ingialliti.

Poi mi accorgo di alcune vecchie cicatrici sparse tra braccia e viso.

È la madre. Che parla della figlia per pochi minuti prima di cadere a terra in pianto.

Mi avvicino alla bara, osservando la foto della defunta: è  identica alla bambina del mio sogno.

Poi, osservo la madre a terra e, chinandomi un poco, tendo in sua direzione 300 euri.

Li afferra con immediatezza, osservandomi con sguardo penoso e occhi grandi.

《 Chi sei, signore? 》
《 Un'altruista. 》

Rispondo, voltandomi, per poi uscire.

Mi sento meglio nel sentire la donna gridarmi grazie  da lontano, elogiando il mio gesto generoso.

0 euro.

Ma un cuore leggero, per soli 300 euri.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 11, 2022 ⏰

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